"Insieme a Camerino per la Ricerca". Un contributo per Airc

Sabato, 23 Novembre 2019 06:55 | Letto 1595 volte   Clicca per ascolare il testo "Insieme a Camerino per la Ricerca". Un contributo per Airc Grande interesse nella città ducale per l’incontro “Insieme a Camerino per la Ricerca” che ha avuto per partner organizzativi Soroptimist International Club di Macerata, Fermo e Jesi, Rotary Club di Camerino, Innerwheel di Camerino. Ente beneficiario dell’evento, che ha potuto fregiarsi delle relazioni di eccellenze del mondo medico oncologico, la Fondazione Airc per la ricerca sul cancro. La scelta di Camerino ispirata dall’essere città della provincia cuore della ricerca scientifica universitaria e per offrire un segnale di presenza nel dare supporto e sostegno ad una comunità in difficoltà a causa del sisma. Condivisione dei service del territorio si è avuta per l’importanza delle tematiche trattate e per la finalità di servizio propria dei club. L’immagine positiva di una città viva che risponde con la creatività e l’impegno alla situazione di disagio, nelle parole di saluto portate dal sindaco Sandro Sborgia, e dal presidente del Rotary Club Mario Cavallaro. Nel ricordare che Airc riceve dalle Marche quasi 3 milioni di euro che vanno ad aggiungersi ai 108 milioni incassati dall’associazione in Italia, la presidente del Comitato Marche dell’Airc Anna Costa Volpini ha fornito altri numeri relativi ai 5 mila ricercatori e ai 520mila progetti di Airc e dai quali ci si augura che nasca qualcosa di grande. A evidenziare il lavoro egregio che gli oncologi d’eccellenza delle Area Vasta 3 stanno portando avanti in un periodo difficile per la sanità italiana è stato il direttore Alessandro Maccioni che ha tenuto a sottolineare, pur nella ristrettezza di risorse, la garanzia di una sanità di qualità. In platea anche lonorevole Tullio PatassiniCoordinatrice degli interventi Cristina Monachesi dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Macerata e socia Soroptimist Club di Macerata. La scelta di supportare Camerino motivata anche dalla presenza di tanti giovani ai quali l’Associazione Ricerca sul Cancro si rivolge con numerosi percorsi innovativi. In riferimento ad una popolazione più fragile a causa del forte sconvolgimento psico-emotivo, si è detto della maggiore possibilità di insorgenza di malattie anche di tipo oncologico, prospettando come utile l’ipotesi di un adeguato studio epidemiologico. “La rivoluzione dell’immunoterapia nella cura dei tumori e l’importanza della filantropia per il successo della scienza” al centro della relazione di Angela Santoni, ordinario all’ Università di Roma “La Sapienza”. La ricercatrice dell’Airc, riferimento internazionale per gli studi sull’immunoterapia, ha fornito una sintesi di quelle che sono le scoperte degli ultimi anni e che, almeno per alcuni tipi di tumore, hanno rivoluzionato l’approccio terapeutico. Per introdurre la nuova frontiera dell’immunoterapia sempre più utilizzata nella lotta ai tumori con vantaggio di sopravvivenza dei pazienti, la ricercatrice ha sottolineato il cambiamento di prospettiva rispetto alla poca fiducia che per molto tempo gli oncologi hanno dato al sistema immunitario non attribuendogli un ruolo così importante. Qualcosa è cambiato nel 2011 perché ci si è accorti che in realtà il tumore, da una parte è in grado promuovere un processo infiammatorio che può sfociare in una situazione neoplastica e, dall’altra parte, il tumore in qualche modo cerca di sfuggire al controllo e al meccanismo di difesa del sistema immunitario. Alla base dell’immunoterapia c’è l’idea di “educare” e stimolare il sistema immunitario in modo da avere una risposta che può essere di vantaggio per l’organismo, eliminando le cellule tumorali. Gran parte delle terapie nei confronti dei tumori finora si sono basate sulla chemio e sulla radio-terapia ma oggi si può pensare di istruire il sistema immunitario. Santoni ha osservato che forse il futuro dell’oncologia è la combinazione di più approcci terapeutici. “ Ciò non significa che tutto quello che è stato fatto prima non conta, anzi, anche la chemioterapia e la radioterapia hanno imparato a dialogare col sistema immunitario ma, la sopravvivenza maggiore dei pazienti si ha con la combinazione di più terapie”. I risultati a cui si è giunti si devono naturalmente agli importanti progressi nella ricerca. Ricerca che ha costi elevatissimi: un progetto annuale di ricerca costa dai 50 agli 80 mila euro e un ricercatore che lavora in laboratorio costa 35 mila euro l’anno. Inevitabile dunque che, soprattutto in un paese come il nostro, la ricerca debba avvalersi di benefattori e donatori “ E’ per questo che il concetto di filantropia di Aristotele continua ad avere un’importanza notevole – ha sottolineato Angela Santoni- perché è un valore che fa bene e, nel campo oncologico italiano, l’Airc detiene il primato. Nel 2018 Airc e Firc hanno distribuito 108 milioni divisi in borse di studio per l’Italia e per l’estero e per far sì che i nostri giovani abbiano l’entusiasmo di ritornare nel nostro Paese per fare ricerca Da quando è nata, l’Associazione Ricerca sul Cancro ha raccolto un miliardo e 300 milioni; ha20 mila volontari ai quali si aggiungono tanti sostenitori ”senza i quali i cinquemila ricercatori di Airc potrebbero fare molto poco”. In merito alla terapia immunitaria, il cui vantaggio rappresenta una speranza di sopravvivenza nei pazienti il direttore dell’UOC Oncologia Ospedale di Macerata Nicola Battelli ha denunciato però i costi troppo elevati dei farmaci. L’argomento centrale del suo intervento è stata poi la prevenzione legata al cancro della mammella. “ Il tumore nasce perché le cellule tendono a modificarsi e la crescita incontrollata delle cellule tumorali e la trasformazione, avviene sia per cause esterne ( alcool alimentazione, fumo, stile di vita, sedentarietà) sia per cause interne (legate al patrimonio genetico o alla familiarità). Possiamo agire sulle cause esterne, ma ben poco su quelle interne. Da qui nascono due tipi diversi di prevenzione: quella primaria che è quella di eliminare i fattori di rischio ( non fumare, muoversi di più) e la prevenzione secondaria cioè sottoporsi a mammografia in modo da intervenire subito su tumori di piccole dimensioni e avere più possibilità di ottenere una guarigione. “ La prevenzione da sola ha dimostrato che non serve a nulla per aumentare la sopravvivenza dei tumori, la terapia da sola dopo l’intervento non serve a nulla ma nel tumore della mammella è fondamentale l’associazione tra prevenzione e terapia medica come tra immunoterapia e chemioterapia. Adottare uno stile di vita- ha continuato Battelli- ci permette di evitare di arrivare a situazioni paradossali. L’associazione Italiana di oncologia medica ha individuato delle situazioni che possono far aumentare il rischio di tumori: fumo, sedentarietà, alcool, doping, alimentazione scorretta, esposizione ad onde elettromagnetiche e raggi UVA e malattie sessualmente trasmesse (papilloma virus). Con un corretto stile di vita si possono prevenire circa il 60 per cento di tutte le forme tumorali. Circa il 90 per cento dei tumori della mammella sono sporadici e senza base ereditaria e nei tumori della mammella ereditari, sono i geni ad individuare dei soggetti più a rischio di sviluppare un cancro, nonché le mutazioni alle quali possiamo essere quotidianamente esposti e che l’organismo non è in grado di correggere. Diversa la mutazione germinale per cui una persona ha nel suo Dna un’alterazione che può trasmettere ai suoi figli e qui è importante fare il test genetico. “ Fatti 100 i tumori della mammella il 10 per cento possono essere definiti ereditari. E’ chiaro che nel momento in cui è presente una mutazione genetica, il tumore potrà venir fuori se vi si associa uno stile di vita non perfetto che è quel qualcosa che fa innescare la problematica oncologica. Quando sono presenti più casi in famiglia di tumore della mammella è importante fare il test genetico”. Battelli ha poi detto che gli stili di vita sono fondamentali nella prevenzione del tumore della mammella; tra i fattori di rischio c’è l’obesità che favorisce molte forme tumorali. Prediligere alimenti protettivi come verdure, cavolfiori e frutta, mangiare pochi dolci e pochi zuccheri raffinati . Fondamentale per evitare l’insorgenza di tante malattie, fare attività fisica almeno 3 ore la settimana. Di Epidemiologia del carcinoma mammario ha parlato quindi la dott.ssa Benedetta Ferretti, Responsabile UOSD di Oncologia Camerino, San Severino, associandola al registro tumori e ricordando anche il registro tumori di Camerino che è stato già validato nel 1991. Riferiti al cancro in Italia i numeri presentati facendo anche riferimento ai dati “Passi” ricerca telefonica che viene fatta a livello aziendale con questionari standardizzati e rivolta ad una popolazione superiore ai 18 anni . Quanto ai numeri dell’incidenza dei Tumori e stima dei tumori del 2019 in Italia i nuovi casi sono 371 mila e circa 1000 i nuovi casi di diagnosi di tumore al giorno. Il tumore della mammella rappresenta in assoluto il tumore più frequente e ovviamente più frequente nel sesso femminile: i tumori presentano poi un’incidenza che aumenta nettamente con l’età. “Più del 50% dei Tumori vengono diagnosticati in soggetti che hanno superato i 70 anni e di questo bisognerà tener presente sia nei programmi di assistenza attuali sia futuri perché la quota dei soggetti che superano i 65 anni sta progressivamente aumentando e vi ritroviamo sia soggetti che risultano anziani ma che sono in ottime condizioni, sia soggetti fragili ai quali poi si associa tutta la sempre più importante problematica assistenziale”. Tanti i numeri riferiti dalla dott.ssa Ferretti e definiti di fondamentale importanza in quanto è proprio sulla base dei dati che è possibile capire leffettiva entità del problema, fare un confronto fra le regioni e anche fra le diverse aree delle Marche così da approntare magari diverse programmazioni sanitarie “con delle finalità mirate e soprattutto implementare il paziente in ricerca, reti oncologiche, aderenza ai programmi di screening, perché sono la presa in carico globale del paziente sin dall’inizio può garantire una sopravvivenza e una guarigione perché per il tumore della mammella, possiamo parlare di guarigione”. In chiusura l’intervento dello psicologo psicoterapeuta Valerio Valeriani, coordinatore ATS 16 -17 e 18 dedicato agli effetti del sisma sulla salute della comunità “ Il fatto che sia stata prorogata l’emergenza è perché siamo tutti  ancora in fase di emergenza, non tanto perché si vedono poche gru e sono stati rimessi a posto pochi mattoni,  lo siamo perché non abbiamo idea di cosa accadrà e non è ripartita un’idea di futuro. Siamo ancora in una situazione di stallo, d’incertezza e di attesa. Attesa continua e allora, ci si ammala. Credo che quello che serva e vada poi ad impregnare tutte le scelte che si fanno, è di rendere le persone protagoniste del proprio percorso di cura, mettere in moto la mente e desiderare il proprio futuro Serve fortemente un progetto partecipato che riattivi le persone e le faccia diventare protagoniste del proprio futuro”. cc
Grande interesse nella città ducale per l’incontro “Insieme a Camerino per la Ricerca” che ha avuto per partner organizzativi Soroptimist International Club di Macerata, Fermo e Jesi, Rotary Club di Camerino, Innerwheel di Camerino. Ente beneficiario dell’evento, che ha potuto fregiarsi delle relazioni di eccellenze del mondo medico oncologico, la Fondazione Airc per la ricerca sul cancro. La scelta di Camerino ispirata dall’essere città della provincia cuore della ricerca scientifica universitaria e per offrire un segnale di presenza nel dare supporto e sostegno ad una comunità in difficoltà a causa del sisma. Condivisione dei service del territorio si è avuta per l’importanza delle tematiche trattate e per la finalità di servizio propria dei club. L’immagine positiva di una città viva che risponde con la creatività e l’impegno alla situazione di disagio, nelle parole di saluto portate dal sindaco Sandro Sborgia, e dal presidente del Rotary Club Mario Cavallaro. Nel ricordare che Airc riceve dalle Marche quasi 3 milioni di euro che vanno ad aggiungersi ai 108 milioni incassati dall’associazione in Italia, la presidente del Comitato Marche dell’Airc Anna Costa Volpini ha fornito altri numeri relativi ai 5 mila ricercatori e ai 520mila progetti di Airc e dai quali ci si augura che nasca qualcosa di grande. A evidenziare il lavoro egregio che gli oncologi d’eccellenza delle Area Vasta 3 stanno portando avanti in un periodo difficile per la sanità italiana è stato il direttore Alessandro Maccioni che ha tenuto a sottolineare, pur nella ristrettezza di risorse, la garanzia di una sanità di qualità. In platea anche l'onorevole Tullio Patassini
Coordinatrice degli interventi Cristina Monachesi dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Macerata e socia Soroptimist Club di Macerata. La scelta di supportare Camerino motivata anche dalla presenza di tanti giovani ai quali l’Associazione Ricerca sul Cancro si rivolge con numerosi percorsi innovativi. In riferimento ad una popolazione più fragile a causa del forte sconvolgimento psico-emotivo, si è detto della maggiore possibilità di insorgenza di malattie anche di tipo oncologico, prospettando come utile l’ipotesi di un adeguato studio epidemiologico.
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“La rivoluzione dell’immunoterapia nella cura dei tumori e l’importanza della filantropia per il successo della scienza” al centro della relazione di Angela Santoni, ordinario all’ Università di Roma “La Sapienza”. La ricercatrice dell’Airc, riferimento internazionale per gli studi sull’immunoterapia, ha fornito una sintesi di quelle che sono le scoperte degli ultimi anni e che, almeno per alcuni tipi di tumore, hanno rivoluzionato l’approccio terapeutico. Per introdurre la nuova frontiera dell’immunoterapia sempre più utilizzata nella lotta ai tumori con vantaggio di sopravvivenza dei pazienti, la ricercatrice ha sottolineato il cambiamento di prospettiva rispetto alla poca fiducia che per molto tempo gli oncologi hanno dato al sistema immunitario non attribuendogli un ruolo così importante. Qualcosa è cambiato nel 2011 perché ci si è accorti che in realtà il tumore, da una parte è in grado promuovere un processo infiammatorio che può sfociare in una situazione neoplastica e, dall’altra parte, il tumore in qualche modo cerca di sfuggire al controllo e al meccanismo di difesa del sistema immunitario. Alla base dell’immunoterapia c’è l’idea di “educare” e stimolare il sistema immunitario in modo da avere una risposta che può essere di vantaggio per l’organismo, eliminando le cellule tumorali. Gran parte delle terapie nei confronti dei tumori finora si sono basate sulla chemio e sulla radio-terapia ma oggi si può pensare di istruire il sistema immunitario. Santoni ha osservato che forse il futuro dell’oncologia è la combinazione di più approcci terapeutici. “ Ciò non significa che tutto quello che è stato fatto prima non conta, anzi, anche la chemioterapia e la radioterapia hanno imparato a dialogare col sistema immunitario ma, la sopravvivenza maggiore dei pazienti si ha con la combinazione di più terapie”. I risultati a cui si è giunti si devono naturalmente agli importanti progressi nella ricerca. Ricerca che ha costi elevatissimi: un progetto annuale di ricerca costa dai 50 agli 80 mila euro e un ricercatore che lavora in laboratorio costa 35 mila euro l’anno. Inevitabile dunque che, soprattutto in un paese come il nostro, la ricerca debba avvalersi di benefattori e donatori “ E’ per questo che il concetto di filantropia di Aristotele continua ad avere un’importanza notevole – ha sottolineato Angela Santoni- perché è un valore che fa bene e, nel campo oncologico italiano, l’Airc detiene il primato. Nel 2018 Airc e Firc hanno distribuito 108 milioni divisi in borse di studio per l’Italia e per l’estero e per far sì che i nostri giovani abbiano l’entusiasmo di ritornare nel nostro Paese per fare ricerca Da quando è nata, l’Associazione Ricerca sul Cancro ha raccolto un miliardo e 300 milioni; ha20 mila volontari ai quali si aggiungono tanti sostenitori ”senza i quali i cinquemila ricercatori di Airc potrebbero fare molto poco”.
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In merito alla terapia immunitaria, il cui vantaggio rappresenta una speranza di sopravvivenza nei pazienti il direttore dell’UOC Oncologia Ospedale di Macerata Nicola Battelli ha denunciato però i costi troppo elevati dei farmaci. L’argomento centrale del suo intervento è stata poi la prevenzione legata al cancro della mammella. “ Il tumore nasce perché le cellule tendono a modificarsi e la crescita incontrollata delle cellule tumorali e la trasformazione, avviene sia per cause esterne ( alcool alimentazione, fumo, stile di vita, sedentarietà) sia per cause interne (legate al patrimonio genetico o alla familiarità). Possiamo agire sulle cause esterne, ma ben poco su quelle interne. Da qui nascono due tipi diversi di prevenzione: quella primaria che è quella di eliminare i fattori di rischio ( non fumare, muoversi di più) e la prevenzione secondaria cioè sottoporsi a mammografia in modo da intervenire subito su tumori di piccole dimensioni e avere più possibilità di ottenere una guarigione. “ La prevenzione da sola ha dimostrato che non serve a nulla per aumentare la sopravvivenza dei tumori, la terapia da sola dopo l’intervento non serve a nulla ma nel tumore della mammella è fondamentale l’associazione tra prevenzione e terapia medica come tra immunoterapia e chemioterapia. Adottare uno stile di vita- ha continuato Battelli- ci permette di evitare di arrivare a situazioni paradossali. L’associazione Italiana di oncologia medica ha individuato delle situazioni che possono far aumentare il rischio di tumori: fumo, sedentarietà, alcool, doping, alimentazione scorretta, esposizione ad onde elettromagnetiche e raggi UVA e malattie sessualmente trasmesse (papilloma virus). Con un corretto stile di vita si possono prevenire circa il 60 per cento di tutte le forme tumorali. Circa il 90 per cento dei tumori della mammella sono sporadici e senza base ereditaria e nei tumori della mammella ereditari, sono i geni ad individuare dei soggetti più a rischio di sviluppare un cancro, nonché le mutazioni alle quali possiamo essere quotidianamente esposti e che l’organismo non è in grado di correggere. Diversa la mutazione germinale per cui una persona ha nel suo Dna un’alterazione che può trasmettere ai suoi figli e qui è importante fare il test genetico. “ Fatti 100 i tumori della mammella il 10 per cento possono essere definiti ereditari. E’ chiaro che nel momento in cui è presente una mutazione genetica, il tumore potrà venir fuori se vi si associa uno stile di vita non perfetto che è quel qualcosa che fa innescare la problematica oncologica. Quando sono presenti più casi in famiglia di tumore della mammella è importante fare il test genetico”. Battelli ha poi detto che gli stili di vita sono fondamentali nella prevenzione del tumore della mammella; tra i fattori di rischio c’è l’obesità che favorisce molte forme tumorali. Prediligere alimenti protettivi come verdure, cavolfiori e frutta, mangiare pochi dolci e pochi zuccheri raffinati . Fondamentale per evitare l’insorgenza di tante malattie, fare attività fisica almeno 3 ore la settimana.
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Di Epidemiologia del carcinoma mammario ha parlato quindi la dott.ssa Benedetta Ferretti, Responsabile UOSD di Oncologia Camerino, San Severino, associandola al registro tumori e ricordando anche il registro tumori di Camerino che è stato già validato nel 1991. Riferiti al cancro in Italia i numeri presentati facendo anche riferimento ai dati “Passi” ricerca telefonica che viene fatta a livello aziendale con questionari standardizzati e rivolta ad una popolazione superiore ai 18 anni . Quanto ai numeri dell’incidenza dei Tumori e stima dei tumori del 2019 in Italia i nuovi casi sono 371 mila e circa 1000 i nuovi casi di diagnosi di tumore al giorno. Il tumore della mammella rappresenta in assoluto il tumore più frequente e ovviamente più frequente nel sesso femminile: i tumori presentano poi un’incidenza che aumenta nettamente con l’età. “Più del 50% dei Tumori vengono diagnosticati in soggetti che hanno superato i 70 anni e di questo bisognerà tener presente sia nei programmi di assistenza attuali sia futuri perché la quota dei soggetti che superano i 65 anni sta progressivamente aumentando e vi ritroviamo sia soggetti che risultano anziani ma che sono in ottime condizioni, sia soggetti fragili ai quali poi si associa tutta la sempre più importante problematica assistenziale”. Tanti i numeri riferiti dalla dott.ssa Ferretti e definiti di fondamentale importanza in quanto è proprio sulla base dei dati che è possibile capire l'effettiva entità del problema, fare un confronto fra le regioni e anche fra le diverse aree delle Marche così da approntare magari diverse programmazioni sanitarie “con delle finalità mirate e soprattutto implementare il paziente in ricerca, reti oncologiche, aderenza ai programmi di screening, perché sono la presa in carico globale del paziente sin dall’'inizio può garantire una sopravvivenza e una guarigione perché per il tumore della mammella, possiamo parlare di guarigione”.
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In chiusura l’intervento dello psicologo psicoterapeuta Valerio Valeriani, coordinatore ATS 16 -17 e 18 dedicato agli effetti del sisma sulla salute della comunità “ Il fatto che sia stata prorogata l’emergenza è perché siamo tutti  ancora in fase di emergenza, non tanto perché si vedono poche gru e sono stati rimessi a posto pochi mattoni,  lo siamo perché non abbiamo idea di cosa accadrà e non è ripartita un’idea di futuro. Siamo ancora in una situazione di stallo, d’incertezza e di attesa. Attesa continua e allora, ci si ammala. Credo che quello che serva e vada poi ad impregnare tutte le scelte che si fanno, è di rendere le persone protagoniste del proprio percorso di cura, mettere in moto la mente e desiderare il proprio futuro Serve fortemente un progetto partecipato che riattivi le persone e le faccia diventare protagoniste del proprio futuro”.
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