Notizie di cronaca nelle Marche
Fermi dal 1 gennaio i centri di stoccaggio  e smistamento temporaneo delle macerie. La mancata proroga nel decreto sisma della concessione riguardante le attività di trattamento e smaltimento, penalizza gli appositi centri del Cosmari di Monteprandone, Arquata del Tronto e Tolentino, dove lo smistamento temporaneo è bloccato ormai da 12 giorni, mentre continuano comunque a gravare sulle casse della società e della comunità i tanti costi elevati, riferiti non solo agli stipendi dei 35 dipendenti che continuano ad essere erogati, ma anche quelli riguardanti il noleggio del parco mezzi e dei macchinari necessari al trattamento dei materiali. 

“ C’è da auspicare che la situazione si sblocchi nel più breve tempo possibile- dichiara il Direttore Generale del Cosmari Giuseppe Giampaoli- Siamo fermi dal primo di gennaio e c'è un problema di costi che gravitano intorno alla società  ma che interessano anche il soggetto attuatore Regione Marche e tutta la comunità: riguardano sia il noleggio dei mezzi che il personale, fermo da 12 giorni, tra coloro che hanno un contratto a tempo determinato,indeterminato e i lavoratori di Monteprandone che sono tutti interinali”.

La ‘svista” penalizza anche il progredire di segnali di ricostruzione, essendo le attività di smaltimento delle macerie necessarie a liberare le zone dove si sono registrati crolli. Come spiega il DG Giampaoli, le macerie in teoria potrebbero continuare ad essere raccolte dato che è stata  prorogata la rimozione, ma con la dimenticanza della proroga dello stoccaggio, viene a mancare la fase intermedia del loro trattamento. 

“ Quello che non è stato prorogato dal decreto- afferma Giuseppe Giampaoli- è l’attività dei centri intermedi che tecnicamente sono dei punti dove le macerie vengono portate dopo essere state rimosse dai siti di crollo. Senza questi centri intermedi, dunque ci si ritrova in una situazione ordinaria e si va incontro a tutta una serie ulteriore di difficoltà  e, non potendo essere utilizzati i siti di selezione, si blocca tutta la catena. Sembra che comunque si siano già mossi sia l’ANCI che il Governo tramite il Commissario Straordinario. L’impressione è dunque per una serie di azioni che, se tutto va a buon fine - conclude Giampaoli- già in settimana dovrebbero portare allo sblocco della situazione. Siamo tuttavia nel campo delle ipotesi e degli auspici”.
C.C.
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Senz’altro la sanità è la spina nel fianco di molti, per non dire quasi tutti i Comuni della provincia (e non solo). Ma chi è chiamato a fare un maggiore sforzo sono quelli che hanno un ospedale che, giorno dopo giorno, anno dopo anno, devo difendere con le unghie e con i denti. Il sentimento, specie nelle zone montane, è quello della solitudine anche da questo punto di vista. Ormai è chiaro ai più che, purtroppo, togliendo pezzo dopo pezzo, la sanità non sarà più quella di prima, non sarà più un servizio uguale per tutti e raggiungibile a tutti. Ma il sindaco di Cingoli, Michele Vittori, afferma che non mollerà nella sua battaglia, e racconta un po’ la situazione affrontando anche altri temi. 

Sindaco Vittori, nuovo anno ma problemi uguali. Uno fra tutti è quello relativo alla nuova scuola. A che punto è la situazione.

Iniziamo il 2020 con alcune problematiche irrisolte del 2019. In primis sicuramente quella della realizzazione del nuovo polo scolastico che a Cingoli dovrà ospitare l’istituto alberghiero e il nostro liceo linguistico. C’eravamo lasciati, nell’ultima intervista, con le problematiche relative al decreto che impone ai Comuni di ricostruire le scuole in centro laddove lì si trovassero prima del sisma. Noi a breve avremo un incontro con il presidente della provincia, Antonio Pettinari, e con il governo per vedere quale potrà essere la soluzione per superare le difficoltà che sono scaturite dal decreto, in modo da procedere con la progettazione che è in atto da tempo. 

Un altro tema importante, per cui Cingoli ha manifestato scendendo in piazza più volte  di recente è quello della sanità. 

Sì questo è un altro tema assolutamente importante. Non mi stancherò mai di dirlo, quella di Cingoli è una struttura indispensabile. Noi, come amministrazione, lo difenderemo in ogni modo e in tutte le sedi. La situazione è questa: il 21 dicembre abbiamo organizzato una manifestazione in Ancona dove abbiamo rivendicato i nostri diritti, in particolare quello alla salute. Il 23, come risposta, è stata approvata una legge in Regione con la quale Cingoli è stato trasferito dall’Area Vasta 2 all’Area Vasta 3 senza tenere in considerazione la contrarietà del consiglio comunale nonché le perplessità espresse dai dirigenti dell’Asur né la richiesta di avere maggior tempo per riflettere su un cambiamento così importante per la sanità. Di conseguenza, abbiamo organizzato un'iniziativa che, peraltro, ha avuto un buon successo in città, una fiaccolata il 6 gennaio. Abbiamo percorso le vie del centro terminando con un piccolo comizio per rivendicare i nostri diritti. Abbiamo delle grandissime perplessità sulla scelta del trasferimento all’Area Vasta 3. Cingoli, in Area Vasta 2, aveva una funzione ben specifica in rete con l’ospedale di Iesi, mentre ora non abbiamo certezze e non si capisce neppure quale sarà il ruolo del nostro ospedale. Questo ci preoccupa molto e ci fa arrabbiare. 

Persiste ancora anche il problema del taglio dei posti letto, non è così?

Siamo fermi esattamente allo stesso punto rispetto al 2019. Anzi, aggiungiamo a livello peggiorativo quest’ultima scelta del 23 dicembre. Abbiamo ancora in piedi la richiesta del ripristino immediato dei posti letti: l’ospedale avrebbe 40 posti in dotazione che sono stati tagliati per la metà, con la scusa del piano ferie che si concludeva al 30 settembre. Siamo al 13 gennaio e ancora non se ne sa nulla, non è stato sostituito il personale medico e infermieristico, quindi abbiamo dei servizi che funzionano a metà e il pronto soccorso non è più operativo come dovrebbe. Finché sarò sindaco però, non molleremo su questo tema.

fiaccolata

Ci sono state risposte da parte di Asur e Regione dopo le manifestazioni?

No, assolutamente nessuna novità né tantomeno certezze su quello che sarà il futuro. 

Alle prese con la sanità è anche il sindaco di San Severino, Rosa Piermattei, che ha annunciato battaglia. Cingoli darà il suo supporto?

Esprimo tutta la mia solidarietà al sindaco. Per un primo cittadino garantire il diritto alla salute e il servizio sanitario ai propri cittadini credo sia la questione primaria. Noi siamo sul piede di guerra da anni perché è un diritto che va difeso anno dopo anno e giorno dopo giorno. Per noi è positiva la presenza di comitati, associazioni, amministrazioni che si mettono in campo in difesa della salute.

Parliamo invece di cose positive, qual è l'attività che Cingoli sta portando avanti?

Parlando di buone notizie, per il 2020 una delle più importanti è il duomo. Probabilmente entro l’anno saremo in grado di riaprire la cattedrale e questo è importante nell’ottica della ripartenza. In centro storico abbiamo dei lavori di sistemazione della biblioteca e della pinacoteca, e a breve vedremo anche la ricostruzione della chiesa di San Lorenzo che potremo sfruttare come polo museale. Stiamo mettendo in piedi tutta una serie di iniziative volte a valorizzare i nostri percorsi naturalistici che, dal mio punto di vista sono unici. L’obiettivo è quello di organizzare eventi e iniziative che possano offrire a turisti e visitatori la possibilità di vivere emozioni dal punto di vista naturalistico e poi tante iniziative per i giovani sulla scia di quanto fatto nel 2019. 

vittori e saltamartini
Gaia Gennaretti


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Un richiamo ai sindaci a restare uniti, è quello che viene da Maurizio Mangialardi, presidente Anci Marche e coordinatore nazionale dei presidenti delle Anci regionali, alla vigilia dell'Assemblea col Governo che, oltre ai presidenti Anci di Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio, vedrà riuniti a Roma i primi cittadini del cratere delle 4 regioni terremotate.
La riunione nella Capitale, è in programma per le ore 10 di mercoledì 15 gennaio nella sala convegni del Pio Sodalizio dei Piceni e sarà presieduta da Maurizio Mangialardi nel suo ruolo di coordinatore nazionale dei Presidenti delle Anci regionali. Nel ricordare che si deve all'azione dell'Anci l'approdo al nuovo decreto, Mangialardi ha sottolineato come esso sia da considerarsi un punto di partenza, seppur" ridimensionato rispetto alle nostre aspettative e giuste rivendicazioni. Continuiamo a lavorarci contando di poter incidere con i decreti attuativi”.
Anci nazionale
Cercare una sintesi per proseguire il confronto col governo, è quanto auspicano i presidenti ANCI delle 4 Regioni che saranno presenti all'Assemblea. 
Mangialardi ha tenuto a precisare che, pur partendo dal positivo presupposto di un dialogo aperto col Governo, resta comunque viva la necessità che tutti i parlamentari delle 4 regioni terremotate, indipendentemente dall’appartenenza politica, facciano pressione sul Governo, nell’interesse delle proprie comunità e dei cittadini
Tra i nodi al centro dell’Assemblea, la questione del Commissario oggi in regime di prorogatio, figura che, a detta del Presidente Anci Marche, oltre alla competenza tecnica sarà necessario abbia una visione politica ed amministrativa in maniera tale che le norme previste nella legge sul sisma del Centro Italia, producano i giusti decreti attuativi.
Non è il momento di dividersi – ha concluso Mangialardi – e se gli animi sono esasperati, le menti devono restare lucide perché le manifestazioni eclatanti il giorno dopo sono già dimenticate. Occorre il lavoro della politica, dell’Anci, nell’interesse delle nostre comunità”.
C.C.
Maurizio Mangialardi

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Lunedì, 13 Gennaio 2020 08:56

Selvalagli, tamponamento a catena

Tamponamento a catena, dopo le 8, a Selvalagli di Gagliole, all'altezza del semaforo.
Per cause in corso di accertamento, tre auto si sono scontrate.
Ad avere la peggio, stando ad una prima ricostruzione, l'auto che si è trovata al centro dello scontro.


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Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Camerino e i sanitari del 118 che hanno trasportato un'automobilista, una donna, al pronto soccorso, ma le sue condizioni non dovrebbero essere gravi.
Per i rilievi del caso i carabinieri.
In attesa dell'intervento dei soccorritori si è creata una discreta fila di auto. Un tratto di strada, quello dove è avvenuto l'incidente, dove spesso si verificano queste situazioni a causa delle brusche frenate degli automobilisti, per via del semaforo che rileva la velocità. Questa mattina, a contribuire allo scontro, il manto gelato per le rigide temperature invernali.

GS
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Davanti ad una folla commossa quest’oggi è stata riaperta la chiesa di San Vittorino, santo patrono di Pioraco, dichiarata inagibile dopo il sisma del 2016 a causa del distaccamento della facciata dal corpo principale della struttura. I lavori di restauro sono costati circa 290.000 €.

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La liturgia è stata concelebrata e presieduta dall’arcivescovo Francesco Massara. Un momento storico per Pioraco. Riaperta ora la chiesa, resta il grande compito di ricostituire la comunità. “Non si può pensare di ricostruirla come era prima- ha detto il sindaco di Pioraco Matteo Cicconi - ma forse si può fare ancor meglio tenendo conto anche delle nostre tradizioni “.

L’argomento sarà approfondito con ulteriori dichiarazioni, interviste e foto nella prossima edizione de L’Appennino Camerte.

Lisa Grelloni

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“ Mi aspetto che si possa voltare pagina”. Si apre con questa speranza il nuovo anno di Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera, piccolo comune dell’entroterra montano con oltre il 96 per cento di case inagibili e una popolazione attuale di circa 150 persone residenti nelle casette.
Mi aspetto quello che non è successo l'anno scorso. Sono certo che le mie aspettative sono quelle di tutti, dei miei colleghi e dell’intera popolazione terremotata. E se ricominciamo così, non ci siamo per niente: non ci si può dimenticare di un aspetto normativo che blocca anche i siti temporanei delle macerie: questa è cosa molto grave che non può che suscitare amarezza perché denota disattenzione, per non dire incompetenza. Se c'è un aspetto tecnico da sanare, non si deve aspettare il 10 gennaio per dire che di nuovo bisogna mettere nel decreto la norma per consentire di rimuovere le macerie. Già solo questo - continua il sindaco- ci fa capire che non ci siamo proprio. Quello che ci aspettavamo non è avvenuto e, ancora una volta, dobbiamo affidarci alla speranza che qualcosa di pratico succeda; diversamente, davvero bisognerà intraprendere la strada di qualche iniziativa forte”.
il sindaco Falcucci
Tra le questioni sul piatto c’è anche quella del mandato del Commissario straordinario scaduto lo scorso 31 dicembre, del quale i sindaci del cratere  non vogliono la semplice ‘prorogatio’, evidenziando anche la limitatezza di poteri che impedisce un'operatività concreta e immediata, su situazioni ancora di emergenza.
“ Noi- sottolinea Falcucci- vogliamo un Commissario “straordinario” e non un Commissario “ordinario”; ben venga se poi “straordinario” significa avere gli stessi poteri che hanno avuto per i disastri il sindaco di Genova , il presidente Zaia per il Veneto, o comunque l’operatività che altri presidenti hanno avuto per analoghe situazioni di emergenza. Quanto al nome- prosegue Falcucci- non sta a me sceglierlo: non ho nulla da eccepire, né a favore, né contro, perché ognuno si assume poi le sue responsabilità; da sindaco e da amministratore, insieme a tanti miei colleghi, ho tuttavia la necessità che la sua figura sia di un Commissario straordinario che effettui iniziative straordinarie per un evento straordinario che dura ormai da 4 anni e, non è un gioco.
Quello che manca e continua a mancare in questo nostro Paese- rimarca il sindaco di Castelsantangelo-  è il buon senso nel sapere affrontare le emergenze. La verità è che tutti sono d'accordo a parole, ma con i fatti ci stanno portando in giro tutti, nessuno escluso. Quando uno fa l’amministratore ed è destinatario di iniziative, la responsabilità è di tutti e non in percentuale e, se tutti sono d’accordo e nessuno fa, qualcosa non funziona. E’ da anni che aspettiamo di capire se vi sia volontà o meno di sostenere e ripopolare la montagna, perché se esiste davvero questo obiettivo, debbono essere necessariamente messe in atto le misure conseguenti. Allora, quello che auguro al mio comune e a tutte le altre popolazioni terremotate, è che ci sia una prospettiva e, anziché calare in montagna una iniziativa come “Resto al sud”, propongo di fare per analogia una norma nazionale che si chiami “Resto in montagna” e che non preveda privilegi di sorta, ma sia applicabile a tutta la montagna italiana, dal Piemonte alla Sicilia. All’interno di questo pacchetto di misure, mettiamoci norme di buon senso che servano a far rinascere una montagna vera e che, laddove la montagna viene ad essere colpita da una malattia, oltre ad una terapia adeguata, consentano anche misure di riabilitazione.
Se si vuole far rinascere la montagna –rimarca Falcucci- la mia proposta è per un’esenzione fiscale che consenta per 20-30 anni di ripartire, altrimenti, altre iniziative come il Resto al sud, a noi poco servono. Facciamo un “Resto in montagna” e, anziché continuare ad assistere al fenomeno di chi se ne va in Tunisia e Portogallo per percepire il doppio della pensione, mettiamo in piedi una misura che ai pensionati che  portino la residenza in montagna per i prossimi 10 anni, consenta di non pagare l'Irpef e l’Imu. Nel contempo- precisa il primo cittadino- è chiaro che dobbiamo comunque essere attenti a dare e garantire servizi socio-assistenziali che siano almeno all'altezza di salvare la vita delle persone. Ai giovani che decidano di abitare in montagna non facciamo pagare l’Irpef e magari la scontiamo sugli affitti: parliamo di una misura per poche migliaia di persone e che al bilancio dello Stato fa ridere ma che porterebbe vantaggio a una montagna in questo momento drammaticamente colpita. 
Di certo è un tipo di misura che dovrà essere ristretta a quelle realtà che stanno soffrendo da tempo lo spopolamento e che adesso, lo hanno elevato all'ennesima potenza e si stanno veramente desertificando. Credo che tutto questo, si chiami semplicemente buon senso”.
C.C.

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Pronta la risposta della direzione dell'Area Vasta 3 in merito al declassamento di tre reparti ospedalieri dell’ospedale di San Severino Marche, annunciato dalla sindaca Rosa Piermattei con un video-denuncia.


"L’ASUR Marche - si legge nella nota a firma del direttore Alessandro Maccioni - con l’atto 742/2019 ha posto in atto una revisione delle strutture organizzative aziendali al fine di adeguare il proprio assetto alle linee di indirizzo nazionali e regionali in materia di organizzazione dei servizi sanitari.  Nessun “declassamento di reparti ospedalieri è stato operato. Le strutture in questione hanno altra natura e risultano già da tempo inserite in reti cliniche uniche di tutta l’AV3. La “perdita” della loro classificazione dipartimentale è finalizzata non certo a depotenziare ma a rafforzare la loro integrazione nei processi assistenziali della rete clinica di riferimento (oncologica, diagnostica per immagini).



L’atto in questione - prosegue - ha natura programmatica ed organizzatoria. La sua attuazione avverrà con i tempi tecnici necessari allo sviluppo di un complesso processo che coinvolgerà sia le figure direzionali dell’Area Vasta (direttori di dipartimento, direzione medica, direzioni di distretto) che i diritti contrattuali dei dirigenti e quindi il sindacato; ciò in quanto, ovviamente non dovranno esservi discontinuità sia nella erogazione dei servizi che nelle funzioni e diritti dei dirigenti interessati.



La Direzione Generale ASUR - aggiunge - con una propria nota del 9 gennaio u.s., indirizzata alle Aree Vaste e che sarà diffusa al personale interessato, ha tenuto a precisare che “fino alla realizzazione di tale processo devono ritenersi pienamente operativi gli incarichi in essere, che devono pertanto proseguire senza soluzione di continuità.



Preme inoltre precisare - continua Maccioni -  sin da ora che l’attuazione dell’assetto in questione non presuppone in alcun modo un declassamento dei trattamenti contrattuali dovuti ai medici interessati.



Al fine di eliminare qualsiasi fraintendimento da parte dei professionisti è stata indetta una riunione con gli stessi nelle giornata di lunedì prossimo".

GS
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Reazione dopo reazione, la solidarietà rivolta al sindaco di San Severino, Rosa Piermattei, è stata tantissima. Il suo video di denuncia è stato condiviso migliaia di volte, le notizie rimbalzate ovunque e tantissimi settempedani sono pronti a scendere in strada per vedere garantito il loro diritto alla salute. L'Asur infatti, il 31 dicembre 2019 ha emanato una determina che declassa a unità semplici ben tre unità semplici dipartimentali dell’ospedale settempedano: oncologia, hospice e radiologia. Ciò significa che “potranno essere soppresse in qualsiasi momento, inglobate o trasferite nelle strutture da cui dipendono”. Amareggiata da questo gesto, grave non solo perché "colpisce" un territorio montano segnato dal terremoto ma anche per la tempistica, anche la presidente dell'associazione Help Sos Salute e Famiglia, Cristina Marcucci, che fin ora ha sempre cercato la via del dialogo con l'Asur per ottenere piccoli ma importanti servizi, per lo più rivolti a mamme e bimbi.

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"Sono le solite sorprese di fine anno dell'Asur. Da notare poi come sono rapidi ad applicare queste mozioni, contrariamente alla lentezza estrema nell'applicare atti ufficiali che indicano di introdurre o potenziare servizi. Siamo preoccupati - afferma - e di sicuro sosterremo il nostro sindaco". Quando Marcucci parla di atti ufficiali si riferisce alla mozione approvata in consiglio regionale all'unanimità a luglio (che fu proposta da Sandro Bisonni) che prevede l'avvio (inizialmente in maniera sperimentale) del servizio della guardia medica pediatrica a San Severino ma che "ad oggi non solo non è stata applicata ma quando abbiamo chiesto informazioni tramite posta certificata non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Fin ora abbiamo collaborato ottenendo qualche servizio ma se ci prendono per i fondelli - conclude - siamo pronte a far battaglia".
g.g.
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Prospettive di dialogo e spiragli di una possibile coalizione tra Partito Democratico e Movimento 5 stelle, sono emersi dalla riunione del centrosinistra che si è tenuta ieri sera ad Ancona. 
All'incontro, indetto dal segretario regionale del Partito Democratico Giovanni Gostoli, come momento di confronto e di ragionamento in vista delle regionali 2020, hanno preso parte le componenti del centrosinistra e i tre rappresentanti del Gruppo consiliare del M5S, Gianni Maggi, Romina Pergolesi e Peppino Giorgini. Presenti alla riunione oltre agli esponenti del PD anche i rappresentanti di Mdp Art.1, Italia Viva e Coordinamento di Uniti per le Marche (laico socialisti, verdi e liste civiche). 
"Noi siamo andati per ascoltare - riferisce il Capogruppo pentastellato Gianni Maggi- perché nell'ipotesi che noi auspichiamo che venga iscritto sulla piattaforma Rousseau il quesito se andare alle elezioni regionali da soli o, andare in alleanza con il centro-sinistra, agli iscritti che andranno a votare vorremmo dare delle indicazioni precise su cosa comporta l'una o l'altra soluzione.
Evidente che non si tratterà di rispondere a un secco quesito che dica solo se si voglia o meno andare col centrosinistra: tutti domanderanno infatti quali sono le condizioni ed è per questo motivo che siamo andati a sentire quali potrebbero essere le condizioni per un' eventuale alleanza di centrosinistra, sempe tenendo presente che comunque  la decisione su un'eventuale alleanza spetta sempre al capo politico Di Maio e alla piattaforma Rousseau, cioè a tutti gli iscritti delle Marche". 
Secondo quanto riferito dal Capogruppo M5S Maggi, la lunga assise ha comunque prodotto un atteggiamento favorevole di tutte le componenti del centrosinistra ad una coalizione col Movimento 5 Stelle.  " Oltre ai rappresentanti del Partito Democratico c'erano infatti tutte le componenti della maggioranza di centrosinistra che ci hanno ringraziato per la nostra partecipazione, sollecitandoci anche ad una decisione rapida che non spetta a noi, ma che stiamo aspettando da Roma. E' chiaro però che nel momento in cui si prospetti l'eventualità di questo quesito - spiega il capogruppo del M5S-  ai nostri iscritti che vanno a votarlo noi dobbiamo fornire delle indicazioni precise. 
Nel corso della riunione- continua Maggi- in sostanza si è detto che la priorità è quella di fare un'alleanza con il Movimento cinquestelle e che per questa possibilità di alleanza si può anche prendere in esame l'ipotesi di un candidato civico e cioè un candidato esterno che rappresenti tutto lo schieramento ma che non sia iscritto né al Movimento 5 Stelle, nè al Pd, nè ad altro movimento o partito che faccia parte della coalizione
In questo caso- prosegue Maggi- ci sarebbe appunto un candidato civico e ci sarebbe la disponibilità di un confronto sul programma. Nell'ipotesi che il Movimento 5 Stelle dovesse dire di no e decidere di partecipare alla competizione elettorale da solo, ovviamente il Partito Democratico e tutto il centro-sinistra andrebbero per la loro strada e farebbero un programma da contrapporre  al centrodestra e, in tal caso, il candidato governatore potrebbe essere Ceriscioli o in alternativa la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli. Ci siamo dunque lasciati dicendo, vediamo quali sono i punti qualificanti del programma del centro sinistra che naturalmente non riguardano la totalità  dello scibile della politica regionale ma sono centrati sugli aspetti più importanti, quali  la sanità, il lavoro, l'ambiente e ovviamente l'imprescindibile ricostruzione del post sisma. Lo confronteremo dunque con il  programma del MoVimento 5 Stelle che è già stato redatto da tutti gli attivisti in tutta la regione, per verificare se vi siano dei punti di incontro. Allorché avremo questi elementi - conclude Maggi- diremo agli attivisti  e agli iscritti al Movimento 5 Stelle tramite la piattaforma Rousseau, questi sono gli elementi che il centro-sinistra ci dà per poter valutare un'alleanza o meno. Certo che questa è un'occasione unica, oltre che per declinare il nostro programma come intenzioni, anche per applicarlo a vantaggio dei cittadini marchigiani". Una rapida decisione dei pentastellati sarà dunque determinante; nell'ipotesi che tardi ad arrivare, il centro sinistra potrebbe decidere di correre da solo e comporre diversamente la partita, costringendo i cinquestelle a subire quanto da loro già deciso.
C.C.  

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Sabato, 11 Gennaio 2020 12:17

Caldarola, cinque serate di gusto e teatro

Non importa dove, l'importante è vivere il teatro per riunire una comunità ferita. E' un messaggio che Caldarola ha dimostrato dopo il terremoto con Dialettiamoci prima e Il gusto del teatro poi.
Dopo il successo della rassegna di teatro dialettale, infatti, torna per la quinta edizione il cartellone che unisce, invece, il piacere culinario a quello dello spettacolo.
E' stata presentata questa mattina, in conferenza stampa, nei nuovi uffici del Comune di Caldarola, la rassegna che partirà dal prossimo 18 gennaio e proseguirà, con 5 appuntamenti in totale, fino al 15 febbraio. Ad organizzarla, come ogni anno, la Compagnia Fabiano Valenti di Treia, con il sostegno del Comune di Caldarola, l'Unione Montana, la Uilt, la Pro Caldarola e la Regione Marche, insieme al sostegno di tante realtà imprenditoriali del territorio e la direzione artistica di Francesco Facciolli.
”Abbiamo cominciato con il teatro storico - dice Fabio Macedoni, presidente della Compagnia Valenti - . È la rassegna che ha debuttato con il primo mandato di Giuseppetti che era già un assiduo spettatore di Dialettiamoci. Spesso accade che cambiano le amministrazioni e si butta tutto all’aria mentre con Luca Giuseppetti quello che ha funzionato ha proseguito e così è nata questa rassegna. Una scelta nata prima del sisma come motivazione di fare qualcosa di brillante e di qualità, abbinato alla qualità dei prodotti. Una rassegna che ha dato il via a tante altre iniziative con l’apericena ma il copyright lo detiene Caldarola per la cura, l’attenzione e l’orgoglio con cui sono stati organizzati gli aperitivi“.
Si comincia il 18 alle 21.30, nella sala Tonelli con "L'inganno in maschera" portato in scena dall'ormai celebre, a Caldarola e non solo, compagnia Il teatro dei Picari di Macerata.
Pomeridiano, invece, l'appuntamento del 26 gennaio alle 17.15 con "...E fuori nevica" rappresentato dalla Cooperativa Ci Credo di Macerata.
Arriva da Castignano, poi, la Compagnia Nuovo Teatro Piceno che il primo febbraio alle 21.30 porterà in scena "Il libertino".
Aempre di sera l'appuntamento dell'8 febbraio con Il teatro dei Dioscuri di Salerno che porteranno la risata di Eduardo De Filippo intitolata "Uomo e galantuomo".
A chiudere il cartellone 2020 sarà l'associazione Teatro Claet di Ancona, il 15 febbraio alle 21.30 con "Oh Dio mio".
”Penso a quando questa rassegna è stata ideata la prima volta - dice il sindaco - e a come siamo andati avanti sempre, cercando di migliorarci nonostante il successo già ottenuto. Ora siamo arrivati ad un livello in cui questi appuntamenti vengono apprezzati sia per il livello delle compagnie partecipanti, sia per l’enogastronomia. Aperitivi migliorati di anno in anno sia per la qualità delle cantine che partecipano, che per i prodotti cucinati magistralmente dalla cuoca della nostra scuola. Novità di quest’anno - annuncia Giuseppetti - l’impegno di ogni borgo di Caldarola con i rispettivi prodotti tipici. Mi fa piacere perché questo è un momento di aggregazione per la nostra comunità, grazie ai vari sponsor che ancora ci assistono grazie al successo degli anni passati”.
La particolarità di questa rassegna, infatti, come si evince anche dal nome, è che prima degli spettacoli serali e dopo quello pomeridiano, ad allietare il palato del pubblico saranno i sapori della tradizione locale, grazie a tante realtà che ogni anno contribuiscono alla realizzazione degli apericena.
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”Come teatro amatoriale - dice il presidente della Uilt Marche, Quinto Romagnoli - ringrazio gli organizzatori per questo evento che raccoglie una importante produzione di teatro amatoriale sui quali non ci sono dubbi per l’anno qualità“.
Il teatro è già di per sé, momento di aggregazione sociale, la buona tavola unisce ancora di più. E se questa trovata era già vincente prima del sisma, ora più che mai questa iniziativa servirà a ricostruire la società e alleggerire gli animi.

L'argomento sarà approfondito nella prossima edizione del settimanale L'Appennino Camerte.

GS
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