Contraffazione. Sequestrati e oscurati 98 siti Web

Giovedì, 05 Dicembre 2019 12:27 | Letto 824 volte   Clicca per ascolare il testo Contraffazione. Sequestrati e oscurati 98 siti Web Prodotti contraffatti di abbigliamento e accessori di noti marchi nazionali e internazionali. E quanto commercializzavano 98 siti Web scoperti e oscurati dalle Fiamme Gialle di Macerata, sotto la direzione del Procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio. Le indagini hanno accertato che i gestori dei siti, per sviare e rendere difficile lattività di polizia giudiziaria, avevano collocato allestero i siti: Germania, Francia, Danimarca, Stati Uniti, Panama, Cina, Gran Bretagna. Enorme lillecito giro daffari stroncato.Tutto è partito da una denuncia di un cittadino italiano che, dopo aver acquistato un giubbetto spacciato come Moncler, è un paio di scarpe Golden Goose, ha avuto il sospetto che si trattasse di merce contraffatta. Abbiamo innanzitutto chiesto alle case madri se quei due prodotti fossero originali - ha spiegato il comandante di Compagnia di Macerata, capitano Emilio Fuscellaro - e poi abbiamo inviato linformativa alla procura della Repubblica di Macerata. Il procuratore Giovanni Giorgio ha deciso poi di estendere lattività per tentare di ricostruire la filiera del falso. abbiamo monitorato circa 200 siti, e alle case madri di quattro principali marchi (Golden Goose, Stone Island, Pinko e Moncler) se i siti fossero legittimati a commercializzare i loro prodotti e se quelli fossero contraffatti. Prezioso è stato il contributo del perito esperto in contraffazione, Pietro Dal Ben. La guardia di finanza è riuscita ad evidenziare come i siti fossero fuori legge e come, soprattutto, il materiale fosse contraffatto. È emerso anche che in alcuni di questi siti era possibile effettuare ordini allingrosso, per ingenti quantità. Evidente, dunque, limponenza del giro daffari. Tra laltro - ha sottol il capitano - tutti questi siti traevano facilmente in inganno poiché presentavano immagini originali prese dei siti delle case madri, violando anche la legge sul copyright . A illustrare nello specifico le modalità per riconoscere quando un sito vende merce contraffatta è stato Dal Ben: Alcuni siti avevano copiato non solo le immagini della merce ma anche anche una parte della pagina ufficiale delle case madri, e avevano un dominio molto simile alloriginale. Questi siti erano particolarmente idonei a ingannare le persone. Va ricordato anche che chi acquista merce contraffatta, seppur online e inconsciamente (diverso il caso ad esempio di chi compra prodotti in spiaggia che lo fa consapevolmente), incorre comunque in una multa di non meno di 250€. Un altro modo per capire se il sito non è affidabile - aggiunge - è di provare modalità di pagamento sicuro come PayPal o American Express che ridanno indietro i soldi. Mettono il logo ma poi quando allatto di pagare non ti permettono di concludere se non con Visa. Da parte sua il procuratore Giorgio ha fatto un riepilogo di alcuni dati sulle-commerce e la contraffazione: I consumatori che comprano online sono 19milioni per un giro di affari smisurato e in questo contesto la contraffazione cresce del 15,6% a livello mondiale. I prodotti italiani sono fra i più contraffatti. Le indagini su questo caso sono state particolarmente complicate anche perché i titolari dei siti e i server non erano in Italia (ma in Cina, Gran Bretagna, Germania, Francia, Danimarca e Panama).  g.g.

Prodotti contraffatti di abbigliamento e accessori di noti marchi nazionali e internazionali. E' quanto commercializzavano 98 siti Web scoperti e oscurati dalle Fiamme Gialle di Macerata, sotto la direzione del Procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio. Le indagini hanno accertato che i gestori dei siti, per sviare e rendere difficile l'attività di polizia giudiziaria, avevano collocato all'estero i siti: Germania, Francia, Danimarca, Stati Uniti, Panama, Cina, Gran Bretagna. Enorme l'illecito giro d'affari stroncato.
Tutto è partito da una denuncia di un cittadino italiano che, dopo aver acquistato un giubbetto spacciato come Moncler, è un paio di scarpe Golden Goose, ha avuto il sospetto che si trattasse di merce contraffatta. "Abbiamo innanzitutto chiesto alle case madri se quei due prodotti fossero originali - ha spiegato il comandante di Compagnia di Macerata, capitano Emilio Fuscellaro - e poi abbiamo inviato l'informativa alla procura della Repubblica di Macerata. Il procuratore Giovanni Giorgio ha deciso poi di estendere l'attività per tentare di ricostruire la filiera del falso. abbiamo monitorato circa 200 siti, e alle case madri di quattro principali marchi (Golden Goose, Stone Island, Pinko e Moncler) se i siti fossero legittimati a commercializzare i loro prodotti e se quelli fossero contraffatti. Prezioso è stato il contributo del perito esperto in contraffazione, Pietro Dal Ben". La guardia di finanza è riuscita ad evidenziare come i siti fossero fuori legge e come, soprattutto, il materiale fosse contraffatto. È emerso anche che in alcuni di questi siti era possibile effettuare ordini all'ingrosso, per ingenti quantità. Evidente, dunque, l'imponenza del giro d'affari. "Tra l'altro - ha sottol il capitano - tutti questi siti traevano facilmente in inganno poiché presentavano immagini originali prese dei siti delle case madri, violando anche la legge sul copyright ". A illustrare nello specifico le modalità per riconoscere quando un sito vende merce contraffatta è stato Dal Ben: "Alcuni siti avevano copiato non solo le immagini della merce ma anche anche una parte della pagina ufficiale delle case madri, e avevano un dominio molto simile all'originale. Questi siti erano particolarmente idonei a ingannare le persone". Va ricordato anche che chi acquista merce contraffatta, seppur online e inconsciamente (diverso il caso ad esempio di chi compra prodotti in spiaggia che lo fa consapevolmente), incorre comunque in una multa di non meno di 250€. "Un altro modo per capire se il sito non è affidabile - aggiunge - è di provare modalità di pagamento sicuro come PayPal o American Express che ridanno indietro i soldi. Mettono il logo ma poi quando all'atto di pagare non ti permettono di concludere se non con Visa". 
Da parte sua il procuratore Giorgio ha fatto un riepilogo di alcuni dati sull'e-commerce e la contraffazione: "I consumatori che comprano online sono 19milioni per un giro di affari smisurato e in questo contesto la contraffazione cresce del 15,6% a livello mondiale. I prodotti italiani sono fra i più contraffatti. Le indagini su questo caso sono state particolarmente complicate anche perché i titolari dei siti e i server non erano in Italia (ma in Cina, Gran Bretagna, Germania, Francia, Danimarca e Panama). 

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