Fase 2: per ristoranti e pizzerie, solo asporto dal 4 maggio

Lunedì, 27 Aprile 2020 13:39 | Letto 2222 volte   Clicca per ascolare il testo Fase 2: per ristoranti e pizzerie, solo asporto dal 4 maggio Tra le principali novità introdotte dal presidente del Consiglio Conte, in concomitanza con la partenza della fase 2 dell’emergenza coronavirus e una maggiore libertà di movimento nel rispetto dei protocolli di sicurezza, dal 4 maggio c’è la possibilità per ristoranti e bar di attivare il take away o servizio da asporto. I locali potranno effettuare consegne a domicilio ,come già in parte fanno, ma i clienti, sempre nel rispetto delle regole potranno anche recarsi loro stessi a ritirare i prodotti ordinati. Così recita il decreto: “Resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché la ristorazione con asporto fermo restando l’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, il divieto di consumare i prodotti all’interno dei locali e il divieto di sostare nelle immediate vicinanze degli stessi”. Un timido segnale di ripresa per coloro che, nella generalità dei casi, in tutto questo tempo hanno accusato ill fermo delle loro attività. In realtà queste nuove disposizioni non danno grandi speranze a settori come il nostro- afferma Elisa, titolare dell’agriturismo Le Querce di Sarnano- Il cibo da asporto che infatti producono gli agriturismi, è molto complicato da farsi. Noi utilizziamo sempre prodotti freschi a chilometro zero, il che significa poter garantire tutti i giorni ai nostri clienti un offerta che oggi è molto difficile da reperire o comunque poter immagazzinare in  breve tempo, per averne ampia diponibilità. Proprio per questo motivo – aggiunge Elisa- non penso che tante attività come la nostra o tanti ristoranti potranno aderire a questa iniziativa, a differenza invece delle pizzerie o dei pub che magari utilizzano dei prodotti a lunga conservazione. Come agriturismo, in realtà tutto questo periodo noi lo abbiamo vissuto in un modo molto produttivo, perché la campagna e la natura non si sono fermate e di lavoro da fare nei campi, nell’orto e nel frutteto ne abbiamo avuto. Di certo il blocco della clientela in un periodo come questo ricco di festività ha pesato molto e la predita per tutto il settore dell’agriturismo è stata consistente. Date quelle del lunedì di pasquetta, 25 aprile o 1 maggio in cui le temperature sono ancora basse e le persone prediligono la natura e le passeggiate in campagna e questo ha comportato per noi una grossa perdita economica. Per il futuro siamo certamente come tutti molto preoccupati- conclude Elisa- Difficile capire come potremo organizzarci nel momento in cui ci diranno che potremo muoverci. Il mantenimento delle distanze di sicurezza sia per i clienti che per noi stessi e per i dipendenti. Ci preoccupa molto; nell’attività ristorativa è infatti impossibile non potersi avvicinare ad un cliente e dunque bisognerà lavorarci molto”.Più positivo il commento di Deborah dell’Agri –Gourmet “Spizzicus” di Camerino che già dal 31 marzo scorso, per quel che si è potuto, ha ripreso ad effettuare consegne a domicilio di pizza bio nelle zone limitrofe,. “Per questo mese ce la siamo cavata abbastanza bene; anche se le difficoltà e i disagi sono parecchi, siamo riusciti ad accontentare la clientela e ne siamo contenti perché abbiamo passione per il nostro lavoro e ci fa piacere contribuire ad alleviare per quel che si può la problematica che tutti stanno vivendo. Seppure partiti un po’ sfiduciati- continua Deborah-giorno per giorno ci siamo resi conto di quanto siano legati gli italiani ad un prodotto come la pizza, per cui il nostro lavoro ha potuto continuare bene e in tranquillità. Certo, per il futuro la vediamo abbastanza dura. Prima che l’economia riprenda ce ne vorrà, specie per i piccoli imprenditori come noi o comunque per i privati. Che dire, ce la metteremo tutta, la volontà c’è. A farci ben sperare è anche la particolarità del biologico  e della stagionalità delle materie prime da noi utilizzate, che stanno riscuotendo il favore delle persone. Abbiamo adottato questa scelta, ma è un sacrificio che alla fine ci sta ripagando con un bellapprezzamento della clientela”. Meno rosea la visione di chi si trova sulla costa e, al primo raggio di sole primaverile, avrebbe visto locale e ampi spazi antistanti riempirsi.” Già la possibilità di poter fare l’asporto è qualcosa – dice Andrea Savoretti, titolare dello chalet “ Ai due re” del lungomare Piermanni a Civitanova Marche-.La ripresa del lavoro in un settore finora completamento fermo per tutto il periodo dellmergenza, significa già qualcosa, tuttavia, essendo la nostra un’attività che comprende sia ristorazione e pizzeria che il balneare, la preoccupazione maggiore è per l’incognita e la scarsa chiarezza su come poter affrontare il passo successivo. Ci auguriamo che il governo riesca a dare delle linee guida che tutelino chi ha delle attività che hanno problemi di ristrettezza di spazi, altrimenti cè chi non potrà riaprie.  Siamo tutti in balia di una situazione molto confusa- continua Andrea- Meglio non dire quanto abbiamo perso fino ad oggi ma per averne lamara sorpresa basta un semplice confronto col fatturato dello stesso periodo di prima della pandemia. Il tema della salute è primario e fondamentale - sottolinea il titolare dello chalet-pizzeria discoteca-  diversa è però una situazione sanitaria nella quale con tutta probabilità dovremo convivere, nel qual caso, sarà necessario intraprendere delle azioni più forti e bisognerà anche assumere un atto di responsabilità nel delineare le linee guida. A dirla con chiare parole, siamo arrivati a maggio e il settore che deve essere trainante per l’Italia è il turismo e un decreto che non ci fa aprire fino al primo giugno, sapendo che poi nel momento in cui si potrà partire dovremo mettere in atto una serie di misure ristrettive, ci crea preoccupazione. Per assorbirle, la verità è che se ne andrà anche tutto il mese di giugno”. Tengono duro ma temono il futuro lanche i titolari dell’Osteria Spartacus di Camerino. Solo da pochissimi giorni, lattività ha iniziato il servizio di consegne a domicilio ma esclusivamente per cibi preparati a base di carni, grigliate miste e dolci.  Piccoli passi di riconquista nel lavoro, ma non tutto appare così scontato e semplice; poca cosa lo stesso contributo arrivato dallo Stato che non è bastato nemmeno per pagare le quote fisse di luce e metano .“Abbiamo pubblicato sui social che saremmo ripartiti in modalità diversa e qualche richiesta labbiamo già ricevuta- dice la titolare Fiorella-. Speriamo di poter continuare, altrimenti vedremo dopo il 4 maggio come poter proseguire. La scelta dei prodotti da asporto è limitata a poche preparazioni per garantire il fresco, per cui si potranno ordinare solo cibi più semplici a base di carne e qualche dolce ma non facciamo i primi piatti ”. Durissimo il periodo di chiusura per un’attività sulla quale la famiglia, rimasta senza lavoro dopo il sisma del 2016, aveva investito. “Ritrovarsi chiusi dopo nemmeno due anni dall’apertura, per un locale che comunque stava andando bene, vuol dire subire un danno gravissimo. Andare avanti è molto dura; l’unica cosa che possiamo augurarci è che da giugno tutto possa riprendere normalmente, altrimenti il nostro futuro sarà a pezzi. Io sono sempre positiva, ma questa volta la vedo davvero difficile. E’ un’idea stroncata sul nascere quella che mi coinvolge in prima persona insieme a mio figlio e due dipendenti e, anche se l’indole è quella di vedere sempre  il bicchiere mezzo pieno, qui c’è da aggrapparsi alla sola speranza che tutti riescano a superare questa situazione nel migliore dei modi possibile”. C.C.
Tra le principali novità introdotte dal presidente del Consiglio Conte, in concomitanza con la partenza della fase 2 dell’emergenza coronavirus e una maggiore libertà di movimento nel rispetto dei protocolli di sicurezza, dal 4 maggio c’è la possibilità per ristoranti e bar di attivare il take away o servizio da asporto.
I locali potranno effettuare consegne a domicilio ,come già in parte fanno, ma i clienti, sempre nel rispetto delle regole potranno anche recarsi loro stessi a ritirare i prodotti ordinati. Così recita il decreto: “Resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché la ristorazione con asporto fermo restando l’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, il divieto di consumare i prodotti all’interno dei locali e il divieto di sostare nelle immediate vicinanze degli stessi”.
Un timido segnale di ripresa per coloro che, nella generalità dei casi, in tutto questo tempo hanno accusato ill fermo delle loro attività.

" In realtà queste nuove disposizioni non danno grandi speranze a settori come il nostro- afferma Elisa, titolare dell’agriturismo Le Querce di Sarnano- Il cibo da asporto che infatti producono gli agriturismi, è molto complicato da farsi. Noi utilizziamo sempre prodotti freschi a chilometro zero, il che significa poter garantire tutti i giorni ai nostri clienti un' offerta che oggi è molto difficile da reperire o comunque poter immagazzinare in  breve tempo, per averne ampia diponibilità. Proprio per questo motivo – aggiunge Elisa- non penso che tante attività come la nostra o tanti ristoranti potranno aderire a questa iniziativa, a differenza invece delle pizzerie o dei pub che magari utilizzano dei prodotti a lunga conservazione.

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Come agriturismo, in realtà tutto questo periodo noi lo abbiamo vissuto in un modo molto produttivo, perché la campagna e la natura non si sono fermate e di lavoro da fare nei campi, nell’orto e nel frutteto ne abbiamo avuto. Di certo il blocco della clientela in un periodo come questo ricco di festività ha pesato molto e la predita per tutto il settore dell’agriturismo è stata consistente. Date quelle del lunedì di pasquetta, 25 aprile o 1 maggio in cui le temperature sono ancora basse e le persone prediligono la natura e le passeggiate in campagna e questo ha comportato per noi una grossa perdita economica. Per il futuro siamo certamente come tutti molto preoccupati- conclude Elisa- Difficile capire come potremo organizzarci nel momento in cui ci diranno che potremo muoverci. Il mantenimento delle distanze di sicurezza sia per i clienti che per noi stessi e per i dipendenti. Ci preoccupa molto; nell’attività ristorativa è infatti impossibile non potersi avvicinare ad un cliente e dunque bisognerà lavorarci molto”.

Più positivo il commento di Deborah dell’Agri –Gourmet “Spizzicus” di Camerino che già dal 31 marzo scorso, per quel che si è potuto, ha ripreso ad effettuare consegne a domicilio di pizza bio nelle zone limitrofe,. “Per questo mese ce la siamo cavata abbastanza bene; anche se le difficoltà e i disagi sono parecchi, siamo riusciti ad accontentare la clientela e ne siamo contenti perché abbiamo passione per il nostro lavoro e ci fa piacere contribuire ad alleviare per quel che si può la problematica che tutti stanno vivendo.
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Seppure partiti un po’ sfiduciati- continua Deborah-giorno per giorno ci siamo resi conto di quanto siano legati gli italiani ad un prodotto come la pizza, per cui il nostro lavoro ha potuto continuare bene e in tranquillità. Certo, per il futuro la vediamo abbastanza dura. Prima che l’economia riprenda ce ne vorrà, specie per i piccoli imprenditori come noi o comunque per i privati. Che dire, ce la metteremo tutta, la volontà c’è. A farci ben sperare è anche la particolarità del biologico  e della stagionalità delle materie prime da noi utilizzate, che stanno riscuotendo il favore delle persone. Abbiamo adottato questa scelta, ma è un sacrificio che alla fine ci sta ripagando con un bell'apprezzamento della clientela”.

Meno rosea la visione di chi si trova sulla costa e, al primo raggio di sole primaverile, avrebbe visto locale e ampi spazi antistanti riempirsi.
” Già la possibilità di poter fare l’asporto è qualcosa – dice Andrea Savoretti, titolare dello chalet “ Ai due re” del lungomare Piermanni a Civitanova Marche-.
"La ripresa del lavoro in un settore finora completamento fermo per tutto il periodo dell'mergenza, significa già qualcosa, tuttavia, essendo la nostra un’attività che comprende sia ristorazione e pizzeria che il balneare, la preoccupazione maggiore è per l’incognita e la scarsa chiarezza su come poter affrontare il passo successivo. Ci auguriamo che il governo riesca a dare delle linee guida che tutelino chi ha delle attività che hanno problemi di ristrettezza di spazi, altrimenti c'è chi non potrà riaprie. 
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Siamo tutti in balia di una situazione molto confusa- continua Andrea- Meglio non dire quanto abbiamo perso fino ad oggi ma per averne l'amara sorpresa basta un semplice confronto col fatturato dello stesso periodo di prima della pandemia. Il tema della salute è primario e fondamentale - sottolinea il titolare dello chalet-pizzeria discoteca-  diversa è però una situazione sanitaria nella quale con tutta probabilità dovremo convivere, nel qual caso, sarà necessario intraprendere delle azioni più forti e bisognerà anche assumere un atto di responsabilità nel delineare le linee guida. A dirla con chiare parole, siamo arrivati a maggio e il settore che deve essere trainante per l’Italia è il turismo e un decreto che non ci fa aprire fino al primo giugno, sapendo che poi nel momento in cui si potrà partire dovremo mettere in atto una serie di misure ristrettive, ci crea preoccupazione. Per assorbirle, la verità è che se ne andrà anche tutto il mese di giugno”.

Tengono duro ma temono il futuro lanche i titolari dell’Osteria "Spartacus" di Camerino. Solo da pochissimi giorni, l'attività ha iniziato il servizio di consegne a domicilio ma esclusivamente per cibi preparati a base di carni, grigliate miste e dolci.  Piccoli passi di riconquista nel lavoro, ma non tutto appare così scontato e semplice; poca cosa lo stesso contributo arrivato dallo Stato che non è bastato nemmeno per pagare le quote fisse di luce e metano .
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“Abbiamo pubblicato sui social che saremmo ripartiti in modalità diversa e qualche richiesta l'abbiamo già ricevuta- dice la titolare Fiorella-. Speriamo di poter continuare, altrimenti vedremo dopo il 4 maggio come poter proseguire. La scelta dei prodotti da asporto è limitata a poche preparazioni per garantire il fresco, per cui si potranno ordinare solo cibi più semplici a base di carne e qualche dolce ma non facciamo i primi piatti ”. Durissimo il periodo di chiusura per un’attività sulla quale la famiglia, rimasta senza lavoro dopo il sisma del 2016, aveva investito. “Ritrovarsi chiusi dopo nemmeno due anni dall’apertura, per un locale che comunque stava andando bene, vuol dire subire un danno gravissimo. Andare avanti è molto dura; l’unica cosa che possiamo augurarci è che da giugno tutto possa riprendere normalmente, altrimenti il nostro futuro sarà a pezzi. Io sono sempre positiva, ma questa volta la vedo davvero difficile. E’ un’idea stroncata sul nascere quella che mi coinvolge in prima persona insieme a mio figlio e due dipendenti e, anche se l’indole è quella di vedere sempre  il bicchiere mezzo pieno, qui c’è da aggrapparsi alla sola speranza che tutti riescano a superare questa situazione nel migliore dei modi possibile”.
C.C.

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