San Severino Marche si candida ad entrare a far parte del club dei Borghi più belli d’Italia.

Per iniziativa del Consiglio comunale l’Amministrazione settempedana, che da sempre riconosce nel turismo un’importante occasione per lo sviluppo economico, sociale e culturale e che mette in atto azioni volte a promuovere il suo territorio ricco di spiccato interesse storico e artistico, ha chiesto al sodalizio di valutare la candidatura d’ingresso nel circuito di eccellenza allo scopo anche di avere un atteso ritorno in termini di promozione e visibilità.

In particolare la proposta, siglata dal sindaco Rosa Piermattei, interesserebbe il ricco centro storico, un borgo da 1.196 abitanti con edifici che risalgono a prima del 1900, antiche porte di ingresso che offrono accessi di qualità, facciate e tetti armoniosi per materiali e colori così come risultano armoniose le aperture, spesso arricchite da elementi decorativi e simbolici.

San Severino Marche, è scritto ancora nella proposta di candidatura, con il suo cospicuo patrimonio monumentale, con le sue manifestazioni artistiche e le sue istituzioni museali, consente al visitatore di cogliere nei suoi aspetti più significativi le caratteristiche di una Città d’arte e di spiritualità che conserva ancora i segni di un percorso di civiltà, cultura, arte, natura, devozione e prodotti artigianali ed enogastronomici unici.

SanSeverinoPanorama


Il centro storico più antico, detto comunemente Castello, è un suggestivo insediamento sorto nell’Alto Medioevo in seguito alla decadenza del municipio romano di Septempeda, posto più a valle. Testimonianze della vita comunale e della signora degli Smeducci sono offerte dalla cinta muraria e dall’antica porta ancora intatta, dall’alta Torre e dal suggestivo piazzale sottostante oltre che dagli esigui resti del palazzo Consolare, della fonte delle sette cannelle, dai fasti religiosi che rimandano al Duomo vecchio, dallo splendido Chiostro del Castello.

Tra i monumenti richiamati nella candidatura pure l’Antico Episcopio, i tanti conventi e monasteri, l’incantevole piazza Del Popolo, le tante chiese che circondano il cuore dell’attuale città insieme alla ricchissima pinacoteca e a un territorio costellato di ben 12 castelli ancora forieri di fascino.


f.u.
“Nessuna chiusura ma un invito alla ragionevolezza per far fronte a situazioni emergenziali come quelle già registratesi in determinate occasioni ad Elcito e Canfaito che ad esempio, nel periodo di Ferragosto. non hanno permesso a un’ambulanza di raggiungere persone che avevano bisogno di assistenza. Il provvedimento, che replica iniziative analoghe già assunte negli anni scorsi e su cui non ha polemizzato nessuno, non ha imposto divieti il 1 e il 2 maggio, per il ponte della Festa del Lavoro, né li imporrà se non ve ne sarà bisogno. Le auto, infatti, lo scorso fine settimana hanno transitato regolarmente e senza sbarramenti”.

Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, spiega così il provvedimento in merito alla viabilità per raggiungere la frazione di Elcito e la Riserva naturale regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito entrato in vigore in questi giorni su disposizione della Provincia di Macerata.

“Nella Ordinanza emanata dalla Provincia – sottolinea il primo cittadino settempedano intervenendo per spiegare la vicenda – è scritto chiaramente che il provvedimento avrà efficacia solo al verificarsi di particolari condizioni. Quando i parcheggi in zona saranno off-limits e le strade impraticabili, chiuderemo al transito la Provinciale che sale ad Elcito dalla località di Castel San Pietro. Per la sicurezza di tutti non possiamo fare diversamente ma, sottolineo, si tratterà di casi eccezionali e non appena la situazione rientrerà e lo permetterà, anche nel giro di poche ore, provvederemo a riaprire. Dobbiamo necessariamente garantire un afflusso sicuro – spiega ancora il sindaco – sia a chi sarà già riuscito a raggiungere queste due straordinarie località sia a chi vorrà recarvisi per trascorrere qualche ora a contatto con la natura. Come lo scorso anno allestiremo un parcheggio a ridosso dell’abitato di Elcito che servirà per sfogare l’afflusso di tante auto e continueremo a studiare soluzioni con l’Unione Montana Potenza Esino Musone, che è l’ente gestore della Riserva naturale regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito, con la Pro Elcito e con gli operatori che gravitano in zona, perché tutto vogliamo fuorché evitare che i turisti arrivino in quella che è una delle mete di richiamo del nostro territorio. Questo però lo faremo anche nell’ottica di tutelare un’oasi protetta e un habitat naturale che non ha confronti nell’intera regione Marche”.

Il Pomarancio torna a casa. C’è una data, quella del 28 aprile, per l’atteso rientro della preziosa opera d’arte, uno dei capolavori di Cristoforo Roncalli, nella chiesa di San Rocco.

Ad annunciare il rientro a San Severino Marche della tela la “La Beata Vergine Maria col Bambino e i Santi Rocco e Severino” è stato il sindaco, Rosa Piermattei, nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale.

L’opera venne requisita dal governo napoleonico nel lontano 1811 per essere portata a Milano e, infine, nella chiesa di Santo Stefano di Osnago. Nel dicembre dello scorso anno la tela da qui era stata trasferita verso un laboratorio specializzato, con sede nel capoluogo lombardo, per un restauro conservativo. Al tempo stesso dalla chiesa di San Rocco era stata smontata anche la cornice che per anni ha incorniciato l’opera. Sottoposta anch’essa al restauro farà ritorno nel luogo di fede dopo essere rimontata nel punto esatto dov’era collocata da Emanuele Ticà, titolare della bottega Mastro T di San Severino Marche che ha eseguito i lavori per la sua conservazione affidati alla Imper Tecno Srl di Roma, società specializzata nel recupero di opere d’arte e diretta da Cecilia Bartoli.

pomarancio

Il Comune di San Severino Marche ha lanciato nei mesi scorsi una campagna di fundraising tra enti, associazioni e privati per riportare a casa il Pomarancio stipulando una convenzione con la Pinacoteca di Brera e la Arcidiocesi, destinata a regolare le condizioni per il trasferimento, il deposito, la custodia e la valorizzazione della prezioso gioiello d’arte. 
Tutte le donazioni effettuate, in quanto erogazioni liberali, saranno detraibili fiscalmente dalla dichiarazione dei redditi.

Si deve all’Arcidiocesi di Camerino - San Severino Marche l’idea di chiedere, e ottenere dalla Pinacoteca di Brera e dalle Sovrintendenze per i beni architettonici e artistici competenti, il trasferimento proprio presso la chiesa di San Rocco del prezioso capolavoro d’arte attribuita al Roncalli.

Si è discusso anche dell’individuazione della nuova discarica provinciale per i rifiuti nella seduta del consiglio comunale di San Severino Marche, solecitata da una specifica interrogazione presentata dalla minoranza consiliare.

L’Amministrazione comunale ha approvato il processo decisionale adottato dall’Assemblea Territoriale d’Ambito, ma non ha condiviso la modalità di operare in merito alla individuazione di molteplici siti selezionati – ha risposto il sindaco Rosa Piermattei - Questa Amministrazione si è posta il problema di non ospitare una nuova discarica sul territorio comunale viste anche le numerose criticità avute in passato per aver avuto una discarica a confine con il comune di Tolentino e i cui disagi sono ricaduti, e ricadono tuttora, sul nostro comune. E’ vero che, unitamente a tutti i sindaci individuati dal Piano provinciale come probabile sede di discarica, anche San Severino Marche ha richiesto alla Provincia di sospendere il procedimento amministrativo, dato che ben 12 sindaci hanno già presentato ricorso al Tar Marche contro le Deliberazioni del 10 e 26 giugno 2020, ma se non avessi firmato come sindaco solo questo comune sarebbe risultato come “disponibile ad accogliere il nuovo sito”.

Il primo cittadino ha anche precisato che i motivi della contarietà ad ospitare una discarica nel territorio comunale sono tutti contenuti nella missiva firmata da tutti i 21 sindaci dei comuni individuati dalla provincia come sede ipotetica della discarica, precisando che nel territorio settempedano era stato individuato come potenzialmente idoneo per un nuovo impianto quello situato tra il Ponte dei Canti, Gaglianvecchio e Borgianelle.

“Il nostro Comune, secondo le richieste della Provincia di Macerata e dell’Ata 3 ha provveduto, nei termini assegnati, ad effettuare le verifiche, su scala comunale, delle aree potenzialmente idonee, provvedendo a delimitare l’area individuata – ha proseguito la Piermattei - Alle varie riunioni d’Ambito è emersa la necessità di individuare in tempi brevi, nell’ambito della Provincia di Macerata, un sito dove abbancare i rifiuti, visto che la discarica di Cingoli sta esaurendo lo spazio autorizzato. Nel caso in cui non venisse trovata una soluzione, l’alternativa sarebbe quella di portare i rifiuti in una località fuori la Provincia di Macerata. Con la richiesta di annullamento delle procedure di individuazione dei siti idonei per la realizzazione della discarica comunale, firmata da ben 21 sindaci tra cui la sottoscritta, non si chiede altro di sospendere l’attuale procedimento al fine di proseguire all’aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti, per consentire l’adeguamento del Piano stesso alle nuove direttive comunitarie, afferenti all’asse prioritario nel recovery found e delle altre risorse relative alla programmazione dei fondi strutturali europei, in quanto l’inserimento delle aree ritenute idonee alla localizzazione di una discarica, così come individuato dall’Ata 3 Macerata, risulterebbe superato e si invita, così come suggerisce anche l’assessore regionale all’Ambiente Aguzzi, alla ricerca di una soluzione temporanea di allocazione di volumetrie residue di rifiuti che possa traghettare l’Ata 3 Macerata verso un nuovo assetto di Piano.

Nelle premesse all’interrogazione - ha spiegato ancora il sindaco di San Severino Marche rispondendo al quesito posto dai consiglieri di minoranza - si dà per certo che con la chiusura di Cingoli si dovrà ricorrere a discariche fuori provincia con aggravio dei costi. Questo non è affatto definito, in quanto si possono verificare due situazioni: si possono ricercare soluzioni interne alla provincia del tutto temporanee o meno temporanee e non ancora definite ma le condizioni a cui dovremo adeguarci non si discosteranno molto dalle attuali oppure, se non ci saranno soluzioni temporanee interne alla provincia, allora sarà il presidente della Regione che dovrà per legge emanare un’Ordinanza per un nuovo sito di abbancamento. Il prezzo per l’abbancamento sarà definito solo in quella fase e confidiamo che esso sia un prezzo medio di mercato, molto simile a quello sinora sopportato per l’abbancamento a Cingoli. Da ribadire ancora, come già ampiamente illustrato, che dall’incontro dei rappresentanti dei 21 sindaci firmatari della richiesta di sospensione degli atti relativi all’individuazione della nuova discarica, anche l’assessore regionale all’Ambiente Aguzzi ha suggerito la ricerca di una soluzione temporanea di volumetrie residue, che possano adeguatamente accompagnare l’Ata 3 verso il nuovo assetto costituito dal piano aggiornato. I Comuni sono obbligati alla gestione aggregata del servizio di raccolta dei rifiuti, ricadendo sugli organi consortili la facoltà discrezionale di ripartire i costi effettivi del servizio tra le diverse municipalità, tenendo conto delle diverse modalità di raccolta e del bacino di utenza, ma secondo criteri diversi da quelli che, per legge, le Amministrazioni locali devono seguire nella fissazione della tariffa comunale e nella suddivisione degli oneri sulle singole utenze domestiche e non domestiche. In applicazione dei principi in materia di gestione dei rifiuti fissati dal Codice dell’Ambiente, la competenza a stabilire la tariffa del servizio dei rifiuti per ciascuna tipologia di utenza, ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica n. 158 del 1999, recante norme per la “elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani”, spetta agli enti locali, ma la stessa tariffa deve essere stabilita in modo da coprire tutti i costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani con determinazione delle tariffe proporzionalmente alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte. Sono grata - ha poi concluso il primo cittadino settempedano rispondendo alla minoranza sull’interrogazione - per la vostra attenzione in merito alla salute, all’ambiente, alla qualità della vita ed al benessere economico dei cittadini”.

Cibo di altissima qualità, donato dagli agricoltori di Coldiretti, per gli anziani della Casa di Riposo “Lazzarelli” di San Severino Marche.

La consegna è avvenuta per mano del presidente della Coldiretti maceratese, Francesco Fucili, che è stato accolto dal sindaco, Rosa Piermattei, e dal direttivo della Lazzarelli all’ingresso della struttura.

Un gesto molto apprezzato, in vista della Pasqua, e che va a sostenere materialmente le sempre ingenti spese alimentari della Azienda per i servizi alla persona.

I pacchi della solidarietà contengono oltre 50 chili di prodotti come pasta e riso, Parmigiano Reggiano e Grana Padano, biscotti, sughi, salsa di pomodoro, tonno sott’olio, dolci e colombe pasquali, stinchi, cotechini e prosciutti, carne, latte, panna da cucina, zucchero, olio extra vergine di oliva, legumi e formaggi fra caciotte e pecorino.

Altri due pacchi sono stati consegnati ad altrettante famiglie in difficoltà segnalate dai servizi sociali del Comune.

L’iniziativa, avviata da Coldiretti, Campagna Amica, Filiera Italia e tante aziende dell'agroalimentare Made in Italy, ha raggiunto anche altre due famiglie bisognose di Ripe San Ginesio. In vista della Pasqua sono 75 i pacchi consegnati nella provincia di Macerata.

Una solidarietà, quella degli agricoltori, che non si è mai fermata dall’inizio della pandemia. Coldiretti Macerata, tra Spesa sospesa e i Pacchi della solidarietà, ha donato circa 8mila chili di prodotti tipici Made in Italy, a chilometro zero e di altissima qualità alle fasce più deboli della popolazione, colpite dalle difficoltà economiche.

«Per sapere come procedere con il chiosco dei giardini pubblici, propongo di fare un concorso di idee. Non ho firmato la mozione con i colleghi di minoranza perché non sono d’accordo con la loro impostazione, ma nemmeno l’azione dell’amministrazione comunale mi trova concorde, perchè per iniziative di questo tipo andavano coinvolti i cittadini. Si tratta di un intervento che lascerà il segno per decenni, da valutare bene coinvolgendo la cittadinanza in un dibattito pubblico che sinora è mancato».

Così il consigliere comunale di minoranza Pietro Cruciani, interviene a proposito del dibattito in corso a San Severino Marche, sull’abbattimento del chiosco dei giardini, voluto dall’amministrazione comunale a guida del sindaco Rosa Piermattei, per fare spazio ad una nuova struttura da 150 metri quadrati, progettata dall’architetto di Filottrano Lorena Luccioni. 

«Il concorso di idee fu fatto anche quando furono creati i giardini, penso sia opportuno ripeterlo anche oggi, per avere diversi progetti da esperti e poi far decidere ai cittadini la soluzione migliore, dopo un apposito dibattito pubblico. Invito l’amministrazione comunale a ripensarci e a bandire il concorso, per poi lasciare la scelta definitiva alla cittadinanza - incalza Cruciani - in modo da capire come riqualificare nel complesso i giardini. Si deve progettare un intervento che ne valorizza le essenze arboree ed il verde presente, un recupero di dettagli in stile Liberty, tipici dell’epoca dell’apertura dei giardini Coletti. Sono giardini storici, da valorizzare nella loro bellezza, recuperando magari qualche elemento dell’epoca in cui sono stati realizzati». Conclude Pietro Cruciani:  «San Severino si è spaccata sul chiosco, ci sono due petizioni, una a favore dell’abbattimento, una contro, ma non è a colpi di petizioni che si risolve il problema generale della riqualificazione dei giardini. Mi auguro altrettanta mobilitazione anche sui gravi problemi che tutta la città si trova ad affrontare, quali il depauperamento dei servizi dell’ospedale cittadino e la grave crisi economica causata dalla pandemia, che coinvolge anche imprese ed attività commerciali del territorio» 
Una festa della donna particolare quella vissuta da diverse “nonnine” di San Severino Marche, che sono state sottoposte alla vaccinazione anti Covid. Nella città settempedana sono state 130 i vaccini somministrati ad altrettanti anziani over 80, oltre che ad alcuni docenti e addetti al personale scolastico reclutati direttamente dal Dipartimento di prevenzione dell’Area Vasta 3 dell’Asur.

Anche il sindaco Rosa Piermattei si è recata in visita alla struttura di via Roma, davanti alla quale, per venire incontro ai possibili disagi della popolazione anziana a causa di eventuali intemperie, i volontari del gruppo di Macerata del Cisom, il Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, hanno montato una maxi tenda pneumatica nel piazzale d’ingresso al centro vaccinale.

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“I cittadini ci chiedono fatti concreti, e questo lo è”. Il presidente della Provincia Antonio Pettinari ha esordito così all’inaugurazione dei laboratori dell’ITTS Divini di San Severino, in attesa che tra un mese venga inaugurata l’aula magna e che presto possa essere realtà anche la nuova sede dell’istituto a seguito del sisma.

Il paradosso dei laboratori, infatti, è stato proprio quello di un cantiere cominciato prima del 2016 e fermato dal terremoto.

“Questa realizzazione - ha detto - è stata programmata prima del sisma, nel 2014 decidemmo di individuare, come Provincia, alcuni edifici strategici che in caso di calamità potessero essere sedi sicure per ospitare i cittadini e decidemmo di inserire i laboratori di San Severino tra questi, perché avevano bisogno di interventi. La Regione fece un bando, noi partecipammo e ottenemmo il 75% dell’intero fondo per la demolizione e la ricostruzione dei laboratori. Appaltammo a giugno 2016 e demolimmo a luglio. Avevamo cominciato con il cantiere che poi è stato fermato dal sisma. Noi avevamo progettato l’intervento in seno alla scuola, e abbiamo poi dovuto aggiungere i servizi e aspettare il progetto della struttura commissariale per modificare il disegno iniziale.  Questa inaugurazione - ha concluso - fatta nonostante la pandemia vuole dare un segno ai ragazzi e all’entroterra perché non voglio attendere un’ora in più per mettere a disposizione i laboratori agli studenti.

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La tenacia degli studenti e delle famiglie che hanno creduto nelle istituzioni e nella scuola nonostante le difficoltà è stata sottolineata dal sindaco Rosa Piermattei: “Abbiamo avuto tante difficoltà - ha esordito - ma con l’aiuto di giovani ce l’abbiamo fatta. Questa è la prima visita del presidente Acquaroli nella nostra città: potrà vedere quanto è bella e quanto vogliamo che lei ne sia orgoglioso. Siamo pochi oggi, ma siamo tanti. Noi con il presidente Pettinari abbiamo lottato perché la scuola è fondamentale, ora dobbiamo andare avanti ed essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto. Siamo stati tutti un’ottima squadra e porteremo presto a casa anche il risultato della nuova sede”.


Dal 2016 ad oggi sono stati due i dirigenti dell’istituto che hanno attraversato le difficoltà dei lavori: Rita Traversi prima e Sandro Luciani negli ultimi due anni: “Il mio ultimo appello - ha detto il preside - è per gli arredi ed i macchinari che dovranno essere acquistati per i laboratori, perché anche il premier Mario Draghi ha ribadito l’importanza degli istituti tecnici. Le nostre scuole potranno preparare gli studenti grazie ai necessari strumenti all’avanguardia”.


laboratorio

Poi l’assist di Luciani al presidente Acquaroli che, con l’ordinanza di chiusura delle scuole, non ha permesso la presenza degli studenti all’inaugurazione: “Avrei voluto io per primo non emettere quella ordinanza - ha ammesso - ma abbiamo obblighi civili e morali. Ritengo che l’andamento dell’epidemia in provincia di Ancona ed ora anche in provincia di Macerata, si sta facendo sentire, soprattutto sulle fasce scolari quindi è giusto prendere provvedimenti necessari per mettere in sicurezza tutti. Non possono esserci formazione, economia, socialità se non c’è la salute. Richiudere le scuole è stato pesante. 

Abbiamo bisogno di rilanciare la nostra regione e la nostra provincia e chi, più degli istituti tecnici, può essere uno strumento di rilancio. Abbiamo decine di imprenditori partiti dagli istituti tecnici che poi hanno realizzato imprese e oggi danno lavoro a migliaia di persone. Il segnale che va raccolto è proprio o questo. Bisogna mettere le nuove generazioni in grado di poter fare quello che i nostri genitori hanno fatto prima di loro. Servono scuole all’altezza, infrastrutture in grado di supportare le sfide dei giovani e i valori che sono il sinonimo della mostra regione.

Il taglio del nastro - ha concluso - è qualcosa che personalmente non mi appartiene, ma ringrazio i miei predecessori per questo traguardo. Queste strutture, che sono state il sacrificio di tanti, dovranno essere curate dagli studenti per essere trasformate in qualcosa di straordinario”. 



A chiudere, il cardinale Edoardo Menichelli, con un monito alle istituzioni ed ai giovani: “Siamo nel periodo che precede la Pasqua, mi auguro che questa inaugurazione sia per la cotta e per l’è troverà il primo passo della Pasqua. La scuola, la sanità, l’ecologia, non sono né di destra né di sinistra: vorrei che all’interno delle istituzioni si discutesse, ma alla fine si trovasse l’armonia nelle diversità, per il bene comune. I risultati si ottengono con delle buone relazioni. Dobbiamo ritrovare una dimensione umana, di qualità. Il sisma ha toccato molto questa provincia, se noi ricostruiamo le case ma non pensiamo alla cultura ed al lavoro, nel territorio non ci abiterà nessuno, non vorrei che il nostro entroterra maceratese abbia una desertificazione senza sabbia. Ci vorrà tempo - ha concluso prima di rivolgersi ai giovani - . La scuola è fatica: faticate sopra i libri per il futuro delle comunità”. 

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GS
Incontro istituzionale tra il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, e il nuovo Questore di Macerata, Vincenzo Trombadore, dopo l’insediamento, da parte di quest’ultimo, avvenuto lo scorso dicembre.

Il Questore è arrivato nella sede provvisoria del Municipio, a palazzo Governatori, e si è intrattenuto con il primo cittadino per rappresentare e rendere concreta la massima attenzione alle problematiche del territorio in materia di sicurezza.

La visita, molto cordiale, è servita per affrontare diversi temi in una realtà che non presenta comunque situazioni di particolare disagio pur essendo quella di San Severino Marche, per estensione territoriale, la più grande comunità di tutto il territorio provinciale e una delle più grandi dell’intera regione Marche.

Ruspe in azione a San Severino Marche dove sono iniziati i lavori di demolizione di uno degli edifici simbolo del terremoto 2016. Una gigante pinza in acciaio, mossa da un escavatore, ha avviato la demolizione del grande complesso di viale Della Resistenza, in parte raso dalle scosse.

Gli effetti del sisma sulla struttura erano stati devastanti e in questo lungo periodo di tempo risultavano ben visibili anche dalle auto in transito lungo la strada 361 “Septempedana” che, proprio all’ingresso della città, trovavano quel tetto sormontato da pannelli fotovoltaici finito a terra.

L’Ufficio speciale della Ricostruzione ha concesso un contributo di 3 milioni e 100 mila euro per la ricostruzione del complesso costituito da due abitazioni e da due attività commerciali.


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