Manca l’acqua nei pascoli di Ussita e Visso, ma stavolta la siccità e il caldo estivo non c’entrano. La denuncia arriva a gran voce dagli allevatori di bestiame ussitani, alle prese con il problema della mancanza di rifornimento idrico per gli abbeveratoi. A quota mille metri, nel Comune di Ussita, l’acqua non arriva da giorni per un problema alle condutture di prelievo dalle sorgenti in quota e gli allevatori sono costretti al trasporto dell’acqua con le autobotti. Una manovra complicata, dispendiosa economicamente e che porta via molto tempo. Per questo l’appello arriva accorato.

«Non sappiamo più come fare – denuncia Giovanni Paris, che ha in concessione alcuni terreni per il pascolo della sua mandria –. Non abbiamo acqua a sufficienza e siamo costretti ad organizzarci da soli per trasportarla fino alle cisterne. Ad oggi la soluzione offerta da parte del Comune di Ussita in collaborazione con quello di Visso è assolutamente inadeguata. L’unica certezza è che non possiamo andare avanti così».

Fino a due anni fa era la Protezione civile, in collaborazione con i due Comuni e la Regione a provvedere al trasporto dell’acqua: a partire dal 2016 sono stati loro a risolvere il problema dell’approvvigionamento. Un servizio che da quest’anno non viene più fornito. I Comuni hanno affrontato la questione creando un allaccio da alcune delle sorgenti più a monte dei pascoli. Un’opera entrata in funzione da circa venti giorni, ma che non sta dando i risultati che gli allevatori si aspettavano.

«L’acqua sgorga spontaneamente sia a quota 800 metri che a quota 1.700. Noi siamo nel mezzo – continua Paris –. Per portare l’acqua negli abbeveratoi dei nostri pascoli i Comuni di Ussita e Visso hanno creato un allaccio con un tubo da un pollice e mezzo, che in linea teorica dovrebbe portare a valle circa dieci litri di acqua al minuto. Se tutto funzionasse a dovere il problema sarebbe risolto, visto che il nostro fabbisogno è inferiore, ma non è così. Il lavoro è stato fatto in maniera sbrigativa, approssimativa: la tubatura scende da quota 1.700 metri percorrendo due chilometri, non è stata interrata, non è stata dotata di uno sfiato e al momento porta a valle poco più di due litri di acqua al minuto. Nei giorni scorsi non ne arrivava una goccia. Ci è stato detto che il problema è dovuto a una bolla d’aria, ma è inevitabile, visto che la conduttura non ha sfiati. Inoltre tubo è al sole per tutto il giorno e la poca acqua che sgorga è calda, quasi imbevibile. Il problema è tutt’altro che risolto. La situazione sta diventando un salasso economico – conclude Paris –: in questi pascoli ci sono circa quattrocento capi, tra vacche, pecore, capre e cavalli. Abbiamo bisogno di 200 quintali di acqua al giorno: significa fare almeno tre trasporti al giorno con l'autobotte. Spendo ogni giorno circa 700 euro solo per far bere il bestiame. È impossibile andare avanti così».
Il consigliere di minoranza del comune di Ussita Guido Rossi, ha presentato una Mozione al Consiglio Comunale affinché venga aggiornato il metodo tariffario per la determinazione dei corrispettivi del servizio integrato dei rifiuti e dei singoli servizi- sottolinea la nota-.
Servizi che costituiscono attività di gestione, a copertura dei costi di esercizio e di investimento, sulla base della valutazione dei costi efficienti e del principio “chi inquina paga” e la diffusione della conoscenza e della trasparenza delle condizioni di svolgimento dei servizi a beneficio dell'utenza e la tutela dei diritti degli utenti.

"E' questa una materia che abbiamo portato in discussione nell'amministrazione precedente dopo che ci siamo accorti che, nonostante il Sisma del 2016 e lo spopolamento della vallata, il comune continuava a pagare annualmente, oltre un centinaio di migliaia di euro per un servizio che era più che dimezzato- dichiara Guido Rossi-. Inoltre il Comune pagava decine di migliaia di euro per lavaggio e spazzamento di piazze chiuse perché definite in “Zona rossa”.

Per renderci conto della realtà del servizio svolto- spiega il capogruppo della minoranza -  abbiamo chiesto all'attuale Sindaca Bernardini copia del Capitolato Speciale D'Appalto per il Servizio di Igiene urbana e servizio complementare, la Sindaca non ci ha inviato il documento richiesto perché: “ la documentazione richiesta non esiste in quanto non si è mai svolta alcuna gara per l'affidamento del servizio in oggetto. Il servizio in esame, in effetti, viene assicurato da altri Enti a cui la legge ha attribuito, per competenza, le relative funzioni.....si specifica che fino all'anno 2014 il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani è stato gestito dal Cosmari, che, come noto è una società partecipata da questo Comune e dai Comuni della provincia di Macerata”.
Praticamente non si sa che cosa la società deve fare, come lo deve fare, quali sono i parametri di controllo e se, in caso di calamità o problematiche naturali il canone si riduceva o come bisognava intervenire. E' a questo punto che siamo andati a controllare anche “il Regolamento per la disciplina sulla tassa dei Rifiuti”, del quale abbiamo chiesto una variazione-integrazione nel prossimo Consiglio Comunale e, ci siamo accorti che non esiste un articolo dove venga riconosciuta una riduzione del 30% della tassa alle seconde case che vengono utilizzate in modo limitato e discontinuo per un periodo non superiore a 183 giorni all'anno, come previsto dalla legge. Quanto sopra in ottemperanza ad una sentenza del Consiglio di Stato del settembre 2017 che fa riferimento al Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea sul principio di “chi inquina paga” e che viene applicato nell'ordinamento nazionale fin dal 2008. Certo, siamo in ritardo di qualche anno per attuare un'equità tariffaria ma- conclude la nota- , in attesa delle grandi opere, pensiamo anche alla vita quotidiana delle famiglie, al rispetto delle leggi, al rispetto del denaro pubblico, a migliorare il modo di amministrare, controllare alcuni atti di Giunta che ci lasciano molto perplessi e a proporre soluzioni migliorative per il Paese, i suoi residenti e non" .
 
Mettere a disposizione dei malati o dei familiari in quarantena, le Soluzioni abitative di emergenza di Ussita rimaste libere a seguito del decesso degli assegnatari. E' la proposta che la Capogruppo di minoranza Monica Pierdomenico ha fatto al sindaco Silvia Bernardini,a seguito dei casi di positività al Covid 19 rilevati nel Comune montano.  "In assenza di strutture alberghiere,Ussita potrebbe arginare il diffondersi del contagio anche attraverso il supporto degli unici due B&B presenti sul territorio- aggiunge Monica Pierdomenico-. La situazione di convivenza  tra chi è contagiato e chi non lo è, in strutture ristrette di pochi metri, non è sicuramente delle migliori, soprattutto dal punto di vista igienico sanitario. Credo quindi che malati o familiari in quarantena abbiano bisogno di spazi diversi che rendano quantomeno più agevole il vivere quotidiano. Un utile supporto in questo senso, potrebbero fornirlo anche i due B&B di Ussita. Sulla proposta che potrebbe essere magari replicata anche in altri comuni - conclude la Capogruppo di minoranza-, attendiamo ora una valutazione e una risposta del primo cittadino di Ussita". 
c.c.

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