
Il noto critico d'arte ed ex sindaco della città a metà degli anni Novanta ha raggiunto San Severino in mattinata, in occasione della conferenza stampa di presentazione. Prima un'occhiata all'allestimento, a cui "non ho saputo trovare difetti - commenta -. Un museo che raccoglie il meglio delle opere d'arte di una diocesi molto vasta. Probabilmente parliamo di un museo che durerà trent'anni. Questo il tempo che impiegheranno le città colpite ad essere ricostruite. Ma il terremoto ha saputo dare un'occasione che il comune e la diocesi hanno colto magnificamente. Questo museo ridà al godimento degli autentici capolavori, alcuni dei quali dovrebbero essere esposti, come ad esempio il Boscoli che è ancora in deposito".

Soddisfazione per la direttrice del museo, Barbara Mastrocola, impegnata nel lavoro durato mesi per l'allestimento ed anni per il recupero. "Il concetto di base è quello del recupero e della restituzione ai territori - spiega -. Non appena le chiese torneranno agibili, le opere torneranno a casa loro. Queste opere, come le persone, hanno perso i loro luoghi di origine. Sarebbe bello che noi tutti potessimo tornare a casa il prima possibile. L'augurio che mi faccio è di restare direttrice di questo museo per il minor tempo possibile, significherebbe che la ricostruzione procede velocemente".
Ricostruzione economica, sociale e culturale. Temi fortemente intrecciati secondo l'arcivescovo Francesco Massara. "Facciamo un passo avanti per la rinascita della nostra diocesi - commenta -, ed è stato possibile solo grazie alla collaborazione tra persone ed istituzioni. È la strada giusta: possono esistere tanti campanili, ma non c'è spazio per il campanilismo. Per questo metteremo in rete tutti i musei delle nostre città e saremo capaci di offrire esperienze culturali eccezionali ai turisti".
Anche il sindaco Rosa Piermattei crede fortemente nel rilancio turistico di San Severino, che "davvero diventa un polo culturale importantissimo - afferma -. Speriamo di essere capaci di attrarre molte presenza grazie a questo splendido museo e ai suoi magnifici capolavori".
Approndimenti nel prossimo numero de L'Appennino Camerte
