“Aprire la zona rossa”. Preoccupazioni e proposte dei cittadini sul centro storico di Camerino

Sabato, 18 Febbraio 2017 01:28 | Letto 3995 volte   Clicca per ascolare il testo “Aprire la zona rossa”. Preoccupazioni e proposte dei cittadini sul centro storico di Camerino   “Aprire la zona rossa” il tema di un incontro spontaneo, promosso da un gruppo di cittadini per approfondire la situazione del centro storico. “ A cento giorni dal sisma non si può aspettare oltre” si sono detti “perché una città senza il suo centro storico, non è più una città”. Una trentina i partecipanti alla riunione tenutasi presso il Bar Diana a Madonna delle Carceri.  Si è parlato dello stato dell’arte, della micro zonazione in atto nel cuore della città con l’incarico di professionisti privati che stanno redigendo il piano della messa in sicurezza delle vie cittadine, ai fini di una riduzione della Zona rossa. E’ stato Sante Elisei a fare da portavoce all’esigenza comune di comunicare delle persone e a spiegare il motivo dell’incontro: “ In tutti noi- ha detto – è forte la preoccupazione di vedere, nel trascorrere del tempo, l’impossibilità di tornare ad una‘normalità’. Ogni giorno ci arrivano tante informazioni che purtroppo non riusciamo a recepire da un canale unico, arrivandoci un po’ dalla carta stampata, un po’ dai social, altri pezzi dalla tv o dalle telefonate tra amici. Brandelli di informazione che messi insieme- ha proseguito- non ci offrono un panorama rassicurante ma sembrano complicarci lo scenario futuro. E il centro storico è l’emblema di questa preoccupazione”. Tutti concordi nel ribadire massima efficienza della macchina dell’emergenza a poche ore dalle scosse di ottobre ma, passata la prima fase- è stato sottolineato- tutto si è mosso molto lentamente, dalle verifiche di inagibilità, alle schede Fast e Aedes, alla burocrazia che ha allungato i tempi di tante problematiche, come anche l’accreditamento degli istituti bancari che, ad oggi, risultano stoppati, con la conseguenza che chi ha piccole lesioni da riparare in breve tempo, non può muoversi. Tempi lunghissimi anche per i moduli abitativi SAE  con procedure farraginose come quelle che riguardano la messa in sicurezza degli edifici e l’affidamento a ditte private con i paletti che se la messa in sicurezza supera i 40 mila euro il comune deve andare a gara, come se in questa fase di emergenza ogni comune ha la tranquillità, il tempo e la possibilità di espletare gare d’appalto con grande facilità,quando il personale è impegnato in mille altre incombenze. Sul punto qualcuno dei presenti ha evidenziato che il comune di Camerino potrebbe provvedere ad assumere gli otto dipendenti in più assegnati. “Troppa burocrazia troppe lungaggini creano solo ritardi e l’esasperazione della gente.- ha dichiarato l’ex sindaco Dario Conti, ricordando che intanto va avanti  il percorso della proposta di legge di “Zona Franca” il cui testo è stato predisposto da  un gruppo di lavoro formato da docenti della Scuola di Giurisprudenza Unicam ed esperti di diritto. Si articola nella Zona franca Urbana e Zona Economica Speciale per i 131 comuni del cratere dell’area terremotata dell’Italia centrale. “ E’ stata prima presentata in una commissione tecnica della Camera dei deputati che l’ha esaminata e approvata e adesso è stata presentata come proposta di legge d’iniziativa dei deputati Pastorelii- Locatelli- Lo Monte. I deputati firmatari hanno poi 15 giorni di tempo per raccogliere altre firme prima di andare in discussione. In questa fase di conversione del 3° decreto legge- ha spiegato Conti- ho chiesto pure di vedere se è possibile inserire la proposta come emendamento e nel frattempo, per poter dare una spinta in più all’iter della legge, ho chiesto all’on. Pastorelli anche di poter organizzare una conferenza stampa di presentazione della pdl alla Camera dei deputati con la partecipazione delle istituzioni camerti e dei cittadini terremotati. Certo ci sono anche altre proposte simili come quelle di Ussita o dell’on. Ricciatti, ma quella elaborata dall’università di Camerino è più articolata” Quanto alle ipotesi di ricostruzione e a soluzioni efficaci per il rientro delle persone, l’architetto Fulvio Santoni ha evidenziato che punti essenziali sono la “no tax Area” e la ricostruzione del tessuto sociale e di tutte le attività comerciali, presenti nel centro storico prima del sisma. “Facciamo un duplicato della città di Camerino fuori Camerino- ha detto- Solo così non perdiamo l’identità. Il centro storico va ricostruito con attenzione meglio di prima con le sicurezze da tutti desiderate. Con quello che prevedono i contributi non riusciamo ad ottenere neanche il 40 per cento di miglioramento sismico. Non si può pretendere di ricostruire case sicure con finanziamenti di 1200 – 1300 euro a metro quadro. Noi tecnici possiamo fare il massimo, ma ci vogliono i soldi e come minimo, occorrono dai 3500 ai 4000 euro a metro quadro, allora avremo una Camerino sicura. E’ per questo che sono contrario al villaggio delle casette e al villaggio delle attività produttive; meglio una duplicazione della città di Camerino che permetta di aprire tutte le attività e riporti la vita regolare delle persone E’ il tessuto sociale che va ricostituito, vicino a questo occorre la No tax Area e vanno appoggiate  le varie proposte in questo senso, in modo da attirare le attività economiche e gli investimenti”. Concludendo il suo intervento l’architetto ha proposto di  tornare  tutti direttamente a Roma con una manifestazione di 2000 -3000 persone davanti al Parlamento. “ Finchè non otterremo risposte, non torneremo a casa” A proposito di ricostruzione, in particolare i più giovani, sono dell’idea che dovrà garantire massima sicurezza negli edifici su cui si va ad intervenire e, se del caso, anche con interventi drastici. “ Questo è un evento che ci ricorda che noi siamo nulla in confronto alla natura - ha detto Carlo Orsolini- Vivevamo già in una città plasmata dai terremoti, è per questo che ritengo che questo sisma dall’enorme portata devastatrice debba condurre ad una svolta.  Mio padre – ha aggiunto- ha studiato l’arte di Camerino per tutta la vita e dunque ho perfetta consapevolezza di quello che possiamo perdere ma so anche quello che possiamo guadagnare. Noi cittadini dobbiamo riuscire a sentirci sicuri perché la casa non è “quella casa lì” ma il luogo dove ci si sente sicuri anche in base a quello che ci circonda. Del terremoto non dobbiamo aver paura ma rispetto. Io mio figlio nella casa dove sono cresciuto nelle condizioni in cui si trova adesso, anche se non ha nessuna crepa esterna, non ce lo faccio vivere”     “ Tante le preoccupazioni condivise, tante le proposte anche divergenti - ha dichiarato Elisei-. Porteremo le risultanze di questo incontro all’attenzione dell’amministrazione comunale che è nostro referente più vicino, per poi decidere come muoverci in futuro. Le idee- ha sottolineato- non vanno tutte nella stessa direzione, ma quello che accomuna le persone, è la volontà di tornare il prima possibile a Camerino, viverla come prima e forse anche meglio”

 

“Aprire la zona rossa” il tema di un incontro spontaneo, promosso da un gruppo di cittadini per approfondire la situazione del centro storico. “ A cento giorni dal sisma non si può aspettare oltre” si sono detti “perché una città senza il suo centro storico, non è più una città”. Una trentina i partecipanti alla riunione tenutasi presso il Bar Diana a Madonna delle Carceri.  Si è parlato dello stato dell’arte, della micro zonazione in atto nel cuore della città con l’incarico di professionisti privati che stanno redigendo il piano della messa in sicurezza delle vie cittadine, ai fini di una riduzione della Zona rossa. E’ stato Sante Elisei a fare da portavoce all’esigenza comune di comunicare delle persone e a spiegare il motivo dell’incontro:

“ In tutti noi- ha detto – è forte la preoccupazione di vedere, nel trascorrere del tempo, l’impossibilità di tornare ad una‘normalità’. Ogni giorno ci arrivano tante informazioni che purtroppo non riusciamo a recepire da un canale unico, arrivandoci un po’ dalla carta stampata, un po’ dai social, altri pezzi dalla tv o dalle telefonate tra amici. Brandelli di informazione che messi insieme- ha proseguito- non ci offrono un panorama rassicurante ma sembrano complicarci lo scenario futuro. E il centro storico è l’emblema di questa preoccupazione”. Tutti concordi nel ribadire massima efficienza della macchina dell’emergenza a poche ore dalle scosse di ottobre ma, passata la prima fase- è stato sottolineato- tutto si è mosso molto lentamente, dalle verifiche di inagibilità, alle schede Fast e Aedes, alla burocrazia che ha allungato i tempi di tante problematiche, come anche l’accreditamento degli istituti bancari che, ad oggi, risultano stoppati, con la conseguenza che chi ha piccole lesioni da riparare in breve tempo, non può muoversi. Tempi lunghissimi anche per i moduli abitativi SAE  con procedure farraginose come quelle che riguardano la messa in sicurezza degli edifici e l’affidamento a ditte private con i paletti che se la messa in sicurezza supera i 40 mila euro il comune deve andare a gara, come se in questa fase di emergenza ogni comune ha la tranquillità, il tempo e la possibilità di espletare gare d’appalto con grande facilità,quando il personale è impegnato in mille altre incombenze. Sul punto qualcuno dei presenti ha evidenziato che il comune di Camerino potrebbe provvedere ad assumere gli otto dipendenti in più assegnati.

“Troppa burocrazia troppe lungaggini creano solo ritardi e l’esasperazione della gente.- ha dichiarato l’ex sindaco Dario Conti, ricordando che intanto va avanti  il percorso della proposta di legge di “Zona Franca” il cui testo è stato predisposto da  un gruppo di lavoro formato da docenti della Scuola di Giurisprudenza Unicam ed esperti di diritto. Si articola nella Zona franca Urbana e Zona Economica Speciale per i 131 comuni del cratere dell’area terremotata dell’Italia centrale.

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“ E’ stata prima presentata in una commissione tecnica della Camera dei deputati che l’ha esaminata e approvata e adesso è stata presentata come proposta di legge d’iniziativa dei deputati Pastorelii- Locatelli- Lo Monte. I deputati firmatari hanno poi 15 giorni di tempo per raccogliere altre firme prima di andare in discussione. In questa fase di conversione del 3° decreto legge- ha spiegato Conti- ho chiesto pure di vedere se è possibile inserire la proposta come emendamento e nel frattempo, per poter dare una spinta in più all’iter della legge, ho chiesto all’on. Pastorelli anche di poter organizzare una conferenza stampa di presentazione della pdl alla Camera dei deputati con la partecipazione delle istituzioni camerti e dei cittadini terremotati. Certo ci sono anche altre proposte simili come quelle di Ussita o dell’on. Ricciatti, ma quella elaborata dall’università di Camerino è più articolata”

Quanto alle ipotesi di ricostruzione e a soluzioni efficaci per il rientro delle persone, l’architetto Fulvio Santoni ha evidenziato che punti essenziali sono la “no tax Area” e la ricostruzione del tessuto sociale e di tutte le attività comerciali, presenti nel centro storico prima del sisma. “Facciamo un duplicato della città di Camerino fuori Camerino- ha detto- Solo così non perdiamo l’identità. Il centro storico va ricostruito con attenzione meglio di prima con le sicurezze da tutti desiderate. Con quello che prevedono i contributi non riusciamo ad ottenere neanche il 40 per cento di miglioramento sismico. Non si può pretendere di ricostruire case sicure con finanziamenti di 1200 – 1300 euro a metro quadro. Noi tecnici possiamo fare il massimo, ma ci vogliono i soldi e come minimo, occorrono dai 3500 ai 4000 euro a metro quadro, allora avremo una Camerino sicura. E’ per questo che sono contrario al villaggio delle casette e al villaggio delle attività produttive; meglio una duplicazione della città di Camerino che permetta di aprire tutte le attività e riporti la vita regolare delle persone E’ il tessuto sociale che va ricostituito, vicino a questo occorre la No tax Area e vanno appoggiate  le varie proposte in questo senso, in modo da attirare le attività economiche e gli investimenti”. Concludendo il suo intervento l’architetto ha proposto di  tornare  tutti direttamente a Roma con una manifestazione di 2000 -3000 persone davanti al Parlamento. “ Finchè non otterremo risposte, non torneremo a casa”

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A proposito di ricostruzione, in particolare i più giovani, sono dell’idea che dovrà garantire massima sicurezza negli edifici su cui si va ad intervenire e, se del caso, anche con interventi drastici. “ Questo è un evento che ci ricorda che noi siamo nulla in confronto alla natura - ha detto Carlo Orsolini- Vivevamo già in una città plasmata dai terremoti, è per questo che ritengo che questo sisma dall’enorme portata devastatrice debba condurre ad una svolta.  Mio padre – ha aggiunto- ha studiato l’arte di Camerino per tutta la vita e dunque ho perfetta consapevolezza di quello che possiamo perdere ma so anche quello che possiamo guadagnare. Noi cittadini dobbiamo riuscire a sentirci sicuri perché la casa non è “quella casa lì” ma il luogo dove ci si sente sicuri anche in base a quello che ci circonda. Del terremoto non dobbiamo aver paura ma rispetto. Io mio figlio nella casa dove sono cresciuto nelle condizioni in cui si trova adesso, anche se non ha nessuna crepa esterna, non ce lo faccio vivere”   

 “ Tante le preoccupazioni condivise, tante le proposte anche divergenti - ha dichiarato Elisei-. Porteremo le risultanze di questo incontro all’attenzione dell’amministrazione comunale che è nostro referente più vicino, per poi decidere come muoverci in futuro. Le idee- ha sottolineato- non vanno tutte nella stessa direzione, ma quello che accomuna le persone, è la volontà di tornare il prima possibile a Camerino, viverla come prima e forse anche meglio”

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