Camerino- Dal Friuli, la testimonianza della ricostruzione di Venzone, esempio di autodeterminazione

Venerdì, 20 Aprile 2018 09:48 | Letto 2355 volte   Clicca per ascolare il testo Camerino- Dal Friuli, la testimonianza della ricostruzione di Venzone, esempio di autodeterminazione Non dimenticare mai. Fare tesoro dell’esperienza che una disgrazia, qual è un terremoto devastante, può insegnare. Trasmetterlo ad altri, affinché, a loro volta, con passione e determinazione, trovino il coraggio di affrontare delle scelte e reagire con forte spirito di unione. Un messaggio commovente e denso di significati quello racchiuso in “Venzone. Storia di un terremoto ad alta voce”, nell’ambito degli appuntamenti della biblioteca itinerante di Camerino. Condensata in un libro, la storia della ricostruzione della cittadina del Friuli, colpita da due drammatici sismi nel 1976; un esempio di ricostruzione riuscita quello della cittadina medievale di Venzone, monumento nazionale dal 1965, rifatta com’era e, per quel che è stato possibile, con le stesse pietre. Ospite di Camerino, l’autore della pubblicazione Aldo Di Bernardo, membro del consiglio di amministrazione dell’associazione ‘Amici di Venzone’ e appassionato relatore di una serie di incontri tenutisi nell’auditorium dell’ITG Antinori, con il coinvolgimento di studenti e cittadini. 6 maggio e 15 settembre le date dei due violenti terremoti che, nel 1976, rasero al suolo Venzone, portando distruzione in altri 136 comuni del Friuli Venezia Giulia, esempi di un modello di ricostruzione che ha funzionato e che ha avuto il suo principio cardine, nell’autodeterminazione della gente. Introducendo l’autore di Venzone. La ricostruzione di un centro storico”, il dirigente dell’Antinori Giancarlo Marcelli, ha voluto ringraziare la docente del suo istituto, grazie alla quale si è potuto concretizzare l’appuntamento. La scorsa estate, grazie al progetto di gemellaggio “ Incroci di vite e di terre” che ha riunito i gruppi scout di Camerino e Gemona, i ragazzi della città ducale e i loro genitori, sono stati ospiti del comune di Gemona per un campo scout. Durante la loro permanenza in Friuli, le famiglie camerti hanno avuto l’occasione di conoscere diverse realtà del territorio, instaurando bellissimi rapporti di amicizia e scambio; oltre Gemona, una delle mète di particolare suggestione, è stata la visita della cittadina di Venzone, perfettamente ricostruita nel suo centro storico, seguendo l’antico impianto medievale. Affascinati dalla sensibilità e dal senso di appartenenza della comunità venzonese, i genitori dei ragazzi del gruppo scout camerte, hanno pensato che fosse utile per la loro città,  uno scambio di testimonianze con  chi si è trovato ad affrontare e risolvere efficacemente, i vari aspetti drammatici di una crisi dettata dagli eventi sismici.  “ La ricostruzione del Friuli è stata un esempio significativo di un’attività molto intelligente condotta in tempi rapidi e secondo modelli efficienti, in una zona oltretutto caratterizzata da alluvioni, frane e fenomeni naturali catastrofici, tanto che da quelle parti,ogni 15 anni bisogna ricostruire qualcosa. Così il preside Marcelli nel presentare al pubblico la testimonianza di Aldo Di Bernardo, le cui parole hanno offerto ai presenti l’esempio di come quando c’è una volontà corale di farlo le gravi problematiche derivanti da una catastrofe, possono trovare risoluzione. Il vero messaggio che si lancia dopo il terremoto del Friuli- ha aggiunto- è che tutte le componenti, debbono prendersi la responsabilità di decidere; avere un obiettivo comune e perseguirlo ogni volta. E questa è la particolarità di quanto avvenuto in Friuli; l’ avere avuto in primis un’ unione di intenti a tutti i livelli, ma deve essere la gente a volerlo, in maniera del tutto omogenea, abbandonando i campanilismi e ogni aspetto che possa arrecare disturbo al regolare andamento delle cose, come dovrebbero andare. Il libro che ho curato- ha spiegato  Di Bernardo- è edito dall’ Associazione Amici di Venzone che si è presa un ruolo importante per quello che riguarda la cultura della cittadina; il sodalizio infatti cura la catalogazione e la pubblicazione dei cd. Bollettini, cioè delle pubblicazioni tematiche che ogni anno vengono edite e che in questo caso parlano proprio di quello che è stato fatto nel centro storico di Venzone che, non dimentichiamolo, è Borgo monumento Nazionale già da prima del terremoto. Questo è stato uno dei tanti punti di forza, per decidere cosa fare di un centro storico raso al suolo e capire che si può parlare di restauro. La nostra,  è stata una ricostruzione che si è mossa in un periodo storico e in un contesto della politica, profondamente diverso da quello attuale. Il Commissario straordinario Zamberletti - ha ricordato- era un Commissario straordinario all’emergenza e non ha toccato minimamente discorsi correlati alla ricostruzione che è un fatto ordinario e non legato alla straordinarietà dell’emergenza. Una volta terminato dopo pochi mesi un mandato egregiamente svolto, Zamberletti ha lasciato lo spazio a chi doveva gestire la ricostruzione che, nel 1977, erano Regione e comune. E la gente si è presa la possibilità di decidere; non ha avuto paura di nessuno;  la nostra forza è stata quella di aver trovato lascolto giusto negli amministratori pubblici di tutti i livelli, dal sindaco, al parlamentare fino al Ministro di allora.. La mia opinione personale – ha sottolineato Di Bernardo- è che la classe politica di allora era rappresentata da persone che sapevano fare vera politica a favore della gente, cosa che oggi difficilmente troviamo a tutti i livelli. Per carità, ci sono dei casi buoni , troppo spesso tuttavia si creano discrasie e situazioni di conflitto che , nel caso del terremoto del Friuli, sono state invece tutte appianate. Quella volta, come nei film di Don Camillo e Peppone, i nostri politici facevano finta di baruffare, però quando si trattava di decidere e di fare le cose, non cera verso di distruggere quella granitica unione che si era subìto creata  con il terremoto”. C.C.

Non dimenticare mai. Fare tesoro dell’esperienza che una disgrazia, qual è un terremoto devastante, può insegnare. Trasmetterlo ad altri, affinché, a loro volta, con passione e determinazione, trovino il coraggio di affrontare delle scelte e reagire con forte spirito di unione. Un messaggio commovente e denso di significati quello racchiuso in “Venzone. Storia di un terremoto ad alta voce”, nell’ambito degli appuntamenti della biblioteca itinerante di Camerino. Condensata in un libro, la storia della ricostruzione della cittadina del Friuli, colpita da due drammatici sismi nel 1976; un esempio di ricostruzione riuscita quello della cittadina medievale di Venzone, monumento nazionale dal 1965, rifatta com’era e, per quel che è stato possibile, con le stesse pietre. Ospite di Camerino, l’autore della pubblicazione Aldo Di Bernardo, membro del consiglio di amministrazione dell’associazione ‘Amici di Venzone’ e appassionato relatore di una serie di incontri tenutisi nell’auditorium dell’ITG Antinori, con il coinvolgimento di studenti e cittadini. 6 maggio e 15 settembre le date dei due violenti terremoti che, nel 1976, rasero al suolo Venzone, portando distruzione in altri 136 comuni del Friuli Venezia Giulia, esempi di un modello di ricostruzione che ha funzionato e che ha avuto il suo principio cardine, nell’autodeterminazione della gente. Introducendo l’autore di "Venzone. La ricostruzione di un centro storico”, il dirigente dell’Antinori Giancarlo Marcelli, ha voluto ringraziare la docente del suo istituto, grazie alla quale si è potuto concretizzare l’appuntamento. La scorsa estate, grazie al progetto di gemellaggio “ Incroci di vite e di terre” che ha riunito i gruppi scout di Camerino e Gemona, i ragazzi della città ducale e i loro genitori, sono stati ospiti del comune di Gemona per un campo scout. Durante la loro permanenza in Friuli, le famiglie camerti hanno avuto l’occasione di conoscere diverse realtà del territorio, instaurando bellissimi rapporti di amicizia e scambio; oltre Gemona, una delle mète di particolare suggestione, è stata la visita della cittadina di Venzone, perfettamente ricostruita nel suo centro storico, seguendo l’antico impianto medievale. Affascinati dalla sensibilità e dal senso di appartenenza della comunità venzonese, i genitori dei ragazzi del gruppo scout camerte, hanno pensato che fosse utile per la loro città,  uno scambio di testimonianze con  chi si è trovato ad affrontare e risolvere efficacemente, i vari aspetti drammatici di una crisi dettata dagli eventi sismici.

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 “ La ricostruzione del Friuli è stata un esempio significativo di un’attività molto intelligente condotta in tempi rapidi e secondo modelli efficienti, in una zona oltretutto caratterizzata da alluvioni, frane e fenomeni naturali catastrofici, tanto che da quelle parti,ogni 15 anni bisogna ricostruire qualcosa". Così il preside Marcelli nel presentare al pubblico la testimonianza di Aldo Di Bernardo, le cui parole hanno offerto ai presenti l’esempio di come "quando c’è una volontà corale di farlo" le gravi problematiche derivanti da una catastrofe, possono trovare risoluzione. Il vero messaggio che si lancia dopo il terremoto del Friuli- ha aggiunto- è che tutte le componenti, debbono prendersi la responsabilità di decidere; avere un obiettivo comune e perseguirlo ogni volta. E questa è la particolarità di quanto avvenuto in Friuli; l’ avere avuto in primis un’ unione di intenti a tutti i livelli, ma deve essere la gente a volerlo, in maniera del tutto omogenea, abbandonando i campanilismi e ogni aspetto che possa arrecare disturbo al regolare andamento delle cose, come dovrebbero andare. Il libro che ho curato- ha spiegato  Di Bernardo- è edito dall’ Associazione Amici di Venzone che si è presa un ruolo importante per quello che riguarda la cultura della cittadina; il sodalizio infatti cura la catalogazione e la pubblicazione dei cd. Bollettini, cioè delle pubblicazioni tematiche che ogni anno vengono edite e che in questo caso parlano proprio di quello che è stato fatto nel centro storico di Venzone che, non dimentichiamolo, è Borgo monumento Nazionale già da prima del terremoto. Questo è stato uno dei tanti punti di forza, per decidere cosa fare di un centro storico raso al suolo e capire che si può parlare di restauro.

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La nostra,  è stata una ricostruzione che si è mossa in un periodo storico e in un contesto della politica, profondamente diverso da quello attuale. Il Commissario straordinario Zamberletti - ha ricordato- era un Commissario straordinario all’emergenza e non ha toccato minimamente discorsi correlati alla ricostruzione che è un fatto ordinario e non legato alla straordinarietà dell’emergenza. Una volta terminato dopo pochi mesi un mandato egregiamente svolto, Zamberletti ha lasciato lo spazio a chi doveva gestire la ricostruzione che, nel 1977, erano Regione e comune. E la gente si è presa la possibilità di decidere; non ha avuto paura di nessuno;  la nostra forza è stata quella di aver trovato l'ascolto giusto negli amministratori pubblici di tutti i livelli, dal sindaco, al parlamentare fino al Ministro di allora.. La mia opinione personale – ha sottolineato Di Bernardo- è che la classe politica di allora era rappresentata da persone che sapevano fare vera politica a favore della gente, cosa che oggi difficilmente troviamo a tutti i livelli. Per carità, ci sono dei casi buoni , troppo spesso tuttavia si creano discrasie e situazioni di conflitto che , nel caso del terremoto del Friuli, sono state invece tutte appianate. Quella volta, come nei film di Don Camillo e Peppone, i nostri politici facevano finta di baruffare, però quando si trattava di decidere e di fare le cose, non c'era verso di distruggere quella granitica unione che si era subìto creata  con il terremoto”.

C.C.

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