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Investe un cinghiale e la sua Ferrari 360 Modena prende fuoco. Sono stati attimi di paura a Muccia, in località Maddalena, quando un uomo, residente a Villa Potenza, al volante della propria fuoriserie ha investito un cinghiale. L'impatto ha provocato l'uscita di strada della Ferrari e un principio di incendio con le fiamme che hanno, poi, investito la vettura distruggendola. Per fortuna l'uomo è riuscito a mettersi in salvo e a lanciare l'allarme. Sul posto sono giunti i carabinieri e i vigili del fuoco del distaccamento di Camerino che hanno provveduto a spegnere l'incendio e a mettere in sicurezza la zona.

Inaugurata la nuova area commerciale post sisma a Castelsantangelo sul Nera. Ospita quattro esercizi terremotati che hanno chiesto di riprendere l'attività all'interno di strutture provvisorie: due bar (uno con edicola, l'altro con tabacchi), un alimentari e una norcineria. Nell'area sono presenti anche un ambulatorio medico e una farmacia, donati alla comunità dal comune di Porto Gruaro e da un'impresa. 

L'area commerciale ha una superficie di 660 mq. È dislocata sul piazzale "Pietro Piccinini", di fronte allo spazio che ospita le Sae (Soluzioni abitative d'emergenza). L'allestimento ha richiesto un finanziamento regionale di 310mila euro, sostenuto con i fondi Ue. Una forza di volontà che quasi commuove quella dgli abitanti di Castelsantangelo sul Nera; dalle loro parole e dai loro volti, la testimonianza di un amore smisurato per la loro terra. Numerosissime le persone che hanno voluto condividere con la loro presenza, la gioia di una ripartenza. 

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Al taglio del nastro,  presenti il sindaco Mauro Falcucci, il presidente della Regione Luca Ceriscioli e l'assessore Angelo Sciapichetti. " Per questo martoriato comune, che solo in termini anagrafici, è uno dei più piccoli della regione, ma non lo è sicuramente come patrimonio storico, naturalistico e architettonico- ha esordito Falcucci - oggi è un momento di contentezza. Nostro malgrado, siamo riusciti a riportare in paese le 4 attività che c'erano prima e abbiamo raggiunto il cento per cento". Il primo sentimento di riconoscenza, Falcucci lo ha rivolto a coloro che hanno creduto nella ripartenza, proseguendo col ringraziare  i tecnici comunali e la Regione Marche e, in particolare gli ingegneri Talarico e Orazi, senza dimenticare  il prezioso sostegno e supporto dei volontari di protezione civile, delle forze dell'ordine, dei vigili del fuoco. " Quando si riparte- ha detto - bisogna ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutato a potercela fare, compreso il grande cuore di tutte le donazioni che abbiamo ricevuto". All'inaugurazione presente anche il Vespa Club di Fano, città adottiva del sindaco, con il quale sin da subito dopo il sisma si è instaurato un bellissimo sodalizio sfociato in tante iniziative a favore della comunità e, da ultimo, nella donazione di panchine che arredano lo spazio all'aperto dell'area commerciale. " Noi lo abbiamo dimostrato con i fatti che vogliamo rimanere in montagna e, non con le parole -ha continuato Falcucci-; ci auguriamo che anche chi è deputato a tradurlo in norme ci ascolti, perchè noi non siamo affatto felici delle promesse vuote, nè dell'impianto del terremoto e neppure del fatto che tutti ci dicono che abbiamo ragione, ma nessuno traduce in norme. Non siamo contenti perchè in campagna elettorale, tutte le forze politiche, ci hanno fatto promesse e i cittadini hanno il sacrosanto diritto di vederle concretizzate. Tra rimandi a decreti , attesa della Finanziaria, noi siamo stanchi di aspettare; pochi eravamo e pochi siamo quassù sulla montagna ma, più determinati di prima e- ha ribadito- senza nulla togliere agli altri, le misure non possono essere uguali per tutti"

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Da ultimo il sindaco è tornato a chiedere una certezza normativa per la salvaguardia della montagna con la proposta di "riesumare l'antica legge speciale sulla tutela delle aree montane: Non costa nullabasta riadattarla alle esigenze del 2018 e applicarla, dopodichè potrà nei fatti esservi un aiuto per chi rimane in montagna, una deroga per le scuole, per i servizi sociali, una migliore contribuzione, servizi telematici  e una 'zona franca' vera, per tutta  la montagna italiana.  E' la legge n.97 del 1994 ed è un diritto costituzionale, non una nostra banale richiesta; una legge che prevede che le aree montane siano tutelate insieme all'uomo, che ne costituisce il suo elemento pregnante e che in montagna, dalle Alpi a Reggio Calabria, è in via di estinzione.  Per carenza di decreti legislativi attuativi di quella legge di ben 24 anni fa,abbiamo chiuso ospedali, dobbiamo chiedere deroghe per tenere aperte le scuole. Non è questo un Paese che rispetta e attua la Costituzione. La montagna è un valore inestimabile, fatto da 10 milioni di cittadini che soffrono tutti i giorni".  Tra le misure di cui il sindaco ha chiesto vengano quanto prima prese in esame, l'ordinanza per i dissesti idrogeologic che deve essere licenziata dalla Corte dei Contii e i decreti per conferire gli incarichi per i Piani Attuativi e rendere possibili percorsi concertati, per eventuali modifiche, con i cittadini. "Noi non demordiamo e i nostri diritti li pretendiamo".

Nel suo intervento, il presidente Ceriscioli ha riferito dell'incontro con il vicepremier Di Maio, giunto a Fabriano per l'inaugurazione della prima scuola pubblica . " Ho colto in lui l'atteggiamento giusto di chi vuol capire e conoscere la realtà. Tra le cose che ho voluto evidenziargli, una costante attenzione a semplificare e il discorso delle 'zone franche". Immaginate- ha detto il presidente- se per queste 4 attività che oggi ripartono, alle quali va il nostro plauso per il coraggio e la determinazione che ci hanno messo, che tipo di economia si potrebbe generare se come a Livigno non dovessero pagare l'Iva. Sarebbe una misura giusta, perchè poter avere una spinta del genere per 10 o 15 anni, aiuterebbe tutta l'area. Chiaro che se la misura la pensassimo per 87 comuni, il MEF non ce l' accorderebbe mai ma, applicata a un numero di attività limitate concentrate nei piccoli comuni montani, allo Stato non costerebbe nulla e, per il territorio più duramente colpito, potrebbe significare tanto. Noi dalla pazienza e dalla caparbietà del popolo marchigiano, ogni volta siamo tornati con qualche richiesta in meno in quanto, goccia a goccia, vengono accolte. Sarebbe stato meglio fossero state accolte prima, ma, la cosa bella che ha detto il vicepremier, è l'intenzione di ascoltare i territori. Ci auguriamo che ciò avvenga veramente perchè chi sta in prima linea tutti i giorni, può raccontare quello che serve per superare le difficoltà e per riuscire a portare  fino in fondo questo percorso. noi spesso ci facciamo portavoce di quello che ci prospettano i sindaci e le persone  Ma siamo fiduciosi perchè tante cose che ieri sembravano impossibili, sono state fatte. E' vero comunque che non dobbiamo tornare indietro: sarà molto importante confermare le 700 persone che oggi lavorano per il sisma e che, secondo le norme attuali, il 31 dicembre prossimo dovrebbero tornare a casa e, dopo che hanno imparato il loro lavoro per due anni, sarebbe davvero assurdo. Secondo punto importante,- ha concluso Cerescioli-  noi continueremo a lavorare per l'altra parte del bicchiere;oggi siamo qui a condividere la gioia per la ripartenza delle attività commerciali ma,  quello che ci auguriamo, è di poter tornare qui ad inaugurare la prima casa della ricostruzione. Un passo dopo l'altro, arriveremo fino in fondo: è questa la nostra convinzione. Grazie per la pazienza che avete avuto fino ad oggi; sappiamo purtroppo che andare avanti è complicato, ma lo faremo sempre con lo spirito giusto di chi vuol collaborare, lavorare insieme e,raggiungere sempre nuovi traguardi".  

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Nella foto sotto i premiati del Torneo di solidarietà " Scacco al terremoto"

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 Nella foto sotto l'inaugurazione della Norcineria Alto Nera

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Nell’ambito delle attività che, nell’arco delle tre giornate del Montelago Celtic Festival a Taverne, ha visto impegnata la Compagnia Carabinieri di Camerino,, i militari, sotto la guida del Capitano Roberto Nicola Cara, hanno effettuato specifici servizi in uniforme finalizzati al mantenimento dell’ordine pubblico e al buon andamento della manifestazione, nonché servizi svolti in abiti civili volti al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti e all’individuazione di persone sospette. Il bilancio delle operazioni parla di cinque persone di età compresa tra i 20 e i 21 anni, deferite in stato di libertà per detenzione ai fini di spaccio di marijuana. Trattasi di una coppia di gemelli proveniente da Pisa e di due giovani originari di Roma e residenti ad Urbisaglia questi ultimi con specifici precedenti di polizia giunti appositamente nel luogo per porre in essere l’illecita attività di vendita di stupefacenti.

Il prolungamento dell’attività investigativa ha consentito agli uomini della Compagnia Carabinieri di Camerino di effettuare diverse perquisizioni personali, giungendo al rinvenimento di 100 grammi di sostanza stupefacente tra marijuana e hashish suddivisa in dosi già pronte per la vendita al dettaglio. Sempre nell’ambito del Festival celtico , i militari hanno provveduto a segnalare alla competente A.G., ventidue persone provenienti da varie parti d’Italia, di età compresa tra i 20 e i 25 anni , quali assuntori.

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Sembrava avesse avuto conseguenze più drammatiche l'incidente verificatosi tra Belforte e Caldarola dove, per cause in corso di accertamento un motociclista, che viaggiava insieme ad un amico, ha perso il controllo della moto ed è terminato a terra finendo tra i rovi. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 che hanno allertato l'eliambulanza, atterrata a Caldarola nell'area container, per il trasporto del ferito all'ospedale regionale di Torrette. Fortunatamente le condizioni dell'uomo non destano particolare preoccupazione.

Oltre 300 giovani hanno dato  il via da Camerino a “Marche in Cammino", pellegrinaggio sulla strada verso Casa lungo la Via Lauretana. Organizzato dalle diocesi del Sud delle Marche in preparazione al Sinodo dei Giovani, che si svolgerà a Roma l’11 e il 12 agosto prossimi, tappa dopo tappa, il cammino incontrerà le comunità colpite dal sisma, facendo sosta nei luoghi significativi di spiritualità fino a raggiungere Loreto nella giornata di venerdì 10 agosto. Zaino in spalla e tenaci motivazioni in cuore, fin dal pomeriggio di sabato, un fiume di ragazzi, ha raggiunto gli impianti sportivi della loc. Le Calvie. Ad accoglierli i vescovi di Camerino e Macerata Francesco Brugnaro e Nazareno Marconi, insieme a religiosi e rappresentanti delle aggregazioni di pastorale giovanile delle diocesi camerte settempedana e maceratese, delle amministrazioni locali e dell’università;, il vespro e il momento di preghiera presso lo Stadio Livio Luzi hanno introdotto ai successivi momenti conviviale e di condivisione, caratterizzati da interventi e testimonianze.

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“ Bisogna uscire da noi stessi e Gesù, mettendoci in cammino, ci aiuta a farlo”. E’ il messaggio che ha voluto rivolgere l’Arcivescovo Francesco Brugnaro sottolineando che la sfida non è solo imparare qual è la strada ma imparare ogni giorno chi è Gesù, affrontando il nostro personale cammino, portandoci dietro le nostre croci : “ Gesù ci aiuta a capire e riconoscerlo nella storia, ci aiuta a riconoscerlo nella Parola di Dio e nella carità. E la pratica di questo riconoscimento- ha detto Brugnaro- ci permette di essere dei donatori di speranza, anche per la situazione drammatica nella quale si trova la nostra regione, a causa del sisma. La gioia che proviamo noi, deve diventare la speranza di ogni uomo”. Un esperienza di grande valore spirituale condivisa tra più diocesi e che permetterà ai giovani di tutte le Marche di conoscersi.” Il titolo del pellegrinaggio è “ Verso Casa” perché noi torniamo verso la Casa del Signore, ma credo che il significato sia anche quello di 2tornare verso un recupero della casa” – ha affermato Mons. Nazareno Marconi- “ Nella realtà del terremoto è un tema che sentiamo molto forte e, la casa più importante non è tanto quella fatta di mattoni quanto quella costruita sulle persone che si accolgono, si vogliono bene, si capiscono, si vengono incontro. Ricostruire la casa, ricostruire la casa delle person, è il senso più importante che vogliamo scoprire insieme”. Nato come iniziativa delle Pastorali Giovanili delle Marche il cammino si svolge in tre grandi percorsi per confluire a Loreto e, in ciascuno dei percorsi, coinvolge più diocesi che camminano e collaborano insieme “ Speriamo che i giovani che camminano insieme siano un segno anche per gli adulti; a volte è facile dividersi- ha detto Marconi- quando è invece importante affrontare uniti il percorso ". 

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A portare il suo saluto in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Camerino, l’assessore ai servizi sociali Antonella Nalli: “ Essere qui presente in mezzo a tanti giovani, è un’emozione fortissima. E’ un vero segnale di speranza di cui tutti noi abbiamo bisogno. Nella prima giornata di cammino,  per loro  subito una salita da affrontare. Sappiamo che tutto il nostro cammino è in salita e, come ha sottolineato l’Arcivescovo Brugnaro, portandoci dietro le nostre croci. Ognuno di noi è consapevole delle difficoltà e dei pesi della vita quotidiana e condividere le insidie della strada della vita ci permette di essere uniti e meno soli. L’aver deciso di partire dalla diocesi di Camerino e dalla nostra città fortemente colpita dal terremoto, dove i cuori delle persone stesse sono stati duramente messi alla prova,è un bellissimo segnale di vicinanza delle diocesi e dei territori. Anche questi gesti contribuiscono a farci sentire meno soli”. Gioiosa e vivace l’intera serata, arricchita anche da filmati e testimonianze che hanno ripercorso i drammatici giorni seguiti alle scosse del 2016 a Camerino nell’entroterra montano, con i contributi dell’esperienza delle associazioni "IoNonCrollo” e “Sibillini Lab”. In primo piano anche la capacità di resilienza e determinazione di Unicam che ha saputo rispondere con fatti concreti allo slogan “ il futuro non crolla”. Ne ha illustrato le varie fasi, la delegata dell’università di Camerino professoressa Elisabetta Torregiani, felice di salutare i giovani impegnati nel pellegrinaggio: “ La stessa nostra istituzione si fonda sui giovani. Il santuario di Loreto è la méta dei 300 giovani del pellegrinaggio e anche i nostri studenti universitari stanno percorrendo un cammino che riguarda il loro futuro. Che la loro esperienza di vita possa racchiudere i valori dello spirito e della cultura, credo significhi dare un sostegno forte a tutto il proprio personale percorso ”. “ Vedere un numero così grande di ragazzi che scelgono di vivere un’esperienza completamente nuova- ha detto don Marco Gentilucci, accompagnatore del gruppo per la diocesi di Camerino- è segno di grande vitalità della Chiesa. I giovani hanno una voce in capitolo nelle scelte della Chiesa e credo che con questa loro testimonianza stiano rispondendo appieno alle intenzioni per il Sinodo di Papa Francesco. Che i giovani lascino un segno chiaro, riuscendo a muovere anche le coscienze di chi più in alto di loro anche per età, deve decidere per tutti e anche per loro. Quando si parte si vuole sempre arrivare ad una mèta e- ha aggiunto- una partenza dei giovani da Camerino vuole imprimere un segno su questa nostra terra; un gesto concreto che testimonia la volontà di starci accanto”. Prima dell’arrivo a Loreto, 

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A poche ore dalla notizia dell’apertura di piazza Vittorio Emanuele II, non si è fatta attendere la reazione del comitato Riviviamo Caldarola che, oltre a manifestare la soddisfazione per la riapertura (con ritardo) della piazza, chiede spiegazioni all’amministrazione in un comunicato che pubblichiamo integralmente.

 

“Con grande soddisfazione abbiamo oggi sorprendentemente appreso della riapertura del centro storico di Caldarola, dopo le discussioni lette sui social e sulla stampa nei giorni precedenti, in merito alle quali non ci compete né interessa argomentare, sebbene per il futuro auspichiamo che le beghe politiche della campagna elettorale non si ripercuotano sulle sorti dei cittadini.

Quello che però vorremmo sottolineare è, ancora una volta, la carenza di un'informazione coerente sulle decisioni che riguardano la vita del paese, che hanno una ripercussione sulla quotidianità della vita della intera comunità. Dare evidenza del piano strategico di lungo termine dell'amministrazione per la rinascita del paese e comunicare in maniera tempestiva e puntuale le scelte rilevanti adottate, infatti, consentirebbe la partecipazione di tutta la popolazione agli sforzi ed ai risultati raggiunti dai suoi amministratori.

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Anche oggi, infatti, non siamo a conoscenza delle modalità con le quali è stato improvvisamente reso fruibile il centro, in particolare non è chiaro se siano state completate le schede AEDES, della cui mancanza fino a pochi giorni or sono dava atto il Sindaco, quali vie siano adesso percorribili, se siano tornate ad essere fruibili le aree pubbliche e private senza dover ricorrere all'intervento dei vigili del fuoco, supponendo inoltre che siano state completate le messe in sicurezza, non terminate secondo quanto comunicato precedentemente e, in definitiva, quale sia l'attuale estensione della zona rossa, laddove ancora sussistente.

Ci si chiede, inoltre, quale sia lo stato dell'iter delle perimetrazioni e quale sia in proposito l'intenzione dell'amministrazione, considerato che alcuni Comuni hanno recentemente manifestato la volontà di non utilizzare più questo strumento e che per i tecnici ed i privati è fondamentale conoscere il perimetro della zona rossa e della perimetrazione, perché non si può procedere alla ricostruzione al loro interno.

Considerata l'enorme mole di lavoro che grava sugli uffici comunali, in particolare su quello tecnico, per il difficile percorso della ricostruzione, ancora, si vorrebbe sapere per quale motivo sia in corso di espletamento la procedura di assunzione di un nuovo responsabile dell'ufficio tecnico soltanto part-time, quando parrebbe possibile chiedere deroghe (già accordate in altri Comuni) per assunzioni a tempo pieno, che garantirebbero un servizio migliore in questa fase molto impegnativa.

Manifestiamo grande soddisfazione per la realizzazione del nuovo edificio scolastico, che costituirà una notevole attrattiva per il rilancio della dimensione familiare e residenziale di Caldarola, auspicando di conoscerne presto la data di ultimazione dei lavori, così come per le altre opere in corso di realizzazione, parimenti importanti, quali la riqualificazione dell'ex ospedale, la strada di variante al centro storico, la costruzione dei nuovi uffici comunali ed il risanamento del Castello Pallotta (edificio privato ma di indiscutibile interesse pubblico).

Riteniamo, tuttavia, in questa delicata fase, che sia fondamentale anche per il morale ed il senso di appartenenza alla comunità, condividere con i cittadini la visione del futuro del paese che i nostri amministratori hanno in mente di realizzare.

La comunione di intenti e la capacità di aggregazione, infatti, costituiscono valori aggiunti non sostituibili per poter accelerare la rinascita da tutti auspicata del territorio così gravemente ferito negli aspetti materiali e disgregato in quelli umani”.

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Belvedere Ostrense in lutto per la scomparsa del cavalier Leopoldo Uccellini, all'età di 88 anni.

Cordoglio del primo cittadino, Riccardo Piccioni, che ricorda: "Imprenditore e
presidente della Uccellini Group, è sempre stato vicino al paese dove ha scelto di risiedere e
prodigandosi sempre come generoso benefattore per tutta la comunità. Con la Fondazione Uccellini
– Amurri, onlus creata insieme alla moglie Graziella, ha finanziato importanti attività sociali,
culturali e non solo. Nel 2014 aveva interamente finanziato l'ampliamento della nuova ala della
Casa di Riposo di Belvedere, che ha permesso di implementare il numero degli ospiti di 16 unità,
arrivando così ad accoglierne ben 58. Proprio la Casa di Riposo, sotto la sua presidenza, è cresciuta e si è consolidata diventando oggi un vero fiore all'occhiello per tutta la comunità. Un uomo generoso, molto legato al suo paese, con il quale è
stato possibile intraprendere un percorso pluriennale basato sulle reciproche fiducia e stima che
ritengo abbiano portato tanti benefici a tutta la comunità”.

La camera ardente sarà aperta a partire da domenica mattina nella chiesa del Palazzo Uccellini-Amurri a Belvedere Ostrense. I funerali lunedì alle ore 17 nella chiesa parrocchiale. 

Giulia Sancricca

Inaugurata questa mattina a Fabriano, in presenza del vicepremier Luigi Di Maio, la scuola materna di via Don Petruio. La prima scuola finanziata e ricostruita dallo Stato nelle aree del centro Italia colpite dal terremoto. Il costo complessivo dell’intervento  è di  1.360.000 euro.

"Ricostruzione di straordinaria qualità che renderà questi territori ancora più belli di prima - ha detto il presidente della Regione , Luca Ceriscioli - . Questa è la prima scuola interamente opera pubblica che viene inaugurata, faceva parte di quel pacchetto che nel febbraio 2017 è stato finanziato ed è arrivata prima di tutte anche perché la  scelta del Comune allora fu di farla internamente in termine di progettazione; 350 giorni per gli espletamenti burocratici, 140 giorni per costruirla da parte della ditta marchigiana che ha vinto la gara realizzando la nostra idea di ricostruzione: fare le cose migliori di quelle che c’erano prima. E’ una scuola antisismica in classe quarta, il massimo, dal punto di vista energetico completamente autonoma, spazi di grande qualità per i bambini di questa comunità”.

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Non è mancata, poi, l'occasione per chiedere al Governo l'alleggerimento della burocrazia per la ricostruzione.

"Ogni volta chiediamo la semplificazione - ha proseguito - , anche oggi è stata occasione per chiederlo, perché ogni atto di semplificazione è un pezzo di quella carta che va indietro e avvicina al risultato finale. Gli attori oggi sono tanti, Comuni, Province, Stato attraverso i propri organi, tutti purtroppo  manifestano le stesse difficoltà. Noi ogni volta rinnoveremo proposte concrete che nascono dal basso, come abbiamo fatto oggi ringraziando il vicepremier Di Maio per essere con noi, sperando che di volta in volta sempre con maggiore semplicità riusciremo ad arrivare prima”.

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“La ricostruzione la fanno le persone – ha detto  il commissario  Straordinario per la ricostruzione Paola De Micheli - oggi voglio ringraziare la struttura del commissario, tutti i tecnici che lavorano su questo terremoto, che si impegnano ogni giorno per cambiare la vita delle comunità colpite. Abbiamo aperto 2300 cantieri in 10 mesi, ancora non bastano ma dobbiamo continuare a ricostruire con fiducia perché abbiamo deciso di farlo fino all’ultimo cocuzzolo di queste montagne. Ricostruire per tutti è il nostro imperativo e tutte le istituzioni sono chiamate a fare un grande investimento per rilanciare la parte sud delle Marche”. 

 

La nuova scuola di via don Petruio, che nasce sulla stessa superficie della storica costruzione resa inagibile dal sisma 2016, potrà ospitare 126 alunni di età compresa tra i 3 e 6 anni. E’ divisa in quattro sezioni su 972 metri quadrati di superficie coperta.

Il nuovo edificio è stato progettato con struttura portante in legno con l’impiego del

sistema costruttivo a telaio leggero su fondazioni in conglomerato cementizio armato.

E’ stata realizzata su di un unico livello fuori terra in diretto contatto con le aree esterne senza dislivelli per favorire lo svolgimento delle attività all’aperto.

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La progettazione degli impianti è stata ispirata ai principi del risparmio energetico e del ridotto

impatto ambientale con l’utilizzo delle fonti rinnovabili per un sistema tecnologico generale di estrema affidabilità e funzionalità, igienicità e sicurezza.

Posto nella classe energetica A4 l’edificio è dotato di impianto di riscaldamento e di distribuzione dell’acqua calda sanitaria alimentati dall’impianto fotovoltaico ed integrati dall’impianto solare termico, entrambi sulla copertura dell’edificio.

L’edificio è privo di barriere architettoniche e prevede accorgimenti e dispositivi che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo in particolare per i non vedenti, gli ipovedenti e i sordi. Lungo i percorsi principali  sono state istallate guide tattili progettate secondo il linguaggio LOGES, mappe tattili per l’illustrazione della distribuzione degli ambienti componenti l’edificio, dispositivi di identificazione dei locali mediante etichettatura in scrittura braille.

Giulia Sancricca

Una giornata importante, quella di oggi, per Caldarola.

Scompaiono le transenne dal centro storico e il tempo che si era fermato a quella mattina del 30 ottobre 2016 sembra provare a rientrare nell’ingranaggio.

 “Ora si può parcheggiare e visitare la piazza - dice il sindaco, Luca Maria Giuseppetti - . Ovviamente è una riapertura provvisoria perché tutte le case sono state messe in sicurezza. Non parliamo quindi di ricostruzione, ma di riapertura sicura.

Abbiamo fatto questa scelta anche perché diversi cittadini l’avevano chiesta. Dopo ulteriori controlli e l’ultimo dell’ingegnere Spinaci, è risultato che alcune vie possono essere transitabili.

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Ovvio che parliamo di un centro che è stato gravemente colpito dal sisma, quindi chiunque decida di entrarci e di passeggiare in queste deve capire che i palazzi non sono stati ristrutturati, ma solo messi in sicurezza.

La riapertura di una parte della piazza e di alcune vie permetterà anche di vedere da fuori il castello Pallotta, simbolo oggi ferito, di Caldarola.

“Non si ha certo molto entusiasmo nel vederlo così - prosegue Giuseppetti - , pensando anche che negli ultimi anni era il volàno del turismo di questi luoghi. Ora è chiuso e non si può certo pensare di vederlo riaperto a breve. L’unica cosa è che il visitatore che verrà in centro potrà ammirarlo da fuori. Non possiamo nascondere che la struttura ha subito grossi danni.

Le principali vie e il Castello Pallotta sono stati subito presi d'assalto da turisti  e cittadini che hanno voluto vedere di persona la situazione e i danni che le scosse hanno provocato al vecchio borgo.

G.S.

(SOTTO NELLA FOTO UNA FAMIGLIA CON IL SUO CAMPER HA DECISO DI FARE PRANZO IN PIAZZA E POI E' RIPARTITA PER IL GIRO TURISTICO NELLE FRAZIONI DEL COMUNE )

 

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Via libera alla messa in sicurezza di Porta San Francesco. Il Comune di San Severino ha affidato i lavori dedicati al monumento danneggiato dalle scosse di terremoto del 2016. L’intervento comprende la sbadacchiatura degli archi della porta e l’installazione di un sistema di puntellatura di contrasto con struttura in ritti e traversi in legno e funi d’acciaio. Il bene monumentale, sito in via San Francesco, è una delleporte della antica cinfa muraria cittadinae presenta differenti tipologie di muratura: blocchi lapidei squadrati per i piedritti, conci sbozzati di pietra rossa locale per la parte alta e mattoni pieni per la volta a botte di spessori superiori al metro con rastrematura dal basso verso l’alto su tutti e tre i fronti

I lavori sono stati affidati, a seguito di procedura negoziata, all’impresa Gran Sasso Costruzioni Srl di Isola del Gran Sasso per un importo pari a 36.366,57 euro a seguito di ribasso del 28,003%.
g.g.

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