Notizie di cronaca nelle Marche
"Il momento dei ritorni". È stato definito così, dalla direttrice dei Musei civici e diocesani di Camerino, Barbara Mastrocola, questo periodo caratterizzato dal "ritorno a casa" delle opere d'arte appartenenti alla città ducale.
Dopo la "Giulia da Varano" del Dosso Dossi tornata nel 2019, questa mattina i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale hanno restituito alla Fondazione Ma.So.Si.Ba dell'Arcidiocesi di Camerino il dipinto di scuola veneta del XVI secolo che rafigura "Diana e Atteone", trafugato nel 1981.

Un'importante opera pittorica che era custodita nel Castello di Lanciano di Castelraimondo e che è stata recuperata non appena comparsa sul mercato antiquariale, quando stava per essere battuta in vendita da una casa d'aste lombarda.

"Quando un'opera viene rubata molti anni prima, come in questo caso - ha detto il comandante provinciale dei carabinieri, Nicola Candido - è difficile risalire a tutti i passaggi che l'hanno portata alla casa d'asta, soprattutto perchè ci sono dei casi in cui le opere sono accompagnate da documentazioni che possono facilmente trarre in inganno gli acquirenti. In questo caso è stato molto importante il lavoro della sezione Antiquariato dell'Arma perchè il quadro era stato inserito nella banca dati delle opere da ricercare".

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Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano e condotte da militari della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo TPC, hanno consentito di identificare il mandatario a vendere dell'opera. È stata così ricostruita la catena dei vari passaggi di mano del bene, fino a giungere a un noto faccendiere di settore, che ha tentato di mascherare la provenienza del dipinto, dichiarando di averlo acquistato da una persona deceduta anni addietro, con l'intento di vanificare le indagini.

Il ringraziamento ai militari dell'Arma è unanime, come sottolineano il presidente della Fondazione Ma.So.Gi.Ba, Luigi Tapanelli, e l'arcivescovo Francesco Massara.
"Un segno importante di ripartenza per il nostro territorio - ha detto Tapanelli - che in questo momento sta attraversando diverse difficoltà per varie ragioni; ci dà speranza per il futuro".

"Grazie ai carabinieri - ha ribadito Massara - è stato possibile recuperare questa opera d'arte e restituirla alla sua comunità. È un bel segno di gioia e speranza per il futuro, così come lo è l'impegno dei carabinieri che sono sempre al servizio delle comunità, in particolare quelle colpite dal sisma".

L'arte come volano di una terra ferita è ciò che il sindaco Sandro Sborgia ha voluto evidenziare, soprattutto appellandosi agli enti sovracomunali affinchè i centri dell'entroterra vengano valorizzati per le loro peculiarità: "Questo nuovo ritorno - ha detto - testimonia quanto sia importante il patrimonio culturale e artistico della nostra città. È un rinnovato invito agli amanti dell'arte a riscoprire quanto questa terra ha di bello da offrire. Ma è anche un richiamo alla politica in generale, perchè finalmente ponga lo sguardo alle aree interne della regione e metta a disposizione ogni sforzo possibile per valorizzare questi territori. Credo che, se avessimo la piena consapevolezza delle risorse di questa area spesso marginalizzata e anche poco apprezzata, ne trarrebbe beneficio l'intera regione. Superiamo le ristrettezze di vedute - ha chiesto il sindaco - e pensiamo che i luoghi che oggi vivono una doppia emergenza hanno una grande opportunità di rinascita attraverso la valorizzazione delle opere d'arte. Se ci fosse un impegno condiviso e consapevole sarebbe un bene per tutta la nostra comunità".
Il messaggio del rientro dell'opera è, quindi, duplice: non solo culturale e artistico, ma anche e soprattutto sociale.

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La direttrice dei Musei civici e diocesani di Camerino Barbara Mastrocola

"L'opera - spiega Barbara Mastrocola - sembra in buono stato conservativo, anche se probabilmente avrà bisogno di qualche restauro. L'iconografia è molto vicina a quella che ha rappresentato Tiziano nello stesso soggetto quindi è probabile che sia del tardo Manierismo. Al di là del valore storico-artistico che potranno approfondire gli esperti, l'importanza per noi è appunto quella del rientro a casa. Fa parte di un nucleo di dipinti rubati negli anni '80, uno era stato già ritrovato nel 2009 e questo è il secondo delle 17 opere trafugate. È importante, in questo momento difficile, ritrovare un legame con il dipinto perduto, serve a rafforzare il nostro senso di comunità.
Per l'esposizione - conclude - stiamo sistemando il deposito 'Venanzina Pennesi' e tra circa un mese il quadro sarà esposto e quindi fruibile al pubblico".

Giulia Sancricca















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Stamattina la Presidente Rosaria Del Balzo Ruiti ha consegnato al Sindaco di San Severino Marche Rosa Piermattei le chiavi della nuova autovettura che il Comune settempedano ha acquistato grazie al contributo della Fondazione Carima.

La breve cerimonia si è svolta nella suggestiva cornice dell’Abbadia di Fiastra, dove nel 2017 ha avuto luogo la prima donazione di mezzi di trasporto in favore dei Comuni del cratere sismico. L’assegnazione odierna rientra infatti nell’ambito di questa iniziativa, promossa dalla Fondazione Carima in seguito al terremoto che ha colpito la provincia di Macerata nel 2016.

Uno dei bisogni più urgenti che ci veniva rappresentato dai Sindaci a ridosso dei terribili eventi sismici – spiega la Presidente Rosaria Del Balzo Ruiti – era la necessità di dotarsi di veicoli idonei a portare soccorso alla popolazione e a presidiare i propri territori, spesso vasti e impervi. La Fondazione Carima, quindi, facendo tesoro dell’esperienza acquisita in passato in questo ambito, si è messa a disposizione delle Amministrazioni comunali terremotate per aiutarle a fronteggiare le tante situazioni di disagio e di emergenza causate dal sisma.

Si tratta di un filone di intervento a cui la Fondazione ha destinato complessivamente 600mila euro, contribuendo all’acquisto di 40 mezzi di trasporto e dunque accogliendo le istanze di altrettanti Comuni.

Siamo molto grati alla Fondazione Carima e alla sua Presidente per il contributo concesso al nostro Comune, grazie al quale – spiega il Sindaco Piermattei – abbiamo potuto acquistare un’autovettura ibrida. La nostra Amministrazione comunale è molto impegnata per la difesa dell’ambiente e del territorio. Nel 2017, in occasione della Giornata della Terra, abbiamo sottoscritto il Patto dei Sindaci per l’Ambiente impegnandoci a mettere in atto, anche negli anni successivi, una serie di azioni concrete in un’ottica sempre più “green”. Tra queste azioni rientrano l’iniziativa Plastic Free, per eliminare la plastica monouso nelle scuole, l’installazione di colonnine per la ricarica di auto elettriche, percorsi di mobilità lenta, l’acquisto di mezzi, come gli scuolabus, ad alimentazione ecologica. Il nuovo mezzo, ad alimentazione ibrida, consentirà anche un notevole risparmio.
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A che punto è la pratica affinché possa definitivamente partire il cantiere per la realizzazione della struttura del nuovo plesso “Betti”di Camerino  nell'area individuata di via Madonna delle Carceri.
Una domanda che il Presidente del consiglio dell'Istituto Comprensivo "U. Betti" di Camerino, avv. Fabio Sargenti, come rappresentante dei genitori degli alunni, ha inteso rivolgere al commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini.
"Non possiamo che prendere atto che quello riguardante la costruzione di questa scuola è un iter sofferto e pieno di intoppi – afferma l’avvocato Sargenti-. Ormai sono passati circa 5 anni dal sisma del 2016 e più che altro ne sono trascorsi quattro dal 2017 l'anno in cui questa importantissima struttura per la città fu inserita nell'apposita ordinanza dei lavori diciamo da eseguire Con somma urgenza tanto che all'epoca si ipotizzava un rientro nella nuova struttura per il settembre 2017 quindi l'anno scolastico 2017/2018 Oggi invece ci ritroviamo con un nulla di fatto in mano e con tanta preoccupazione perché se è vero che da un lato il susseguirsi di molteplici commissari ha certamente determinato un ritardo, è anche vero che ormai gli anni trascorsi sono tanti e forse troppi. Questa lettera – spiega Sargenti- è dunque un primo passo che abbiamo pensato di fare per stimolare ulteriormente le autorità preposte ad individuare una soluzione quanto più celere possibile.


Il commissario straordinario Legnini gode di stima grandissima in generale e da parte mia personale; sappiamo benissimo quello che sta facendo,soprattutto per il nostro territorio e così come per la ricostruzione del post-sisma in generale, per cui sono assolutamente certo che il commissario si stia prendendo e in ogni dove per agevolare la realizzazione di questa struttura però ormai il tempo che è passato senza un nulla di fatto è davvero troppo. È per questo che abbiamo deciso di scrivergli direttamente, più che altro per farci rendere parte partecipe appunto di tutta la trafila che stanno seguendo e soprattutto per capire che cosa si stia facendo, quali siano gli intoppi e se in qualche modo e nel nostro piccolo possiamo essere d'aiuto per agevolare la risoluzione di questa annosa vicenda. Personalmente- conclude il presidente del Consiglio dell’Istituto Betti – ho senz’altro fiducia nel commissario straordinario e sono sicuro che riuscirà a brevissimo a risolvere questo problema, tuttavia come genitori ci sentiamo in dovere non solo per i nostri figli ma nei confronti della città tutta; parliamo infatti di una struttura che adesso interessa ai nostri figli ma tra qualche anno interesserà i figli di qualcun altro e dunque porremo la massima attenzione affinché questa opera venga realizzata davvero nel più breve tempo possibile”.
c.c.

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La comunità di San severino si è stretta nel lutto per l’ultimo saluto a padre Pierino Valenti, 78 anni, frate cappuccino che per almeno vent’anni è stato un punto di riferimento insostituibile per l’Istituto Croce Bianca.

Uomo di grande cultura e apertura mentale, scrittore, teologo, psicologo, ricercatore, viaggiatore, documentarista, entrò in seminario a 12 anni per gli studi clericali.

Nel 1970 si laureò in Teologia e nel 1981 in Psicologia all’Università “La Sapienza” di Roma con una tesi sperimentale sullo “Sviluppo del pensiero operatorio in una società tribale della Guajira”. L’interesse per la ricerca lo ha spinto in Colombia nel 1980 e successivamente in Wolaita (Etiopia 1982 – 1984) allo scopo d’indagare con metodologia piagetiana sullo sviluppo cognitivo di alcuni gruppi etnici. Nel 1985 sulla cordigliera delle Ande, in Bolivia, ha realizzato due documentari per il programma “Geo & Geo” di Rai 3.

Autore di moltissimi scritti, ha promosso interessanti iniziative culturali e creato, a Cingoli, il “Salotto d’Autore”. Ha anche partecipato come correlatore a molteplici congressi.

Chi lo ha conosciuto e frequentato oggi lo ricorda come “uno di quei Padri con un cuore grande che ha sempre fatto fatica a lasciarsi andare, anche nei momenti peggiori, perché sapeva che doveva essere sempre un punto di riferimento e doveva rassicurare anche in quest’ultimo periodo, quando è stato lui per primo ad avere paura. Non sappiamo niente della morte. Abbiamo dentro solo un senso di rivolta e di impotenza, sentiamo agitarsi dentro di noi quei semi di speranza, di altruismo, di coraggio, di gioia di vivere che lui ha seminato con le parole ma, soprattutto, con l’esempio. Molti di quei semi sono germogliati e maturati e ognuno di noi possiede il testamento che lui stesso ci hai lasciato nel cuore. Ci ha insegnato che nella vita bisogna essere ottimisti perché è la speranza che muove il coraggio di vivere e concede la forza necessaria per abbandonarsi all’ordine provvidenziale, affinché tutto quello che sembra essere un veicolo cieco si trasformi in canto di gloria. È questo quello che ha sempre cercato di trasmettere anche nel corso dei 20 anni di esperienza nel difficile mondo della lotta alla tossicodipendenza all’istituto croce Bianca di San Severino Marche. A ciascuno di noi ha lasciato qualcosa, un sorriso, una parola, un ricordo e questo ci dà più forza. Qualcosa di lui è già in noi”.

Nella sua ultima pubblicazione, “Multiculture”, padre Valenti ha ricordato le sue esperienze legate alla Francia, alla Croazia, all’Etiopia e alla Bolivia. E’ qui che la sua parola ha conosciuto gli ultimi. Quella stessa parola ha dato speranza, a San Severino Marche, a tanti giovani impegnati in un percorso per uscire da un tunnel che ha spezzato anime e mietuto vite umane.
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Sottoscritto l’Accordo per portare la campagna vaccinale anti-SarsCov2 anche nelle farmacie marchigiane. Presenti alla firma l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, le strutture regionali responsabili della Sanità e i rappresentanti delle farmacie convenzionate, Assofarm per le farmacie pubbliche e Federfarma per le farmacie private.

“La volontà della Regione Marche – spiega Saltamartini -  è quella di incrementare le vaccinazioni anti Covid-19 e mettere al sicuro quanto prima l’intera popolazione. Con le farmacie, che ringrazio per la collaborazione, abbiamo quindi concordato il percorso operativo attraverso il quale diverranno nuovi punti di vaccinazione disponibili per i cittadini”.

Non appena i farmacisti avranno terminato la formazione specifica e saranno abilitati alla somministrazione del vaccino, nelle tante farmacie distribuite sul territorio regionale in modo capillare e che aderiranno all’iniziativa a titolo volontaristico,  sarà possibile eseguire le vaccinazioni anti-SarsCov2.

L’Accordo regionale, valido fino al 31 dicembre 2021, prevede che al farmacista venga riconosciuta, in coerenza con l’Accordo Quadro Nazionale, la remunerazione pari a 6 euro per ogni inoculo a cui sarà aggiunto un euro per le funzioni organizzative, per i dispositivi di protezione individuale e per i materiali di consumo.
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"La Pedemontana non si fermi a Camerino o Muccia, ma prosegua fino ad Ascoli Piceno". Questo quanto sottolineato dal presidente dell'Unione Montana Marca di Camerino Alessandro Gentilucci, intervenuto a Fermo all'incontro con i sindaci sul Recovery Plan per i comuni del cratere promosso dal presidente della regione Francesco Acquaroli per affrontare le problematiche di una ricostruzione che finalmente ha mosso i primi passi.

"Dobbiamo prendere come esempio quanto fatto dopo il sisma del 1997 per la realizzazione della superstrada che collega i nostri territori con Foligno" - il parere del presidente dell'Unione Montana, che ha poi evidenziato il problema SOA "per il quale le imprese del territorio, ferme ormai da quattro anni, sono di fatto ai margini della ricostruzione. Occorre invece fare in modo che queste possano lavorare e diventare protagoniste proprio della ricostruzione, perché ciò significa volano per lo sviluppo economico dell’intera area alto maceratese.Vogliamo una ricostruzione a misura d’uomo e di territorio - ha concluso Gentilucci - perché dalle macerie e dal dolore si riemerga con rinnovata forza e capacità di ripartenza. Ce lo chiedono i cittadini e tutti gli operatori, a cominciare dai tecnici, che operano quotidianamente su questo fronte”.

f.u.
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Il consiglio regionale delle Marche ha approvato all’unanimità la proposta di legge sulla "riorganizzazione dei tribunali e degli uffici del pubblico ministero", primo passo verso la possibile riapertura dei presidi di giustizia soppressi, tra cui il tribunale di Camerino.

“Come primo firmatario della proposta - afferma il vicepresidente dell’assise regionale Gianluca Pasqui - non posso che essere profondamente soddisfatto per l’esito di questa votazione. Ringrazio tutti i colleghi che con il loro voto hanno voluto confermare e sottolineare la rilevanza di un argomento che interessa una parte importante della popolazione marchigiana. Quella che deve fare i conti ogni giorno con infrastrutture carenti, con una cronica carenza di servizi, con uno spopolamento apparentemente inesorabile. Quella che dal 2016 deve fare anche i conti con le drammatiche conseguenze causate da un sisma che ha devastato le case e l’anima di chi vive in quelle zone. Come noto, la riforma del 2012 ha avuto come conseguenza fondamentale la soppressione di sedi di tribunale e delle relative procure della Repubblica, nell’ottica del contenimento della spesa pubblica e della stabilizzazione finanziaria e di una miglior organizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari. Nelle Marche, la riforma ebbe come effetto quello della chiusura del tribunale di Camerino. Ci si rese subito conto delle ripercussioni negative che potevano esserci, poiché era palese che sguarnendo i territori di questi importanti presidi di giustizia e del relativo apparato amministrativo si andava ad impoverire tutto un contesto, sociale, economico e civile, isolando ancora di più i cittadini delle zone più periferiche".

"A Camerino, fra l’altro, la chiusura del tribunale ha avuto effetti ancora più gravi, vista la presenza di una antica Università con Facoltà di Giurisprudenza - continua Pasqui - La concentrazione del “servizio giustizia” solo presso i tribunali delle città capoluogo di Provincia, eliminando i tribunali delle zone interne, ha reso estremamente gravoso l’accesso alla giustizia, anche a causa delle estensioni territoriali dei circondari giudiziari, nonché delle difficili condizioni orografiche, logistiche e infrastrutturali. Con questa proposta di legge alle Camere si vuole innovare il sistema delineato dal decreto legislativo 155/2012, attribuendo un ruolo attivo e propositivo alle Regioni stesse. Come ho già sottolineato, nel caso del circondario di Camerino si sono aggiunte, oltre all’impoverimento della Facoltà di Giurisprudenza, anche le difficoltà causate dal terremoto del 2016 per cui il ripristino del servizio giustizia nell’entroterra ricreerebbe pure economia e posti di lavoro. In particolare, con l’articolo 1, che introduce l’articolo 8 bis, si prevede che le Regioni interessate possono richiedere al Ministro della Giustizia che, sulla base di apposite convezioni, sia stabilito il ripristino della funzione giudiziaria, nelle rispettive sedi, dei tribunali circondariali e delle Procure della Repubblica soppressi dall’articolo 1 dello stesso d. lgs. 155/2102. Auspico ora un riscontro positivo e tempestivo da parte del Parlamento, per restituire a Camerino e alle Marche un servizio di fondamentale importanza”.

f.u.


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A Fabriano nasce l’Emporio della Salute, che insieme all’Emporio della Carità vuole essere segno di attenzione alla cura integrale della persona, grazie all’impegno della Caritas diocesana, guidata dal direttore don Marco Strona. E’ stato l’arcivescovo Francesco Massara a inaugurare e benedire la "farmacia gratuita", aperta nel pomeriggio di lunedì e la mattina di giovedì, dove verranno distribuiti farmaci da banco, donati dal "Banco Farmaceutico", con cui la Caritas ha una collaborazione. Al progetto hanno aderito anche il Lions Club di Fabriano, che partecipa attraverso il coinvolgimento dei farmacisti volontari Maria Emilia Monzali e Sebastiano Paglialunga che provvederanno alla consegna dei farmaci e ad offrire consulenze professionali, l’Inner Wheel che ha dato un contributo di 1.000 euro per l’eventuale acquisto di altri farmaci. Una sorta di mosaico, l’ha definita l’arcivescovo Massara, con la collaborazione di varie associazioni, ognuna impegnata con la propria tessera, per mettersi in rete e per fare del bene creando la grande opera della gratuità e del servizio all'altro che dà valore alla vita. “Tra gli effetti più pesanti della pandemia – ha sottolineato l’arcivescovo - c’è la riduzione delle cure da parte dei soggetti economicamente più fragili. In tanti hanno rinunciato ad acquistare farmaci necessari a causa della drastica riduzione di reddito provocata dall’emergenza Covid. Per andare incontro alle esigenze sanitarie delle fasce più povere della popolazione la Caritas diocesana ancora una volta si impegna a soccorrere i più bisognosi attraverso l’accesso gratuito a una serie di medicinali distribuiti dall’emporio della salute presso la sede Caritas di via delle Fontanelle. La sollecitudine della nostra Diocesi per i sofferenti e gli ammalati testimonia l’adesione alla missione evangelica di seguire l’esempio del buon samaritano nel farsi carico di quanti patiscono la malattia e la privazione.  La salute non riguarda soltanto l’integrità del corpo – monsignor Massara - ma la dignità di tutta la persona da tutelare sempre e in ogni modo. Nessuno è solo quando una comunità sa dare prova di unità e solidarietà”.
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La comunità di Tolentino piange Gioacchino De Angelis, scomparso all'età di 69 anni a causa del Covid. Persona molto conosciuta in città, è stato per anni il responsabile del personale della Nazareno Gabrielli. Molto impegnato nel sociale e nel mondo associazionistico ha ricoperto importanti incarichi in diverse onlus. In questi anni era stato eletto presidente dell’Avulss. Era anche parte attiva del Tavolo della Povertà.

"Un uomo davvero speciale, educatissimo nei modi, era sempre a diposizione degli altri e in particolare di chi era in difficoltà. In questo momento così triste siamo vicina alla famiglia – ha detto il sindaco Giuseppe Pezzanesi – alla moglie e ai figli. La nostra comunità perde una persona straordinaria, sempre attento alle esigenze di chi aveva bisogno. Porteremo nel cuore il suo dolce sorriso, la sua umanità e terremmo sempre nella nostra mente il suo impegno disinteressato quanto sensibile nel volontariato a disposizione degli ultimi. Il suo operato sia testimonianza ed esempio a quanti hanno svolto e svolgeranno, anche nel futuro, con amore, passione e dedizione, il loro servizio nel mondo del volontariato".
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Una “invasione” curiosa e interessata, quella che si è presentata questa mattina nel centro storico di Camerino. Studenti del corso di laurea di Architettura di Unicam, sede distaccata di Ascoli, hanno toccato con mano e osservato quale sia la reale situazione dei danni che le scosse del 2016 hanno provocato agli edifici camerti.

Abbiamo seguito gli studenti per le vie del centro e raccolto le impressioni e il significato di questa visita anche chiedendo alla professoressa Enrica Petrucci il valore didattico e l'importanza che riveste queste uscite per i futuri architetti: “ gli studenti del corso di laurea in architettura sono qui a Camerino perché stanno studiando la città e i suoi edifici più importanti, era doveroso portarli a fare un sopralluogo per verificare quello che è successo e quali sono stati gli effetti del sisma in una città che non conoscevano perché sono studenti della scuola di architettura che ha sede ad Ascoli Piceno.

CORSO DI ARCHITETTURA

Per noi e per loro era molto importante venire qui e poter vedere direttamente gli edifici oggetto del loro studio, sono rimasti molto colpiti perché comunque qui è una palestra per gli architetti in quanto si vede tutto quello che è successo. Notiamo anche un segnale di ripartenza e devo dire che si sta ragionando anche in una prospettiva diversa rispetto a qualche anno fa e vedere i primi cantiere all'interno del centro storico è un dato che è particolarmente importante anche per il futuro di questa città.”

CORSO DI ARCHITETTURA 1


Mario Staffolani
Pubblicato in Cronaca

Radioc1inblu

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62032 Camerino (MC)

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