Annunciano una falsa consegna di mascherina, ma l'anziana non abbocca e chiama i carabinieri.
È accaduto questa mattina, a Tolentino, dove appunto una signora anziana e pensionata ha ricevuto una telefonata da un numero anonimo in cui l'interlocutore si presentava come sedicente incaricato del Comune per consegnarle le mascherine.
Peccato però che nessun Comune ha aderito a questo genere di iniziativa: né incaricati comunali né volontari della Protezione Civile stanno consegnando dispositivi di protezione.
È per questo motivo che la signora fortunatamente ha immediatamente interrotto la comunicazione e ha chiamato i Carabinieri per far luce sulla questione.
Imilitari dell'Arma sono ora impegnati per i dovuti accertamenti, ma fanno sapere che va sollecitata l'attenzione delle persone affinché nessuno cada in questo genere di truffa.
Nel territorio sotto il controllo della Compagnia di Tolentino non sono ancora avvenuti fatti del genere e questo risulta essere il primo, ma non è detto che sia l'unico.
Accertarsi, quindi, che avvisi di questo genere o consegne sospette di dispositivi di protezione non costa nulla. Anche se dovesse trattarsi di un fatto organizzato realmente dal Comune, se si hanno dei dubbi è sempre bene chiamare le forze dell'ordine per accertarsi che non si tratti di malintenzionati.

GS
Sono ben 500 le mascherine che un donatore anonimo, che attraverso la sezione ADMO Monti Azzurri di San Ginesio, ha voluto offrire alla comunità ginesina.

A comunicarlo al sindaco di San Ginesio, Giuliano Ciabocco, è stata la Presidente dell’Associazione Alessandra Spurio che, in questo difficile momento, non poteva non accogliere con entusiasmo un gesto di tale magnanimità e soprattutto necessità.

Le mascherine sono in tessuto trilaminato, interamente lavabili a 60° in lavatrice e quindi riutilizzabili.

L’Associazione, grazie alla preziosa collaborazione del Comune di San Ginesio e dei volontari della Protezione civile, ha già iniziato la distribuzione. Per espressa richiesta del donatore, le mascherine, consegnate in bustina trasparente sigillata, saranno recapitate a ciascuna famiglia residente dentro e fuori le mura.

GS

Una mascherina a famiglia, per permettere ad un componente di ognuna di uscire protetto.
Sarà possibile a Ripe San Ginesio dove tutte le associazioni del paese hanno deciso, visto che è quasi impossibile reperirle, di acquistare una mascherina per ogni famiglia così da permettere ad almeno un componente di poter uscire in relativa sicurezza.
Avis, Pro Loco, Confraternità, Carabinieri in congedo, Gruppo dialettale Leonina e Polisportiva le hanno acquistate dalla Pelletteria Corona Rita che ne ave agià donate 50 al Comune.
"I presidi in questione - si legge in una nota comunale - possono essere sanificati e riutilizzati: spruzzando direttamente su entrambe le superfici del semplice alcol etilico denaturato a 90 gradi (spirito); immergendola per almeno 10 secondi in acqua a 30 gradi più Napisan o disinfettante similare, tenendo però fuori dall’acqua l’asticella che si accosta al naso, dopo di che si deve mettere ad asciugare su una superficie piana.
Di fatto - spiegano - ipotizzando un utilizzo giornaliero di 8 ore la mascherina può essere riutilizzata fino ad un massimo di 10 volte (naturalmente ad un utilizzo ridotto nell’orario corrisponderebbe un aumento delle volte da poterla riutilizzare)".

GS

*Immagine di repertorio
L’emergenza Coronavirus e il diffondersi della pandemia ha fatto sì che la richiesta di mascherine protettive contro il Covid 19 aumentasse in maniera considerevole. Ogni giorno si allunga la lista delle aziende che hanno deciso di riconvertire le loro produzioni per rispondere alla crescente domanda.
Venti le aziende marchigiane associate alla Cna che hanno già intrapreso questo percorso mentre altre venti sono pronte ad attivarsi per i prossimi giorni.

“La riconversione della produzione delle aziende- spiega Federica Carosi di Cna provinciale Macerata- ha riguardato le diverse tipologie di dispositivi protettivi che possono essere prodotti in questo particolare momento. Mi riferisco pertanto alle mascherine di tipo chirurgico e dunque professionale del personale sanitario, per produrre le quali le imprese hanno dovuto seguire un iter piuttosto complesso con l’Istituto Superiore di Sanità in quanto i materiali debbono essere necessariamente marchiati CE ma  c'è poi un altro filone molto interessante e se vogliamo più semplice che è quello della produzione di mascherine ad uso comune. In questo caso la particolarità è che si tratta di mascherina protettiva destinata ad un pubblico esclusivamente “civile” come la persona che si reca al supermercato per fare la spesa ed ha esigenza di senrirsi protetta.  In tal caso- specifica Federica Carosi- l’iter per poter convertire  l'azienda è molto più semplice e il materiale utilizzato per confezionamento è a discrezione dell’imprenditore che si mette a disposizione per questa attività. Unica accortezza è che il prodotto finale venga destinato esclusivamente come dispositivo di protezione per le famiglie”.

Nove sono poi le aziende marchigiane che hanno colto al volo l’invito della Cna a consorziarsi per partecipare ad un progetto nazionale partito circa tre settimane fa, producendo mascherine conto terzi.  La proposta, coordinata a livello nazionale da CNA Federmoda e Confindustria Moda, è stata lanciata pochi giorni fa ai soci di tutta Italia, e le adesioni sono arrivate velocemente. ottenendo il plauso del Ministero e il ringraziamento dello stesso Commissario Straordinario per emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri.
Aziende  del tessile di tutta Italia, riconvertitesi in tempi record per rispondere all’appello della task-force di Governo e Protezione Civile in lotta contro l’epidemia Coronavirus. L’obiettivo è arrivare a coprire un fabbisogno stimato di circa 90 milioni di mascherine al mese, ma secondo il commissario straordinario Domenico Arcuri lo sforzo unanime consentirà di arrivare già al 50% del risultato in pochi giorni.
A tal fine il Commissario Straordinario per emergenza Coronavirus, ha ottenuto dall’Unione Europea l’autorizzazione a lanciare l’incentivo, con una dotazione finanziaria di 50 milioni di Euro, per le imprese che vogliono riconvertire a tale scopo i loro impianti. Le domande si possono presentare da ieri sul sito di Invitalia. Il finanziamento agevolato a tasso zero copre i due terzi dell’investimento, cui può essere accompagnato un contributo a fondo perduto variabile. Dal 100 per cento del finanziamento se l’avvio avverrà entro 15 giorni, al 50 per cento entro 30 giorni e al 25 per cento entro 60 giorni.

Un contributo importante, quello delle aziende marchigiane, perché sono loro a fornire le schede tecniche e i prototipi per la realizzazione delle mascherine. Per coordinare la ricerca delle aziende tessili disposte a riconvertirsi alla produzione di mascherine e per supportarle nella loro attività, la Cna Marche ha costituito un gruppo di lavoro, formato dall’imprenditrice Doriana Marini, presidente di Cna Federmoda Marche, come presidente, e dai funzionari Alessandro Migliore, Lucia Trenta e Irene Cicchiello.


C.C.
Una fornitura di 1000 mascherine FFP3, sigla che sottolinea la massima protezione possibile, destinata all’ospedale Carlo Urbani.
Dono della Cat Impianti, aziende jesina attiva (anche in questi giorni) nel settore dell’impiantistica tecnologica di riscaldamento condizionamento, specializzata in ambito bancario ed ospedaliero. Il carico è arrivato nell’ospedale jesino, in trincea come tanti per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, per merito di Mirko Panzarea, titolare della Cat. “Fin dai primi giorni dell’emergenza – spiega – avevamo pensato di dare una mano con una donazione. Così ci siamo messi in contatto con un medico della struttura  chiedendogli come potevamo essere utili”. Mascherine. Dispositivi per la protezione di medici e infermieri per preservare la salute di chi opera in prima linea. “Abbiamo contattato diversi fornitori finché, con il supporto di Confindustria che ringraziamo per averci aiutati nella ricerca, non le abbiamo trovate in Cina e le abbiamo acquistate – prosegue Panzarea –. Con le difficoltà dei collegamenti abbiamo impiegato quasi una settimana a farle arrivare ma finalmente siamo riusciti a consegnarle”. Un gesto di grande generosità mentre il lavoro va avanti. La Cat Impianti non rientra, infatti, tra le aziende chiuse dalla stretta dell’ultimo decreto del Governo, continuando a fornire assistenza per le manutenzione degli impianti elettrici. “Per noi – conclude Panzarea – lavorano 35 persone e circa la metà sono state dirottata al servizio assistenza. In azienda abbiamo adottato tutte le misure di sicurezza. Mi auguro che la nostra donazione riesca a sensibilizzare più imprenditori possibile nonostante già si siano attivati in molti con iniziative varie. Questa emergenza riguarda tutti indistintamente e tutti dobbiamo, insieme, fare qualcosa per uscirne il prima possibile. La grande sensibilità di tanti imprenditori locali dimostra volontà e spirito di appartenenza del mondo imprenditoriale verso i propri territori”.

GS
L'emergenza Coranavirus arriva anche nelle Marche: la richiesta massiccia di disinfettanti e mascherine, l'assalto alle scorte alimentari non hanno interessato solo i centri più vicini ai focolai del virus, ma si stanno verificando anche nella nostra regione.

Ad accrescere la preoccupazione, l'annuncio di un tampone risultato positivo nel pesarese ieri pomeriggio, su cui si attende in serata la conferma da parte dell'istituto superiore si sanità. 

Una preoccupazione tangibile riscontrata anche a Camerino

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"Davvero esponenziale da alcuni giorni la richiesta di articoli quali mascherine protettive e disinfettanti- afferma Enrico Cottini, titolare della farmacia di viale Giacomo Leopardi - Una richiesta e un'esigenza giustificata che, tuttavia, essendo così alta, non riesce ad essere soddisfatta in quanto gli stessi fornitori non riescono a farvi fronte. Noi da parte nostra cerchiamo di tranquillizzare e fornire consigli adatti per affrontare ad esempio la disinfezione attraverso l'utilizzo di prodotti che sono anche di uso comune e corrente come una semplice miscela di acqua e alcool oppure l'utilizzo di acqua ossigenata. Trattandosi infatti di virus anaerobico, il coronavirus in presenza di ossigeno muore".
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Preoccupazioni legittime ma che andrebbero affrontate, dunque, con maggiore serenità anche secondo la dottoressa Leila Milesi Ferretti che riferisce di persone che, complice anche la confusione e il bombardamento continuo di notizie non rosee, arrivano nella sua farmacia alla ricerca spasmodica di gel per mani e mascherine. "Il nostro compito - dice - oltre che quello di informare sugli aspetti più propriamente scientifici, è anche quello di tranquillizzare e fornire semplici consigli". 

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Ma la paura resta tanta, così se i prodotti igienizzanti non si trovano in farmacia si cercano al supermercato, anche se nella città ducale  il fenomeno dell'assalto alle attività commerciali risulta più contenuto: "Qui a Camerino la situazione al riguardo è un po' come in tutta Italia ma non così eccessiva - dice Franco Paganelli titolare del Paniere - Abbiamo avuto un afflusso maggiore negli ultimi giorni ma non si può parlare di assalto o scaffali svuotati in pochi minuti".

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Di un'affluenza superiore agli standard tradizionali parla anche il direttore del SuperConti, Leonardo Lizzi: "Alcuni beni di prima necessità in alcuni momenti ci sono venuti un po' a mancare, ma abbiamo risolto presto. Pasta, farina, pane, acqua e articoli igienizzanti i più venduti e proprio per questi ultimi prodotti c'è stata difficoltà nel fare scorta, data l'elevata, repentina e inusuale domanda che ha colto un po' tutti impreparati".

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Carrelli pieni anche all'Eurospin che già dallo scorso fine settimana ha registrato numeri consistenti nella clientela come dichiara Claudio Borroni, responsabile del supermercato camerte.
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Le conseguenze del Coronavirus producono in qualche modo ripercussioni negative anche sul turismo. A preoccupare le agenzie di viaggio locali che si erano da poco riprese dal sisma, sono le disdette e gli effetti economici di ciò che sta accadendo: "Al momento viviamo nell'attesa - dice Elisabetta Bartoccetti di CamarsViaggi -. Clienti che avevano prenotato da noi per aprile o maggio, non hanno ancora annullato e ci auguriamo che il fenomeno possa in certo qual senso stabilizzarsi e non subire aggravamenti. Al momento non si lavora e il fatto che la situazione evolva di ora in ora non tranquillizza". 
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Una sola cancellazione nelle partenze per l'Agenzia Travelbuy di Anthony Charles Sciortino: "Riguarda un viaggio d'istruzione che sarebbe dovuto partire lunedì 24 febbraio per il Nord d'Italia".
C.C.

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