Aree sisma: nasce la prima rete integrata universitaria per la ricerca e l’innovazione

Giovedì, 10 Febbraio 2022 17:08 | Letto 851 volte   Clicca per ascolare il testo Aree sisma: nasce la prima rete integrata universitaria per la ricerca e l’innovazione Nasce nel Centro Italia colpito dai devastanti terremoti del 2009 e del 2016 una rete integrata per la ricerca e l’innovazione, la prima che si realizza in Italia, che coinvolge tutte le Università ed i principali centri di ricerca di un territorio. L’iniziativa, unica nel suo genere, e finanziata con 60 milioni di euro dal Pnrr Aree Sisma, ha mosso i suoi primi passi con l’insediamento del Comitato di Indirizzo, dove sono rappresentati gli atenei di Camerino, L’Aquila, Teramo, Chieti[1]Pescara, Perugia, Macerata, Roma La Sapienza, Tuscia, la Politecnica delle Marche, l’Università per stranieri di Perugia, e Gran Sasso Science Institute, Parco Tecnologico dell’Alto Lazio, Istituto di Geofisica e Vulcanologia e l’Istituto di Fisica Nucleare, che vi aderiscono.Le Università e gli istituti collaboreranno per la creazione di quattro centri di ricerca ed alta formazione in alcuni settori chiave, alle Marche il settore scienza e tecnica delle ricostruzioni, con quattro poli di coordinamento ed il coinvolgimento di tutte le altre Università per la creazione di una rete di conoscenze anche per favorire la nascita di sistemi imprenditoriali locali. Entro il 31 marzo si concluderà la fase di progettazione dell’intervento, ed entro giugno dovranno essere definite le convenzioni per l’avvio delle attività. “La rete degli atenei del Centro Italia - ha sottolineato il Commissario Giovanni Legnini - è la prima iniziativa che a livello nazionale vede coinvolti diversi istituti universitari e di ricerca nella progettazione di centri destinati a dare impulso alla creazione di ecosistemi della conoscenza, fondamentali per collegare la formazione alle esigenze del tessuto economico e delle comunità locali. Promuoviamo un sistema per mettere in rete saperi e tecnologie destinate non solo a rafforzare la ricerca universitaria, ma a dotare le aree colpite dai sismi dell’Appennino centrale di riferimenti importanti per promuovere lo sviluppo economico in collaborazione con le reti di impresa presenti sul territorio, sfruttando anche le sinergie con gli investimenti privati che possono essere attivati grazie ai bandi del Pnrr Aree Sisma destinate alle imprese che si stanno mettendo a punto in queste settimane”.
Nasce nel Centro Italia colpito dai devastanti terremoti del 2009 e del 2016 una rete integrata per la ricerca e l’innovazione, la prima che si realizza in Italia, che coinvolge tutte le Università ed i principali centri di ricerca di un territorio.

L’iniziativa, unica nel suo genere, e finanziata con 60 milioni di euro dal Pnrr Aree Sisma, ha mosso i suoi primi passi con l’insediamento del Comitato di Indirizzo, dove sono rappresentati gli atenei di Camerino, L’Aquila, Teramo, Chieti[1]Pescara, Perugia, Macerata, Roma La Sapienza, Tuscia, la Politecnica delle Marche, l’Università per stranieri di Perugia, e Gran Sasso Science Institute, Parco Tecnologico dell’Alto Lazio, Istituto di Geofisica e Vulcanologia e l’Istituto di Fisica Nucleare, che vi aderiscono.

Le Università e gli istituti collaboreranno per la creazione di quattro centri di ricerca ed alta formazione in alcuni settori chiave, alle Marche il settore scienza e tecnica delle ricostruzioni, con quattro poli di coordinamento ed il coinvolgimento di tutte le altre Università per la creazione di una rete di conoscenze anche per favorire la nascita di sistemi imprenditoriali locali.

Entro il 31 marzo si concluderà la fase di progettazione dell’intervento, ed entro giugno dovranno essere definite le convenzioni per l’avvio delle attività.

“La rete degli atenei del Centro Italia - ha sottolineato il Commissario Giovanni Legnini - è la prima iniziativa che a livello nazionale vede coinvolti diversi istituti universitari e di ricerca nella progettazione di centri destinati a dare impulso alla creazione di ecosistemi della conoscenza, fondamentali per collegare la formazione alle esigenze del tessuto economico e delle comunità locali. Promuoviamo un sistema per mettere in rete saperi e tecnologie destinate non solo a rafforzare la ricerca universitaria, ma a dotare le aree colpite dai sismi dell’Appennino centrale di riferimenti importanti per promuovere lo sviluppo economico in collaborazione con le reti di impresa presenti sul territorio, sfruttando anche le sinergie con gli investimenti privati che possono essere attivati grazie ai bandi del Pnrr Aree Sisma destinate alle imprese che si stanno mettendo a punto in queste settimane”.

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