Storie che s’intrecciano, nelle sistemazioni provvisorie, dopo le ultime spaventose scosse di terremoto. Si è dormito nelle macchine, nei palazzetti dello sport, Stanchi e assonnati ci si è messi in fila per mangiare, riempire moduli, essere assegnati.
Da tutta Italia sono venuti a tenderci una mano, sorprendendoci con il loro affetto,nel darci conforto con ogni mezzo.
In migliaia abbiamo abbracciato la pena dell’altro; ognuno ha ascoltato paure, disperazione, angosce e preoccupazioni, dimenticando le sue per sorreggere speranze, in una dimensione sospesa, quasi irreale.
Un incubo dal quale uscire in fretta, armandosi di coraggio anche se, a volte, c’era solo grande confusione a dominarci la testa. I giorni sono passati e ci siamo ritrovati al mare.
Circa 120 le persone che insieme a me hanno trovato ospitalità in un albergo di Alba Adriatica. E’ bellissimo l’Hotel Lido; dalla pineta di fronte si accede direttamente alla spiaggia. In prevalenza vi sono alloggiate famiglie provenienti da Caldarola: anziani, padri e madri di famiglia, lavoratori, bambini e ragazzi. Tutto il personale dell’albergo è semplicemente delizioso; ognuno si adopera in ogni modo per non farti mancare nulla, per farti sentire a “casa”, coccolandoti e cercando di risolvere ogni piccolo problema.
Quando ci si ritrova insieme nella sala ristorante, per un attimo, sembra di vivere in un’atmosfera di vacanza, ma i volti e le espressioni il più delle volte non sono per nulla sereni e rilassati. E se non si sentono voci, a parlare talvolta sono gli occhi, smarriti e desolati.
Il tempo è scandito da questo ritrovarsi e incoraggiarsi a vicenda. Ormai siamo tutti amici e ci chiamiamo per nome, sorridendo. Ma all’interno d’ ogni camera d’albergo, i pensieri d’ognuno fanno tanto rumore.