Uno squarcio improvviso di luce ha illuminato il volto di un intero territorio che al patrono di Camerino San Venanzio Martire e protettore dalle cadute, ha affidato la speranza di riuscire a rialzarsi. Quel culto che ha attraversato i secoli, ne esce oggi ancora più rafforzato. Dall’alto in basso, fino a scrutare ogni angolo, gli sguardi si sono aperti con stupore sulla bellezza luminosa di quegli spazi, come gli animi delle persone anch’essi feriti, disordinati e sofferenti e, nel giro di pochi mesi, riportati al massimo splendore. Una gioia incontenibile ha fatto da cornice alla celebrazione della prima messa in una Basilica ancora più bella, riconsegnata alla città grazie al magnanimo gesto della fondazione Arvedi- Buschini di Cremona.
Emozionante l’intera liturgia presieduta dal Nunzio apostolico in Italia monsignor Emil Paul Tscherrig che ha concelebrato insieme all'arcivescovo Massara, a Mons. Brugnaro e al vescovo di Cremona Antonio Napolioni."Una grande gioia pervade il nostro animo mentre siamo qui riuniti per aprire al culto questa chiesa con la celebrazione del sacrificio del Signore"-ha detto il Nunzio salutando l'assemblea, prima dell'apertura della porta. Gratitudine e infinita riconoscenza nelle parole dell"arcivescovo Francesco Massara, rivolte ai donatori agli ingegneri, all'architetto, alle ditte e maestranze coinvolte nel progetto, nonchè al parroco che ha seguito instancabilmente ogni movimento. "Questo territorio conosce bene il valore di questa Chiesa che viene restituita". Il vescovo ha in particolare sottolineato il fatto che la riconsegna, sia avvenuta nella terza domenica d'avvento il cui tema centrale è quello della gioia, con l'invito alla comunità a rallegrarsi. " La grande emozione vissuta oggi da tutta la comunità di Camerino, resa possibile da chi crede nella provvidenza a tal punto da diventare provvidenza per gli altri- ha sottolineato Mons.Massara- faccia risuonare nel nostro cuore il forte richiamo a rendere sempre più leggibile, eloquente e vigorosa la testimonianza della Chiesa fatta da quelle 'pietre vive' che siamo noi, Popolo di Dio, peccatori salvati". L'arcivescovo ha rivolto un ringraziamento sentito al Cavaliere Giovanni Arvedi e alla sua consorte Luciana Adele Buschini " perchè con generosità, coraggio, lungimiranza e determinazione, hanno vestito i panni del 'buon samaritano' donando tutto il necessario per realizzare questo meraviglioso progetto di rinascita che oggi possiamo ammirare in tutto il suo splendore".
Il Nunzio apostolico si è fatto portavoce del cordiale saluto del Santo Padre, invitando tutti ad includerlo nella preghiera nell'occasione della solennità della riapertura della Basilica. " Questa occasione però non può farci dimenticare ciò che rimane ancora da fare a Camerino e in tutta la regione, per riparare gli ingenti danni morali e materiali causati dai terremoti del passato - ha detto Mons. Tscherig- Cari fratelli e care sorelle, la riapertura di questa Basilica rappresenta un forte segno di speranza, ci dice che la vita dell’uomo è sempre più forte della distruzione e della morte. San Venanzio iIl vostro santo patrono e tutti i martiri della chiesa, sono testimoni di questa verità".
Un omaggio di particolare bellezza il meraviglioso quadro fiorito a piedi dell’altare che i maestri infioratori di Castelraimondo hanno voluto dedicare alla solenne riapertura. Un esempio di vera maestria nel raffigurare il particolare del Polittico di San Domenico, dipinto da Carlo Crivelli nel 1482. Una testimonianza di bella amicizia e di unione che lega alla devozione per il santo, molto sentita su tutto il territorio.
Segno di storia e di rinascita, poter tornare a fruire di un bene che racchiude i ricordi di tante persone; questo si è letto nelle mute lacrime di chi in quella chiesa ha celebrato le nozze, ha battezzato i propri figli o ha partecipato al rito funebre di un proprio caro. La chiesa come la propria famiglia; la chiesa come la propria 'casa' ritrovata, oggi piena di amici e parenti arrivati da lontano per vivere insieme una festa indimenticabile.
Esaltati dalla cerimonia religiosa, senso e dimensione del dono, hanno trovato nuova evidenza nel toccante conferimento della cittadinanza onoraria e nella consegna delle chiavi di Camerino ai coniugi Luciana Buschini e Giovanni Arvedi. Alla generosità della Fondazione che porta i loro nomi, si deve la "rinascita" della chiesa e di una comunità. Ne ha rimarcato il profondo valore il sindaco di Camerino Sandro Sborgia, leggendo con commozione la motivazione del riconoscimento. Un sorprendente atto d'amore che racchiude attenzione, cura, fatica e tempo. Un dono che incorporerà per sempre il bene relazionale da cui è nato, insieme alla perfetta sintonia con chi si è incamminato per realizzarlo.
cc
***Nel prossimo numero,L' Appennino Camerte riserverà un inserto speciale alla riapertura della Basilica di San Venanzio