Notizie di politica nelle Marche
Quello del ‘servizio al prossimo’ fa parte di uno dei quattro punti stabiliti dal fondatore Robert Baden Powell e, in un momento come quello che il mondo intero si trova ad affrontare, non hanno certo deciso di tirarsi indietro.
Sono gli educatori del Gruppo Agesci Tolentino 1 che hanno deciso di mettere in campo la solidarietà innata degli Scout per aiutare i più bisognosi.
È per questo che è nata l’idea di mettere a disposizione i loro beni alimentari per donarli a chi si trova in difficoltà.
“La nostra iniziativa – spiegano gli educatori - è solo un piccolo contributo. Un aiuto che per il momento possiamo dare alla comunità. Non abbiamo enormi quantità di beni alimentari, ma una piccola scorta che conserviamo per le nostre attività con i ragazzi. Noi non possiamo essere attivi sul territorio per ovvie ragioni e le nostre attività in presenza sono sospese.
Continuiamo a fare attività sia con i ragazzi che fra noi educatori telematicamente”.

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Gli educatori in videoconferenza

Proprio con loro, nel settimanale L’Appennino Camerte, avevamo affrontato il tema dell’inserimento della tecnologia nella filosofia ‘essenziale’ degli Scout e ora, quella stessa tecnologia, li aiuta a proseguire l’attività.
“Fortunatamente – spiegano – in questo modo abbiamo la possibilità di rimanere in stretto contatto con i nostri ragazzi”.
L’impegno per i bisognosi, invece, coinvolge la parrocchia dello Spirito Santo di Tolentino: “Per chi avesse bisogno di un aiuto in termini di alimentari – dicono – è possibile contattare privatamente il nostro vice parroco, Don Vito. Non abbiamo tantissimo – concludono - ma quello che abbiamo lo vogliamo dare a chi ne ha bisogno”.

Giulia Sancricca
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Il sindaco di Belforte del Chienti, Alessio Vita, si unisce al coro unanime dei colleghi di Tolentino, Camerino e Civitanova sulla sanità marchigiana.
Il primo cittadino rispolvera quanto affermato il 15 dicembre scorso in occasione dell'inaugurazione dell'elisuperficie nel suo paese in cui ribadiva al governatore delle Marche, Luca Ceriscioli "a necessità di tenere vivi e valorizzare gli ospedali dell’entroterra, i quali rappresentato un punto di riferimento per una larga fetta della popolazione marchigiana. Contiamo - aveva detto - di rivedere presto l’ospedale di Tolentino in funzione, anch’esso punto nevralgico della sanità interna, con la speranza che i servizi che riuscirà ad erogare siano appropriati per il bacino di popolazione a cui fa capo, così come chiediamo fermamente il mantenimento e la valorizzazione di tutti gli altri presidi ospedalieri dell’entroterra".
Una richiesta che per i sindaci dell'entroterra è valida oggi come allora. "In quell'occasione - dice ora Vita - , mi sentii ribattere che il modello funziona bene così e che la centralizzazione (su modello Americano) porta ad un miglioramento dei servizi e ad un sensibile risparmio. 
Ritengo - aggiunge il sindaco di Belforte del Chienti - che questo sistema stia mostrando i suoi limiti e pertanto mi accodo all'appello dei colleghi Giuseppe Pezzanesi, Sandro Sborgia e Fabrizio Ciarapica, nel rinviare alla fine dell'emergenza qualsiasi decisione sulla sanità regionale, istituendo un tavolo di confronto che comprenda tutti i rappresentanti dei cittadini".

GS
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Porta a spasso il cane lontano da casa, si oppone all'autocertificazione e oltraggia due militari.
Multa di 400 euro e denunciato un settempedano fermato questa mattina a San Severino da una pattuglia della locale stazione, impegnata a controllare il rispetto del Decreto inerente il contenimento dal contagio da Covid-19.
L'uomo avrebbe riferito che stava facendo fare una passeggiata al proprio cane in città. Durante le fasi del controllo, però, i militari hanno accertato che il cittadino non era in prossimità della propria abitazione, così come imposto, ma si trovava molto lontano da casa propria sebbene a piedi col cane. I carabinieri hanno, quindi, proceduto alla contestazione amministrativa ma il cittadino non solo si è opposto alla compilazione dell'autocertificazione, ma ha addirittura oltraggiato i due militari.
Ora dovrà rispondere sia amministrativamente per la sanzione da 400 euro, che penalmente per il delitto di oltraggio a Pubblico  Ufficiale.

GS
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La benedizione delle Palme non poteva mancare per tutto il territorio e per il Covid Hospital di Camerino, sicuramente uno dei luoghi dove oggi più che mai c'è bisogno di pace e di speranza.
Una domenica che, seppur nella sua tristezza, rimarrà nella memoria di molti per come è stata vissuta. La santa messa celebrata dall'arcivescovo Francesco Massara, trasmessa in diretta Facebook, ha raggiunto i cuori di una comunità lontana ma unita.
Ed è l'unione che l'arcivescovo e il sindaco di Camerino Sandro Sborgia hanno voluto tenere in alto tra i valori di questa Pasqua.
"Vi auguro una Santa Settimana in cui, anche se siete nella vostre case, possiate dare il meglio di voi stessi - ha detto Massara - . date il vostro cuore ai vostri figli, ai vostri anziani, con un pensiero per coloro che lavorano per gli ammalati".

vescovo infermieri ospedale

Proprio con gli operatori sanitari del Covid Hospital della città ducale, l'arcivescovo ha voluto fare un'altra benedizione delle palme. La sua visita all'esterno della struttura sanitaria, insieme al primo cittadino, è stata un messaggio di vicinanza e speranza a chi ogni giorno, con umiltà e fatica, lavora per debellare il mostro del virus.



"Che questa Pasqua vi dia la forza di andare avanti per i sacrifici che state facendo - ha detto l'arcivescovo ad una rappresentanza di operatori sanitari, ai quali ha chiesto di portare ai loro colleghi il suo saluto - . Tornerò domenica prossima per portarvi l'acqua santa. Sono con voi".
Anche a loro ha annunciato l'idea di una processione, fatta in solitaria, il venerdì santo, dalla basilica di San Venanzio alla cattedrale di piazza Cavour "per portare - ha spiegato Massara - la croce che racchiude tutte le sofferenze, gli ammalati, coloro che hanno perso la vita, le vostre preoccupazioni. Perchè il Signore cammina con noi, ci sta vicino, ma dobbiamo essere certi che dopo questa sofferenza ci sarà la resurrezione".


Un messaggio di speranza anche quello del primo cittadino: "È una Pasqua diversa - ha detto Sborgia ai microfoni di RadioC1...inBlu - ma non per questo meno sentita, anzi, forse è nei momenti di difficoltà che le ricorrenze come questa devono farci capire che facciamo parte di una comunità, quella comunità che nelle avversità della vita si ritorva unita. Ne usciremo più forti di prima, ma occore resistere - ha ribadito - , occorre andare avanti ed essere rigorosi nel restare a casa, con la consapevolezza che tutto questo finirà, ma ci attende una ultima scalata che supereremo solo stringendo i denti".

GS

sindaco palme

vescovo ospedale















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L’assessore alla Protezione Civile Angelo Sciapichetti ha accolto oggi a Pratica di Mare il volo arrivato dall’Ucraina con a bordo 30 medici e infermieri specializzati in rianimazione. Sciapichetti ha fatto parte della delegazione di accoglienza guidata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, con l’ambasciatore ucraino Yevhen Perelygin.
Per le Marche era presente con Sciapichetti il dottor Gabriele Galli di ARES Marche con funzione di Liaison officer. 

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In seguito alle richieste presentate dalla Regione, alle Marche sono stati destinati 13 medici (7 anestesisti, un infettivologo, 5 internisti) e 7 infermieri (3 di terapia intensiva, 4 non intensiva). Il contingente di professionisti sarà inviato nella provincia di Pesaro, a supporto degli ospedali di Marche Nord e di Urbino. L'assessore  Sciapichetti ha portato il ringraziamento del presidente Ceriscioli e di tutta la regione Marche al ministro degli Esteri Di Maio, all’Ucraina e alla delegazione arrivata in Italia in mattinata 
c.c.
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E’ iniziata la distribuzione delle mascherine su tutto il territorio del Comune di San Ginesio che sarà effettuata direttamente dal Sindaco, Giuliano Ciabocco, con l’aiuto e la collaborazione degli Assessori, Consiglieri, degli Agenti della Polizia Locale e dei volontari del Gruppo comunale della Protezione Civile.

Le mascherine, che saranno consegnate a tutti i cittadini, fanno parte di un’importante donazione da parte degli Amici di ChangsuHaiyu Town, città della Repubblica popolare cinese, con la quale lo scorso novembre, in occasione della visita ufficiale organizzata dall’Associazione Paesi Bandiera Arancione, San Ginesio ha siglato il “Patto di Intesa per la Cooperazione amichevole”.

Un primo segnale forte di solidarietà ed amicizia quello della Città di Haiyu che si è velocemente attivata dall’inizio dell’emergenze per soccorrere in aiuto dei ginesini in questo momento di grande difficoltà.

La consegna delle mascherine è accompagnata da una lettera di augurio che il sindaco Ciabocco rivolge a tutte la cittadinanza in prossimità dalle festività pasquali conun appell oalla solidarietà e alla responsabilità: “Restiamo in casa per tutelare la nostra salute e quella delle persone che amiamo, solo così presto volteremo pagina e scriveremo una nuova storia. Forza San Ginesio!”

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Prima vittima del Covid 19 della casa di riposo di Castelraimondo.  Si tratta di Vincenzo Bellagamba, di 68 anni, originario di Pievebovigliana, che si è spento all’ospedale di Civitanova Marche dove era stato ricoverato dopo essere risultato positivo al virus. Cordoglio per la scomparsa è stato espresso ai familiari dal sindaco Renzo Marinelli a nome dell'intera amministrazione comunale. Attualmente sono risultati positivi al coronavirus 20 anziani ospiti della casa di riposo e 9 cittadini residenti, per un totale di 29 persone su tutto il territorio comunale, mentre sono 14 i cittadini in isolamento fiduciario. Risultano positivi in totale 4 operatori della casa di riposo, di cui uno residente a Castelraimondo e 3 in altri Comuni. Con la preziosa collaborazione dei medici di famiglia, inoltre, è iniziata la somministrazione dei farmaci per le cure necessarie agli ospiti della casa di riposo risultati positivi. Da quando sono emersi i primi sintomi, sono stati ricavati due percorsi separati all’interno della struttura, che da oltre un mese è chiusa alle visite dall’esterno. La situazione resta costantemente monitorata e sotto il controllo delle autorità competenti e degli operatori che il sindaco ringrazia per il grande lavoro che stanno portando avanti.

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Carissimi fratelli e sorelle,
desidero raggiungerVi con questo mio messaggio pasquale in un momento nel quale la nostra vita ordinaria è stata invasa e stravolta dalla straordinarietà della quarantena imposta a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19. Vorrei riflettere con voi sulle parole che il giorno di Pasqua, attraverso i mezzi di comunicazione e insieme ai nostri familiari, avremo modo di ascoltare con la proclamazione del Vangelo di Matteo: «Ma l’angelo disse alle donne: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto» (Mt. 28, 5-6). È come se anche le parole del Vangelo volessero associare le nostre paure alla paura quelle donne che, di buon mattino nel giorno dopo il sabato, vanno al sepolcro e si trovano sconvolte per quel che vedono: la tomba vuota! Non basta quanto hanno vissuto durante la passione del venerdì? Sembra che le loro angosce non siano cessate: non era già sufficiente uccidere Gesù sulla croce? Era necessario ora trafugare il suo corpo? Dal cuore di queste donne nasce e si sviluppa un susseguirsi di paure che, in qualche modo, stiamo vivendo e percependo anche noi in questi giorni.

Gli scienziati dicono che una delle reazioni più tipiche registrate in questi casi di pandemia è proprio quella di sperimentare la paura, un’emozione primaria e fondamentale per la nostra difesa e sopravvivenza: se non la provassimo non riusciremmo a metterci in salvo dai pericoli che incontriamo nella vita. Abbiamo paura del contagio, di ammalarci e di contagiare i nostri cari, paura di un ricovero forzato, paura di morire e di rimanere soli, paura di perdere affetti importanti e di non poterli salutare, paura di non avere da mangiare, di non poter uscire, di perdere il posto di lavoro, paura di non poter tornare alla vita di sempre, paura su paura. Tutte queste angosce si sono aggiunte a quelle che ci accompagnano ordinariamente: paura del disastro ambientale, dei terremoti, degli esperimenti genetici in laboratorio, paura del vicino, del diverso, paura dell’immigrato e del povero, paura del terrorismo e della guerra, paura su paura. Seppur scoraggiati da queste paure, Vi chiedo di ascoltare la risposta dell’angelo alle donne spaventate: «Non abbiate paura». L’angelo accanto al sepolcro vuoto sembra non parlare più soltanto alle mirofore, cioè alle donne che portano gli unguenti per la sepoltura, ma parla a me e a te. «Francesco, non avere paura!». Questo invito a non temere percorre tutta la storia biblica. Nella Scrittura, infatti, questa parola è rivolta da Dio a tantissimi testimoni: da Abramo nostro padre nella fede, a Mosè chiamato a guidare il popolo nel deserto; da Giuseppe sposo di Maria, alla stessa Maria, Madre di Gesù e nostra; fino a Pietro, timoroso e incerto sulle acque. Così, oggi, questo invito divino raggiunge, con la sua consolazione e speranza, anche me e te: «non avere paura, fratello, sorella: coraggio, non temere!». L’angelo invita i credenti a non lasciarsi traviare dai timori e dai dubbi di fronte alla tomba vuota, a superare i limiti della morte di Gesù.

Un invito a pensare a Lui in un modo diverso e completamente nuovo che richiede di reimpostare il rapporto con Lui. Un po’ come le nuove modalità di rapporto che abbiamo dovuto inventarci, con fantasia e intraprendenza, in questo tempo di forzato isolamento sociale. Il Papa, venerdì scorso 27 marzo, durante il discorso che precedeva la Benedizione Urbi et Orbi così ha pregato: «Signore tu ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi […]. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri. E possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita». L’invito dell’angelo a vedere non indica soltanto un guardare che si interroga, che cerca una risposta ma è ancora immerso nel dubbio e nella titubanza; è un vedere trasfigurato, contemplativo, capace di trascendere i limiti della paura e dell’apparenza, in grado di cogliere ciò che sta al di là, oltre la paura, oltre la tomba vuota. Vedere è il verbo proprio della fede, infatti vedere oltre significa avere fede. Finalmente, l’angelo rivela il segreto, l’arcano mistero che dona gioia e stupore a questa Domenica di Risurrezione, l’Ottavo giorno senza tramonto. Allora, non bastano più le logiche umane, un toccare e un vedere limitati dalle paure, ma deve immettersi nel nostro oggi la novità che trasfigura il nostro dolore e la nostra angoscia poiché Gesù “è stato risuscitato”. L’evangelista Matteo usa volutamente un passivo teologico perché vuole lasciar intendere che la risurrezione è un’azione esclusiva di Dio, scaturita dalla Sua potenza e grazia. Se la tomba è vuota è opera di Dio.
Per vedere e comprendere tutto questo, dobbiamo passare dal ragionamento alla fede, dal calcolo all’abbandono totale nelle mani del Creatore. Vorrei concludere con l’invito che Papa Francesco ha rivolto a tutto il mondo: “Abbracciare il Signore per abbracciare la speranza: ecco la forza della fede, che libera dalla paura e dà speranza”. Questo è il messaggio pieno di fiducia che desidero parteciparVi in questa Pasqua invitandoVi a non avere paura e ad alimentare uno sguardo di fede capace di aprirsi alla speranza di una vita nuova che rinasce dalla croce. E questo, nell’attesa di poterci nuovamente abbracciare, di condividere il dolore delle molte perdite di vite umane e di tornare a rallegrarci in Lui con nuovi stili di vita e un rinnovato rispetto verso noi stessi, la natura, i rapporti sociali ed economici. A Voi tutti e alle Vostre famiglie, un augurio affettuoso di una santa Pasqua di speranza e di Risurrezione.

Il Vostro vescovo
+Francesco
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Per i bambini in età pre scolare e per i loro genitori non andrà tutto bene. Cinzia d’Alessandro, portavoce nazionale del neo costituito comitato nazionale EduChiAmo spiega che, alla fine dell’emergenza sanitaria, la gran parte delle famiglie che affidano i loro bambini ad asili nido e scuole materne private troverà i cancelli chiusi: in mancanza di aiuti pubblici, le rette non pagate stanno già minando la sopravvivenza di queste strutture educative che oggi, seppure obbligate a restare chiuse, sono attive con originali e variegate modalità a distanza per stare vicine ai bambini e alle famiglie.

Comitato EduChiamo si fa portavoce di gestori, lavoratori e genitori, perché nell’interesse di tutti i soggetti ci siano interventi urgenti a tutela del bene comune: il patrimonio di servizi educativi presenti in tutta Italia grazie alle micro e piccole imprese private attive da decenni sul territorio.
Purtroppo, il decreto Salva Italia, non contiene interventi a misura di queste realtà che, costrette alla chiusura per prime hanno mantenuto praticamente tutti i costi fissi a loro carico, senza poter più contare sul contributo dei genitori che, in molte situazioni è venuto a mancare, per ovvi motivi di disagio delle famiglie stesse, colpite dalla crisi generale del mondo del lavoro, prima feroce conseguenza di questa emergenza sanitaria.

Quello che si sta configurando è uno scenario di “guerra” tra genitori ed educatrici, spesso direttamente titolari di strutture, che brucia anni di lavoro attento per costruire relazioni e alleanze tra i servizi e le famiglie. Non è immaginabile che, nel prossimo futuro, i bambini si ritrovino a giocare tra le macerie di quei luoghi che hanno garantito il loro benessere e la crescita educativa e che un domani, al momento della ripresa lavorativa, i genitori non abbiano una rete di servizi essenziali sui quali contare.

EduChiAmo sta promuovendo uno sguardo lungimirante, convogliando le forze di scuole, famiglie, personale educativo. Chiede alle rappresentanze Ccnl (FISM e ANINSEI), alle rappresentanze sindacali, all’ANCI per i singoli Comuni e al Codacons di superare una visione auto riferita e di unire le forze per agire in modo unitario avviando un dialogo costruttivo con le Istituzioni, chiamate a intervenire responsabilmente affinché i costi dell’emergenza non ricadano solo sulle famiglie, creando squilibri e inevitabili tensioni sociali.


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