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A Camerino, promossa dall'Associazione Banca del Tempo Stella, viene inaugurata questo venerdì nei locali di un ex negozio, in corso Vittorio Emanuele la mostra “Le sartine di Camerino”.

Visitabile fino al prossimo 8 maggio, la mostra offre una testimonianza unica del grande valore del lavoro manuale e della creatività delle donne nel dopoguerra; una testimonianza anche della voglia di riscatto che a quei tempi animava la società. E’ stata la camerinese Marisa Copponi, sartina anche lei, a dare l'impulso all’iniziativa. “Quella volta, alla fine della guerra- spiega Marisa- noi ragazze non è che studiavamo o andavamo a fare le insegnanti nelle scuole. C’era soltanto questo per noi: andare ad imparare da sarta, ricamatrice, camiciaia o maglierista. Debbo dire che quel periodo del dopoguerra veramente ci fece rinascere . Ci si viveva con quel mestiere- ricorda quasi commossa Marisa- è per questo che ho voluto che fosse ricordato in questa mostra, per metterne in risalto il valore. Si lavorava a mano ma ci si guadagnava bene. Eravamo in tante a fare questa esperienza formativa; la sarta che insegnava a me faceva la stessa cosa con un grosso numero di mie amiche, alcune più grandi, altre più piccole. Era il lavoro di allora, si facevano anche sacrifici però era un impegno che rendeva. Oggi giorno – continua- con l’avvento della grande industria, tutto questo non c'è più e forse- nota Marisa- se un po’ ritornasse, non sarebbe male. Nessuna difficoltà particolare nel trovare questo materiale fotografico – spiega ancora-; qualcosa avevo io e, addirittura una signora ha mandato una foto di sua madre che, nel dopoguerra, aveva frequentato un corso al palazzo comunale di Camerino. Ci ha visti su Facebook e da Messina ha mandato la foto della mamma che seguì queste lezioni del corso durato 4 mesi. In seguito la madre scelse invece di fare l'ostetrica e proseguì con gli studi di questo settore. Ha visto l’annuncio sui social ed è entrata subito in contatto scrivendoci e mandatoci la fotografia. Abbiamo poi scoperto che la signora di Messina era la nipote di Domenico Conti, una persona molto conosciuta ai miei tempi, perché per tanti anni gestì un’edicola in piazza del Duomo. Vendeva i giornali e, a san Venanzio, dal terrazzo della piazza estraeva i numeri della Tombola. Ho vissuto insomma delle emozioni nella preparazione di questa mostra. E l’ ho fatto con tanta passione. Già dopo 40 anni di lezioni da sarta (era l'anno 90), organizzammo una bella festa. Per quello speciale ricordo dopo 40 anni, Ado Reinini fece un filmato che sarà tra l’altro proiettato proprio in occasione di questa mostra. Anche sua moglie Dina era venuta ad imparare a cucire con noi. Ci volevano 5 anni di impegno per imparare; io – prosegue Marisa- ho iniziato nel 49 ed ho finito nel 54. Era come una scuola superiore; ci divertivamo, noi, come me tutte le numerose ragazze che andavano a lezione da altre sarte. Alcune erano anche molto brave, c’era infatti chi impiegava solo 2 - 3 anni per imparare . Molte di loro, dopo aver appreso come utilizzare al meglio ago e filo sulla stoffa, decisero di fare il mestiere di sarta. Nel mio gruppo eravamo tutte nate nel 1934 e Iolanda Ferranti di Morro era bravissima, tanto che il mestiere lo fa ancora. Se è stata fatta questa iniziativa è per dire alla gente quanto valeva questo mestiere a quei tempi”. Molte delle creazioni sartoriali di allora, saranno visibili al pubblico in occasione della mostra; ci saranno gli abiti di Elda Andresciani Broglia , quelli di Bettina Marzocco di Canepina o di Teresa Napoleoni di Camerino. Materiali per l’allestimento sono stati offerti anche da Livio Misici e da Marcella Stortini Paganelli

Investimenti per un milione e trecentomila euro, di cui appena un quarto a carico dei Comuni, garanzie di assistenza per oltre 4mila persone: dagli anziani soli ai minori disabili, a chi ha problemi di salute mentale. Dai sindaci dell’Unione Montana delle Alte Valli del Potenza e dell’Esino di San Severino Marche è arrivato il via libera al nuovo Piano dei servizi sociali.

Nessun taglio è stato fatto rispetto al 2015 - annuncia con soddisfazione il presidente dell’Unione, Gian Luca Chiappa, che sottolinea – L’aver lavorato bene in passato ci ha fatto risparmiare risorse che sono per tutti una importante eredità ma anche una vera garanzia. Non andiamo ancora una volta nemmeno a pesare sulle casse dei Comuni dell’Unione visto che a questi chiediamo solo una piccola compartecipazione per la gestione di servizi indispensabili per chi è solo, per chi è disabile, per chi ha problemi e necessità di avere un’assistenza – prosegue Chiappa, che spiega – Il sistema dei servizi sociali come era un tempo, con il trasferimento di fondi da parte del Governo centrale sul territorio, sta ormai scemando. Già oggi ma sempre più nell’immediato futuro il sistema verterà su bandi nazionali cui si sarà chiamati a partecipare per intercettare risorse ed erogare tipologie diverse d’assistenza ai cittadini. Il cambiamento in atto è sicuramente culturale ma anche, e soprattutto, amministrativo. Siamo preoccupati e consapevoli, non possiamo attendere oltre, dobbiamo anticipare le mosse che ci vengono chieste. Di sicuro deve rimanere l’Ambito Sociale che continua a fare un gran lavoro. I Comuni dell’Unione devono continuare a ragionare uniti e senza divisioni e l’ente che rappresento – conclude Chiappa – deve operare nel bene facendo da capofila”.

Le risorse previste per la sanità e i fondi europei – gli fa eco Valerio Valeriani, coordinatore degli Ambiti Sociali - sono i nuovi capitoli della gestione dei servizi sociali. Un tempo c’era il contributo dello Stato che, più o meno certo, garantiva comunque i servizi. Adesso dobbiamo noi attivare risorse e attendere i finanziamenti che arrivano poi, eventualmente, a consuntivo. La logica della legge 328/2000 nazionale e 32/2014 regionale era ben diversa: il territorio programmava quello che gli serviva, utilizzando un fondo unico, e il Comitato dei sindaci decideva cosa fare. Le leggi ci sono ancora ma nei fatti è tutto cambiato perché la programmazione locale è molto ridotta visto che oggi il Ministero detta legge e i soldi, se va bene, vengono restituiti a livello comunitario comunque una volta spesi. La situazione a livello di cassa è molto complessa – sottolinea lo stesso Valeriani che con soddisfazione si unisce al coro dei sindaci che hanno dato via libera al Piano senza tagliare né fondi né prestazioni. Poi però continua - I fondi europei possono andare bene per le sperimentazioni, i servizi aggiuntivi, di sicuro non per l’ordinario. Il sociale merita risposte certe. Speriamo che i decisori tornino sui propri passi”.

Una chiave in argento, con inciso lo stemma della Città di Camerino. E’ il dono che il Comune di Camerino ha ricevuto dall’azienda Dora Lombardi Gioielli in vista della cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria al generale Tullio Del Sette, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri. Il significativo oggetto è stato realizzato dai laboratori artigiani di Dora Lombardi e sarà consegnato nelle mani del generale Del Sette il prossimo 2 maggio. La cerimonia, lo ricordiamo, avrà luogo presso il Teatro Filippo Marchetti, con inizio alle ore 10,30. “Questa chiave é un simbolo – ha detto il sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui – Un simbolo a cui abbiamo lavorato insieme all’amico Enzo Martusciello, amministratore delegato della Dora Lombardi, e che vuole rappresentare non solo la chiave della nostra Camerino. La vita e lo straordinario percorso professionale del generale Del Sette rappresentano, infatti, una chiave per il futuro. E’ un uomo, un carabiniere, che ha raggiunto il massimo raggiungibile tenendo sempre al primo posto principi e valori come l’integrità e l’onestà. Tutti mirano alla realizzazione, ognuno nel proprio settore. Il generale Del Sette ci è riuscito, dimostrandoci quindi che esiste la chiave giusta per aprirci al futuro. Con la chiave che il Comune di Camerino donerà il prossimo 2 maggio, quindi, sentiamo di ricambiare attraverso un simbolo l’esempio che il nostro illustre concittadino ci fornisce”.

Andrà in scena sabato 30 aprile, alle ore 18.00, presso il Teatro Comunale di Caldarola, lo spettacolo teatrale “Orfeo e Euridice”, una recita frutto del lavoro di attività teatrale a scopo terapeutico che la Lega del Filo d’Oro porta avanti da oltre dieci anni con i propri ospiti.
L’esperienza di recitazione fa parte del percorso riabilitativo globale, investendo tutte le aree di intervento educativo, dall’autonomia personale alla comunicazione, dall’orientamento all’area socio-affettiva e ricreativa.
Protagonisti e ideatori dello spettacolo la Compagnia “Il cantiere dei Sogni”, composta dagli utenti del Centro di Riabilitazione di Osimo,.
Tutti hanno contribuito alla realizzazione delle scene ispirate al mito di Orfeo e Euridice, con uno splendido finale a sorpresa dove chi non vede e non sente ha il potere di ribaltare la storia.

L’ingresso è gratuito

“Si tratta di una compagnia mista, composta da un lato da ospiti della Lega del Filo d'Oro con una minorazione sensoriale o con una disabilità di tipo cognitivo e, in alcuni casi, anche motoria e dall’altro, da gruppi di volontari ed educatori. Una compagnia dunque abbastanza variegata – spiega la psicologa dott.ssa Nicoletta Marconi,  che coordina i gruppi -.

“Il fare teatro ha un forte valore terapeutico, oltre che esperienza molto piacevole- aggiunge-. L’elemento di divertimento è davvero centrale; i ragazzi si divertono moltissimo ma acquisiscono anche delle competenze di tipo comunicativo, di tipo sociale, di tipo anche cognitivo. E’ per loro una vera e propria crescita anche di conoscenze. Sono almeno dieci anni che portiamo avanti questo tipo di attività teatrali terapeutiche e, negli ultimi tre anni, il nostro lavoro ha avuto comunque una svolta particolare perché , insieme ad altri partner che si occupano di teatro- disabilità in Scozia, in Germania, in Francia, abbiamo partecipato ad “Imagine”, un progetto europeo che si prefiggeva proprio di creare delle buone prassi per il lavoro teatrale con i ragazzi affetti da pluri- minorazione sensoriale. In quell'occasione abbiamo portato in scena La Tempesta” di Shakespeare operando una revisione. Lo spettacolo- spiega ancora la dott.ssa Marconi- è stato rivisto diversamente dai ragazzi francesi, dai nostri ragazzi e dai tedeschi, anche a seconda della cultura di appartenenza. Era la prima volta che ci addentravamo nell'opera classica e davvero ci abbiamo preso gusto, così che quest'anno abbiamo deciso di portare in scena Orfeo Euridice. Tra i vantaggi che si sono potuti notare nelle persone che hanno intrapreso questo percorso, intanto c’è la crescita di vissuti di appartenenza. I ragazzi sentono di far parte della compagnia del Cantiere dei Sogni e orientano la loro attività proprio finalizzandola alla messa in scena dello spettacolo anche se, più che il fine, è importante il percorso. E’ proprio attraverso i laboratori che i ragazzi imparano l'improvvisazione, i tempi o i ritmi comunicativi, infatti, non vedendosi, non possono cogliere tutti quei feedback che attori vedenti riescono a cogliere. Debbono imparare ad entrare nel ritmo dello spettacolo, rifacendosi soltanto alla memoria o a feedback che non sono visivi, riuscire ad esempio a padroneggiare lo spazio, o a conoscere cos'è un palcoscenico, a sapere cosa significa un pubblico. Nei loro spettacoli dunque spesso entrano in teatro e raggiungono il palcoscenico attraversando il pubblico e, in questo modo, riescono ad avere la percezione del fatto che ci siano persone rivolte verso il palcoscenico e che poi saranno gli spettatori che potranno fruire dello spettacolo che loro metteranno in scena. In Orfeo e Euridice che porteremo in scena a Caldarola- sottolinea la psicologa- il finale è a sorpresa nel senso che abbiamo rivisto la conclusione di quest’opera mitologica in una forma meno tragica. Abbiamo voluto dare un taglio più positivo, anche legato alla cecità. Se lo volete scoprire, dovete venire a vederlo”.

“La finalità dello spettacolo- conclude- è sicuramente quella di far conoscere la Lega del Filo d'Oro, sensibilizzare la cittadinanza nei confronti della disabilità e nel poter cogliere un lato positivo abile della disabilità., cioè il fatto che comunque persone con serie minorazioni, riescono fare delle cose anche piacevoli per un pubblico normodotato .Io spero ci sia la possibilità di procedere con questo nostro lavoro perché poi, ciò che conta, è fondamentalmente la crescita dei ragazzi e, il percorso terapeutico che è legato al laboratorio teatrale, è proprio finalizzato a questo”.

Il Trofeo Scarfiotti, primo atto del Campionato Italiano Velocità Montagna e seconda prova dell’Italiano Autostoriche è stato presentato con la conferenza stampa nella sede della Provincia di Macerata, alla presenza di Antonio Pettinari, presidente della Provincia, Enrico Ruffini presidente AC Macerata, Franco Ceregioli sindaco di Sarnano e Alferio Canesin, assessore allo sport del Comune di Macerata. Da Antonio Pettinari, presidente provinciale: "Sarnano è una località straordinaria, al pari di altre del nostro Appennino. Far conoscere il nostro entroterra attraverso queste manifestazioni è doveroso. Il sostegno delle istituzioni dev'essere continuo. Questa strada, che con il Trofeo Scarfiotti diventa protagonista, è entrata nell'immaginario collettivo perché è un percorso unico nel suo genere". Enrico Ruffini: "La Sarnano-Sassotetto è nata nel '69 all'indomani della morte di Lodovico Scarfiotti per onorare la sua memoria, ed è l'unica realtà in ambito nazionale ad avere due titolazioni tricolori. Siamo a quote record per numero di iscrizioni: finora oltre 240, fra auto storiche e moderne, ma è da aspettare la chiusura ufficiale di mercoledi sera. Si prepara uno spettacolo straordinario ed una prova sportiva molto impegnativa. Tra le storiche in gara avremo dei pezzi unici: rivedremo infatti quelle che corsero nel favoloso primo decennio della manifestazione e quelle che corrono in deroga, come ad esempio un'Alta degli anni ‘30". Un ringraziamento deve andare alle istituzioni coinvolte, al Comune di Sarnano e a tutta la cittadinanza per la collaborazione. "È una vera impresa", ha aggiunto Ruffini, "collocare centinaia di auto, piloti e team, oltre agli accompagnatori, tutti nel paddock in città.” Franco Ceregioli, sindaco di Sarnano: "La logistica è molto impegnativa, ma lo Scarfiotti è un evento con cui molti sarnanesi sono cresciuti, prova ne sia che abbiamo una scuderia, la Sarnano Corse, che partecipa con 15 auto. Abbiamo poi l'associazione 'Sarnano in pista' che ci aiuta nella logistica e, per la prima volta, i ragazzi dell'IPSIA di Sarnano, corso meccanica, presentano un’Alfa Romeo 156 da loro allestita, che correrà in Racing Start, con alla guida il loro professore Andrea Canzonetta". La ricettività di Sarnano è al completo per i tre giorni della manifestazione: "È una stima difficile da fare, ma si tratta di migliaia di persone”, ha continuato Ceregioli, “possiamo poi considerare il ritorno indiretto molto rilevante che ha l’evento per il nostro territorio: i tanti media che ci seguono portano in tutt’Italia il nome di Sarnano. E’ un valido contributo alla nostra operazione di destagionalizzazione del turismo.” Alferio Canesin: "Il Comune di Macerata offre il patrocinio ad una iniziativa di livello nazionale. In collaborazione con l’Automobile Club e la Scuderia Marche-Club Motori Storici, siamo al fianco di eventi che qualificano il territorio a 360 gradi. Lo sport motoristico promuove il territorio e le sue bellezze".

L’evento prevede per venerdi 29 aprile le verifiche sportive e tecniche presso il Comune di Sarnano e nelle aree paddock, sarà un’occasione per ammirare le vetture protagoniste e il personale tecnico occupato nei preparativi. Sabato 30 aprile, due salite di prova per le moderne (CIVM) dalle ore 9,00, mentre si completeranno le verifiche delle storiche (CIVSA) al mattino, per poi dalle ore 14,30 poter eseguire due salite di prova a loro volta. La domenica 1° maggio sarà tutta dedicata alla gara, con il via alla gara CIVSA alle ore 9,00 e dalle 12,00 la gara CIVM in salita unica. La strada sarà chiusa al traffico sempre un’ora prima, alle ore 8,00 sia di sabato che di domenica per essere riaperta in serata a programma completato. Le premiazioni saranno separate per le due gare in Piazza Perfetti. Il Comune di Sarnano ha previsto un servizio bus navetta per il pubblico, utile per raggiungere dalla città la zona partenza. Sabato pomeriggio alle 18,30 il giornalista Gianni Tomazzoni presenterà presso il Centro Congressi il suo libro “Grazie Mauro” dedicato al campione toscano Nesti, nove volte vincitore a Sarnano. Nel paddock nei pomeriggi di venerdi e sabato ci sarà un incontro-aperitivo a scopo benefico per la Fondazione Fibrosi Cistica, charity partner del Trofeo Scarfiotti. L’associazione è presente con la sua pilota-testimonial Rachele Somaschini su Mini Cooper S. A livello sportivo nella prova CIVM i favoriti per l’assoluto sono il trentino Christian Merli con la sua Osella ufficiale e Simone Faggioli iscritto con la Norma vincitrice delle ultime due edizioni, ma ci sono anche gli outsider Domenico Scola (Osella), Omar Magliona (Norma), Domenico Cubeda (Osella), Luigi Bruccoleri (Osella) e Fabrizio Fattorini (Osella). Per la gara CIVSA attenzione ai fratelli Stefano e Simone Di Fulvio, ma anche a Uberto Bonucci e Piero Lottini, tutti su Osella. Da menzionare la presenza di una decina di ragazze iscritte, e tanti altri protagonisti in grado di dare spettacolo. Tutte le attenzioni degli appassionati della montagna saranno concentrate su Sarnano e sugli 8877 metri del Trofeo Scarfiotti, 26^ edizione per la gara CIVM e nona per la gara valida per il CIVSA.

L'artista bolognese, in paese per allestire la data zero del suo nuovo tour da solista “Regine Summer Tour 2016”, ha voluto incontrare la cittadinanza di Castelraimondo, per raccontarsi da vicino, oltre il palco, e presentare il nuovo spettacolo che la vede assoluta protagonista.

“Adoro creare un legame emotivo con la gente – ha spiegato la cantante – il palco non è una barriera, ma un mezzo per condividere con chi ascolta le stesse emozioni, le stesse sensazioni durante ogni spettacolo. È un momento unico che vivo assieme al pubblico, e sono contenta di aver potuto approfondire la conoscenza ed il confronto con i cittadini di Castelraimondo, che mi accolgono ormai per terza volta. Sono già stata qui, nel 2008 per l'anteprima del Lunatica Tour, e nel 2010, assieme ai Matia Bazar, con la data zero di “Conseguenza Logica”. Castelraimondo si conferma la cittadina perfetta per lavorare al meglio, con la sua innata ospitalità e la tranquillità e la beatitudine che caratterizza queste terre e sono stata molto felice di tornare qui a preparare il Regine Summer Tour, viaggio musicale attraverso i grandi successi delle donne, regine, della musica di sempre”.

Un legame con la gente che Silvia Mezzanotte ha consolidato in questi giorni. Due sono stati infatti gli incontri organizzati con i cittadini, i più grandi ed i più piccoli.

Nel pomeriggio di lunedì 25 aprile, al Teatro Comunale, la cantante ha fatto la conoscenza degli iscritti all'Università della Terza Età di Castelraimondo, sede distaccata di quella di San Severino. È stata proprio la direttrice dei corsi, Anna Vissani, a presentare la variegata offerta formativa e a complimentarsi con l'artista per l'attenzione che sempre rivolge al suo pubblico. Molto interessante il confronto con i signori studenti, che in comune con la Mezzanotte hanno avuto la forza e l'energia di reinventarsi durante l'età adulta. Anche l'artista infatti ha saputo per ben due volte ricreare e portare avanti con successo la sua carriera da solita, dopo essere uscita dalla formazione dei Matia Bazar, con nuova linfa e nuovi stimoli.

Successivamente la cantante ha incontrato gli studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado Nazareno Strampelli. Una gremita platea di giovanissimi, insieme alla dirigente Pierina Spurio e alle insegnanti, la ha accolta con un forte applauso e con la grande curiosità di conoscere un personaggio che non tutti i giorni si incontra nelle scuole: una cantante, una professionista, che ha spiegato ai ragazzi l'importanza della gavetta e dell'impegno personale nel raggiungimento dei propri obiettivi e ha raccontato la sua storia, sin da bambina fino alla vittoria del Festival di Sanremo nel 2002, con i Matia Bazar e la canzone “Messaggio d'amore”. E il racconto ad un tratto ha lasciato il posto al canto. Silvia ha coinvolto i giovani studenti che assieme a lei hanno intonato la mitica “Volare” di Domenico Modugno, momento trasmesso in live sulla pagina Facebook della cantante. Una lezione alternativa ma ricca di riflessioni e di stimoli per gli alunni, che hanno promesso di raggiungerla venerdì sera al Palazzetto dello Sport di Castelraimondo, dove è in programma la data zero del Regine Summer Tour.

Mezzanotte Scuola

Ed il saluto della cittadinanza intera lo ha portato il sindaco Renzo Marinelli, che ha ringraziato Silvia Mezzanotte della disponibilità e del sincero interesse con il quale ha partecipato agli incontri trasmettendo sempre la sua grande professionalità ed umanità, che rendono ogni sua presenza in paese una grande festa e un momento speciale. Come lo sarà anche lo spettacolo di venerdì sera, per il quale sono ancora disponibili le prevendite (ingresso unico 10€) su ciaotickets o nelle tabaccherie del paese.

Lunedì 25 aprile, a Camerino come in tante altre località, è stata celebrata la festa della Liberazione, con un significativa manifestazione svoltasi in viale Leopardi, presso il monumento a i caduti per la Resistenza. Vi hanno preso parte i rappresentanti del Comune, quelli della locale sezione dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, (ANPI) e i ragazzi delle terze classi della scuola media Boccati, accompagnati da alcuni loro insegnanti e dal dirigente scolastico. Il tempo non era dei migliori, ma il freddo intenso e qualche goccia di pioggia non hanno rovinato la festa e non hanno scoraggiato i camerinesi che sono stati presenti in buon numero, insieme a numerose autorità politiche e militari. L’ANPI di Camerino ha legato questa manifestazione al 70° anniversario della conquista del voto da parte delle donne e per questo motivo ha scelto di far intervenire a suo nome la vice presidente Rosella Paggio che ha trattato questo tema. Un contributo interessante è venuto anche da Daniela Nizi, che è iscritta alla sezione di Camerino, pur vivendo a Castelraimondo, dove avrebbe voluto intervenire ad un manifestazione analoga che però, quest’anno, in quel Comune non è stata organizzata. Gli ultimi interventi, sicuramente i più graditi, sono stati fatti dai ragazzi e dalle ragazze della scuola media dell’Istituto Comprensivo Ugo Betti che, per restare nel tema proposto dall’ANPI, hanno impersonato le cinque deputate elette alla costituente e chiamate a far parte della commissione incaricata di redigere il testo della Carta Costituzionale. I dirigenti dell’ANPI di Camerino, nel pomeriggio, hanno anche partecipato all’incontro sulla storia della Resistenza sulla nostre montagne, organizzato a Cesi di Serravalle di Chienti da un gruppo di soci e simpatizzanti.

A Castelraimondo iniziano a delinearsi i contorni della sfida a tre prevista per le prossime comunali. Terzi in ordine cronologico ad incontrare la cittadinanza e a sciogliere ufficialmente le riserve sono stati, durante un incontro che si è tenuto lo scorso venerdì al teatro comunale, gli esponenti del centrosinistra cittadino, che si presenterà alle elezioni con una lista nominata “Identità e Futuro” e guidata dal docente Unicam Renato De Leone, che rientrerà a giorni dalla Cina dove si trova per motivi di lavoro. Ad introdurre il segretario PD di Castelraimondo Marco Cavallaro, attuale capogruppo di minoranza, che ha tracciato un bilancio degli ultimi cinque anni di amministrazione soffermandosi sulle opere pubbliche, sulle imposte e sul capannone in località Feggiani. Dopo di lui si sono susseguiti gli interventi di Giancarlo Marcelli, uno dei nomi che all'inizio era circolato come uno dei possibili candidati a sindaco, Roberto Santarelli e Claudio Cavallaro. Diversi gli spunti di riflessione sui quali il gruppo andrà presumibilmente a comporre il programma, dalle politiche giovanili, occupazionali e demografiche, agli interventi su tariffe e imposte, nell'intento di “ritrovare l'operosità della comunità, proporre una cittadinanza attiva e partecipata ed investire sui giovani”. Durante l'incontro ha preso la parola anche il sindaco di Gagliole, Mauro Riccioni, che ha sostenuto la sua idea di impegno politico gratuito a favore della comunità, raggiungibile attraverso rinunce alle indennità e tagli a spese e consulenze. Prima di Identità e Futuro, avevano già incontrato la cittadinanza sia l'amministrazione uscente, “Polo per Castelraimondo”, che il gruppo che proporrà l'iniziativa “Castelraimondo che sarà”, nome che probabilmente sarà dato anche alla terza lista in corsa il prossimo 5 giugno.

Il Piano del Parco è tuttora inesistente”. Così aveva sentenziato Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera, dopo che l'ente aveva inviato ai comuni interessati il provvedimento di adozione delle misure di conservazione dei “Siti Natura 2000”, vale a dire dei siti di interesse comunitario ricadenti nel territorio dell'area protetta. Le dichiarazioni di Falcucci hanno prodotto come conseguenza l'immediata risposta dei responsabili del Parco dei Sibillini, che hanno fornito alcuni chiarimenti sulle misure adottate smentendo l’osservazione del sindaco di Castelsantangelo sul Nera, MauroFalcucci, che definisce “inesistente” il Piano del Parco. Pronta la replica del primo cittadino, che affida ad una lettera aperta di risposta le sue considerazioni al riguardo.

Ho letto sul sito del Parco Nazionale dei Monti Sibillini il comunicato stampa di risposta al mio del 15 u.s. sulle misure di conservazione dei “Siti Natura 2000”.

Non posso esimermi di ritornare sulla questione per chiarire perché ho usato un verbo rivelatosi determinante per il Parco tanto da costringerlo ad affermare “A tal proposito va smentita l’osservazione del Sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, che definisce “inesistente” il Piano del Parco …”. Nel dichiarare “… Piano del Parco che NON ESISTE” ho commesso una grave inesattezza tanto da subire una sonora smentita!

Continuando però a scorrere il comunicato stampa dell’Ente, si legge, guarda caso: “Anche se l’iter di approvazione non è completato, il piano è stato infatti approvato dal Consiglio Direttivo del Parco …” quindi, si deduce che esiste ma non è stato mai approvato dalle Regioni Marche e Umbria, come previsto dalla normativa.

Conseguentemente sono stato censurato per aver impropriamente dichiarato “NON ESISTE” che nella sostanza, a mio avviso, non modifica lo stato dell’arte, tutt’altro!

Tale mia “voluta” affermazione consente a tutti di comprendere meglio, senza alcun equivoco come da sempre si vuol far intendere, che da 23 anni l’Ente opera con un Regolamento provvisorio per il rilascio dei nulla osta approvato dal Consiglio Direttivo nel 1994, modificato nel 1996, nel 2000 e 2001! Ad oggi l’Ente Parco non ha operativo l’unico strumento oggettivo di riferimento, da tutti consultabile e che deve essere prima approvato dalle Regioni Marche e Umbria che si chiama: “PIANO DEL PARCO”.

Questi sono i fatti!

Da ultimo, la conferma che il Piano del Parco non è in vigore viene dall’autorevole impegno che il Presidente, Prof. Oliviero Olivieri, ha assunto lo scorso agosto 2015 a Castelsantangelo sul Nera durante l’incontro pubblico, quando garantì che sarebbe stato approvato entro il 31/05/2016. Nulla nel comunicato del Parco n. 4 è stato detto al riguardo; se tale data verrà o meno rispettata! Confidiamo di acquisire notizie quanto prima.

Dopo questa sterile quanto inadeguata osservazione che non fa altro che confermare che il Piano del Parco è solo sulla carta, un’ulteriore conferma si trova sul sito web del Parco al link Piano del Parco dove si legge: “Il Consiglio Direttivo del Parco  ha approvato il Piano con Delibera n. 59 del 18 novembre 2002 (previo parere favorevole espresso dalla Comunità del Parco con Delibera n. 8 del 21 settembre 2002). Ha operato le correzioni così come deliberate dal Consiglio Direttivo ed ha inviato la documentazione alle regioni Marche e Umbria per l'adozione del Piano”.

Nulla viene detto e/o si trova sul sito circa il numero di quante osservazioni furono depositate dopo l’approvazione del 2002 del Piano del Parco, quante sono state valutate, quante sono state respinte e quando verrà di nuovo riapprovato dal Consiglio Direttivo del Parco e trasmesso alla Regioni Marche e Umbria per la definitiva validazione e applicazione.

Sempre visionando il sito del Parco, al link “i Progetti” → Piano del Parco” si legge che il documento in parola, “è stato finanziato oltre che con i fondi di cui all’OB. 5b) della Regione Marche anche con i fondi correnti dell’Ente. L’importo finanziato” è pari ad Euro 1.367.678,00”.

Sarebbe opportuno che l’Ente Parco renda noto quale è stato il costo complessivo dell’elaborato e se saranno necessari altri fondi pubblici per renderlo definitivamente operativo!

Ho volutamente omesso, nel precedente intervento stampa, per non complicare la comprensione dell’articolato iter amministrativo degli Atti che dovrebbero regolare la vita del Parco, il mancato aggiornamento di un altro importantissimo documento: il piano pluriennale economico e sociale per la promozione delle attività compatibili.

Il citato piano, specifica competenza della Comunità del Parco, organo composto dai rappresentanti degli Enti locali, è stato approvato dal Consiglio Direttivo con delibera n. 21 del 26/04/2001, e mai aggiornato così come previsto dall’art. 14, comma 6 della Legge n.394/1991 (modificato dall’art. 2, comma 31, della Legge 9/12/1998, n. 426).

La predetta norma afferma che il suddetto documento, propedeutico e integrativo al Piano del Parco, ha una durata quadriennale e può essere aggiornato anche annualmente.

Il legislatore, infatti, ha voluto stabilire un obbligo temporale proprio perché il mondo cambia e cambia in fretta ed ha voluto dare alla Comunità del Parco il ruolo di pianificazione del proprio territorio in funzione di come si evolve la società e come mutano le esigenze e gli interessi degli operatori, siano essi turistici, siano di attività tipiche nel settore agro-silvo-pastorale o altro.

Ad oggi non è stato effettuata nessuna revisione violando, anche in questa circostanza, la Legge 394/91 e ss.mm.ii., e la Comunità si trova con un elaborato di programmazione vecchio di 15 anni!

Dal 2001 ad oggi, il predetto documento, avrebbe dovuto avere almeno tre aggiornamenti, se quadriennali, invece ad oggi NESSUN ADEGUAMENTO!

Cosa aggiungere, se non che i reiterati appelli che ho periodicamente sollevato al riguardo, le note indirizzate al Ministero dell’Ambiente in proposito, alcune ancora rimaste senza risposta, sono iniziative tutte cadute nel silenzio più assordante.

La collettività deve conoscere tutto questo per evitare di considerare anche i rappresentanti dei cittadini consenzienti, preferendo il silenzio in cambio di qualche piccolo “intervento”, anziché alzare la voce e rivendicare il proprio ruolo.

Questa situazione di totale inefficienza amministrativa, per le ragioni ampiamente accennate, ha comportato una lenta e costante rassegnazione tanto che le attività tipiche del territorio si sono ridotte ulteriormente, favorendo lo spopolamento e impoverendo il patrimonio sociale, storico ed ambientale.

Tale inadempienza ha contribuito anche allo spopolamento della montagna in quanto le cosiddette attività compatibili, non trovano più sostenibilità economica se non vengono ridisegnate strategie e politiche del territorio consone ai tempi di oggi; rimanere in montagna è una “missione” che oggi non può più essere sostenuta dalla gente residente!

Il dubbio che così facendo si trasformi un’Area protetta in un’Area di Riserva naturale, imitando quelle Indiane d’America è forte, ma la resistenza alla trasformazione è ancor più forte e l’enorme disagio che vivono i residenti è sempre più difficile contenerlo!

Oggi si parla di unione di Comuni, di fusione e di incorporazioni, processi amministrativi tutti volti ad incrementare efficienza ed efficacia della macchina amministrativa con un notevole risparmio di risorse economiche e umane, razionalizzazione, a detta delle Istituzioni centrali, che andrebbe a tutto vantaggio della collettività.

Questo processo di accorpamento deve essere applicato anche per i Parchi Nazionali.

Non solo si ridurrebbero i costi di gestione ma sicuramente si darebbe più impulso a far diventare una area protetta, che vedrebbe un più significativo territorio interregionale coinvolto, volano di sviluppo nazionale, economicamente accettabile specialmente per chi vive ed opera all’interno.

Unire il Parco Nazionale dei Monti Sibillini con quelli del Gran Sasso Monti della Laga e Maiella, farebbe realizzare il Parco Nazionale dell’Appennino accogliendo così l’invito del progetto europeo denominato APE (Appennino Parco d’Europa) e portando il nostro Paese all’avanguardia per l’attenzione alle aree protette.

Ciò comporterebbe una contestuale rivisitazione dei confini delle delimitazioni zonali con una particolare attenzione per le aree urbane e per una politica diversa.

Il malessere delle popolazioni e il disagio degli Amministratori impongono, dopo 23 anni dall’istituzione del Parco dei Sibillini, un immediato confronto per rivalutare l’intera questione ed apportare urgenti modifiche legislative volte a mettere al centro l’uomo, elemento essenziale per lo sviluppo e la conservazione della natura, nonché insostituibile sentinella del territorio e soggetto indispensabile per garantirne la manutenzione e per mitigare i rischi idrogeologici dovuti soprattutto all’abbandono “forzato” del territorio.

Mauro Falcucci

Un gruppo interdisciplinare di ricerca dell'Università di Camerino, coordinato dal prof. Massimo Sargolini, ha presentato un importante progetto di cooperazione internazionale sui temi della valorizzazione ambientale e paesaggistica a Tirana, presso il Museo Nazionale di Archeologia, alla presenza di molti direttori di musei dell'Albania, di rappresentanti di governo locale e regionale, di colleghi dell'Università di Tirana e del Ministro alla Cultura albanese, M. Kumbaro Furxhi.

La ricerca avviata nel 2009, in collaborazione con la Regione Marche, in stretto raccordo con l'Università di Macerata, è stata incentrata nello sviluppo di un progetto di fruizione delle aree archeologiche di Hadrianopolis e Sofratike, i cui riverberi positivi si estendono a un ambito territoriale più ampio che coinvolge importanti centri demici della Valle del Drino.

In particolare, il progetto elaborato dallo spin off di Unicam Terre.it (arch. Roberta Caprodossi, arch. Corrado Gamberoni) ha individuato:

1, gli scambi modali veloci, collocati in prossimità delle infrastrutture viarie più importanti in direzione nord-sud. Sono punti di contatto e intersezione tra la strada principale a scorrimento veloce (che collega Girocastro con Tirana) e le strade locali di accesso al Parco di Antigonea e Hadrianopolis. Sono i punti in cui il turista deve trovare i servizi informativi, gli "sportelli" per l'accoglienza, le "vetrine" in grado di presentare le risorse naturali e culturali presenti, e deve avere la possibilità di cambiare il mezzo di trasporto. Ad esempio: lasciare l'autobus o il taxi, o parcheggiare l'auto privata e prendere un altro mezzo più adatto alla visita del parco (come la bicicletta, il cavallo, piccole navette);

2, gli scambi modali lenti all'interno del territorio del Parco che rappresentano i punti in cui, ad una scala territoriale più circoscritta, il turista deve poter scegliere di utilizzare alcuni servizi ricettivi e cambiare il mezzo con cui attraversare l'area del Parco;

3, il parco fluviale del Drino che ridisegna le aree di contorno all'asta fluviale e quelle del contesto territoriale, sino alla città di Girocastro, e all'area archeologica di Hadrianopolis. Si tratta di un'area di pregio paesaggistico-ambientale che, in prossimità del centro capoluogo, può diventare un vero e proprio parco urbano, permeando e rigenerando assetti insediativi periurbani, talora degradati da una crescita spesso disordinata e incontrollata;

4, il parco naturale che affianca e ingloba l'area archeologica di Hadrianopolis, dove poter svolgere attività ricreative all'aperto e stabilire relazioni con il sistema implicito delle green infrastructure e delle ecological network che innerva buona parte dell'Albania meridionale e attende solo di essere organizzato in una rete di servizi funzionali ed essenziali, per l'uomo, gli animali e le piante;

5, i percorsi per la fruizione lenta, cioè i tracciati che maggiormente potrebbero essere utilizzati a piedi, in bicicletta o a cavallo. Sono stati indicati sia quelli esistenti che quelli da ripristinare, utilizzando un tracciato preesistente, o anche quelli da realizzare ex novo.

Il progetto è stato particolarmente apprezzato dai governi locali che sono fermamente convinti che la scommessa del turismo culturale sia importante anche per questo vicino Paese, a cui, dal 2014, il Consiglio d'Europa ha concesso lo status di "candidato ufficiale" all'ingresso in Europa e l'Ambasciatore italiano in Albania, dott. Alberto Cutillo, ha voluto incontrare, in una cena conviviale, nella propria residenza a Tirana, il gruppo di ricerca di UNICAM e di UNIMC.

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